Il Centro Recupero Animali
Selvatici della LIPU Padova chiude i battenti per una convenzione provinciale che
non gli è stata più rinnovata e che quindi impedisce l’affidamento della fauna
selvatica ferita agli esperti della Lega Italiana Protezione Uccelli, per la
cura, la riabilitazione e infine la restituzione all’ambiente naturale. Perciò
tutti a casa.
Tutti
davvero?
In
qualche meandro del sito internet della Provincia di Padova, scopriamo che la
LIPU Padova ha un “concorrente”. Si tratta dell’Associazione di
Volontariato Ornitologica “IL GHEPPIO ONLUS” con sede operativa a Villafranca
Padovana in Via G. Matteotti, 53, rappresentata dal Presidente pro-tempore,
Bison Giorgio nato a Villafranca Padovana il 29/11/1944.
Il disciplinare che
regola i rapporti tra la Provincia di Padova e la LIPU, e il disciplinare stipulato
tra la Provincia di Padova e “Il Gheppio” sono praticamente una fotocopia l’uno
dell’altro, eccetto che per 2 voci:
la
LIPU Padova all’art. 1 co. 2 ha un punto aggiuntivo che “Il Gheppio” non ha, e
suona così:“La LIPU si impegna a svolgere le seguenti attività: 2.
prestazioni gratuite per la visita e le prime eventuali cure veterinarie da
parte dei volontari L.I.P.U.;”. “Il Gheppio” invece ha a sua volta una
voce (art.1 punto 4) che la LIPU non ha: “L’Associazione
di Volontariato Ornitologica “IL GHEPPIO ONLUS” si impegna a fornire le
seguenti prestazioni: detenzione dei soggetti di cui non è stata possibile la
riabilitazione al volo;”. La LIPU dunque può ospitare degli uccelli per un
tempo limitato, anche se non più curabili.
Tecnicamente,
invece, “Il Gheppio” può detenere a vita uccelli selvatici “compromessi” (non
ci è dato sapere se l’infermità venga documentata da un medico veterinario
oppure sia frutto di autocertificazione da parte dei responsabili della
struttura).
Che
strana difformità di trattamento ad opera del Dirigente del servizio caccia e
pesca, Dott. Renato Ferroli…
Ma
chi sono allora i responsabili del “Centro recupero fauna selvatica Il
Gheppio”? Diamo un’occhiata all’organigramma.
Il Presidente è un
certo Giorgio Bison, il Vicepresidente risponde al nome di Patrizio Carraro, il
Segretario si chiama Mattia Gobbin. A queste tre persone dobbiamo aggiungerne
una quarta, tale Enrico Volpin, che compare, nel disciplinare della Provincia
di Padova, tra i collaboratori de “Il Gheppio” autorizzati a detenere fauna
selvatica presso la propria abitazione. Cominciamo da Giorgio Bison che
sappiamo essere nato a Villafranca Padovana, dove del resto si trova la sede
del Centro recupero fauna selvatica. Proviamo un po’ di combinazioni sul motore
di ricerca e inseriamo qualche parola magica e voilà, scopriamo che Giorgio
Bison è Presidente della Federazione Italiana Della Caccia nella sezione
comunale di Villafranca Padovana. Mah?! Accanto al nome di Bison leggiamo
una sigla “UCIM”. U.C.I.M. sta per “UNIONE CACCIATORI ITALIANI MIGRATORISTI” ed è definito “settoriale della
Federcaccia”. Sì sa, ogni cacciatore ha le sue preferenze: ci sono quelli che
amano la caccia grossa (safari, cinghiali, ecc.) e poi ci sono quelli che
cadono nella follia per uccelli migratori di pochi grammi o anatre migratrici
che arrivano dalla Mitteleuropa, dalla Scandinavia o dalla Siberia. Uccelli che
si fanno qualche migliaia di chilometri in volo per farsi massacrare in Italia.
In
gergo, i “migratoristi”, sono proprio quelli che vanno a caccia di uccelli
migratori (caccia specialmente da appostamento fisso con utilizzo di uccelli da
richiamo in gabbia). Il Presidente del “Centro recupero fauna selvatica Il
Gheppio” di Villafranca Padovana è una di queste persone.
Ma
Giorgio Bison è anche tra i 10 componenti del Comitato Direttivo dell’Ambito
territoriale di caccia PD1 “Alta Padovana”. L’Ambito territoriale di caccia è
una suddivisione del territorio agro-silvo-pastorale dove si esercita la
caccia, ed è amministrato da una struttura di tipo associativo con interesse
pubblico che opera a fini di gestione faunistico-venatoria del territorio
all’interno di confini fissati dal piano faunistico-venatorio regionale (Piano
Faunistico – Venatorio Regionale approvato con L. R. n. 1/2007).
Questi
enti di diritto privato, quali sono gli ATC, non si occupano solo della
distribuzione dei tesserini venatori regionali dei cacciatori residenti
nell’ambito di competenza per conto della Provincia, ma orchestrano la
cosiddetta “riqualificazione ambientale faunistica”, che dal nome sembra una
figata, nella realtà si tratta di acquisto e lancio di migliaia di animali
pronta-caccia (lepri, fagiani, starne,
ecc.), di realizzazione di allevamenti di fauna stanziale domesticata,
organizzati in forma di azienda agricola, nonché di massacro di tutti gli
“elementi di disturbo alla caccia”: ad esempio, massacro delle volpi e dei
Corvidi.
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