A Cisternino, nel cuore
della Valla d’Itria (Brindisi), è sorto un conservatorio botanico a pieno campo
che è assieme un centro di studi scientifici, un laboratorio didattico, un
centro culturale, un museo etnografico, un’arca di dieci ettari per cultivar antiche
e rare. Si chiama
I giardini di Pomona, in onore della dea romana dei frutti. È una onlus (www.igiardinidipomona.it),
fa parte dell’associazione nazionale per la valorizzazione della biodiversità, della Rete delle
masserie didattiche della Puglia e della Rete mediterranea delle
città del fico.
L’ha creata più di dieci anni fa Paolo Belloni, un
ricercatore del Nord che si è trasferito qui per trovare un sito idoneo per la
sua missione: salvare il patrimonio genetico delle specie coltivabili eroso
dalla perdita di fertilità dei suoli, dalla salinizzazione delle falde,
dall’impoverimento microbiologico, dalla chimicizzazione dell’agricoltura
industriale, oltre che dalla perdita di cultura contadina.
Vorrei che immaginaste cosa
sono in questi giorni di primavera I giardini di Pomona. Colori, profumi,
fragranze, canti di uccelli e insetti che si sprigionano da oltre mille varietà di piante
fruttifere arboree messe a dimora. Una, fra tutte, è la più amata da
Belloni: Ficus carica (il fico), perché – mi dice – “oltre a
produrre un frutto squisito, è la pianta più parsimoniosa e generosa che ci
sia”. La sua collezione ha
raggiunto le cinquecentosessanta varietà di fichi afghani, bosniaci, francesi, portoghesi, albanesi, israeliani e
naturalmente italiani. Si tratta di una delle più importanti del mondo. Assieme a colleghi in Francia,
Danimarca, Malesia ne studia i comportamenti in condizioni diverse.
Il fico è un piccolo scrigno
di tesori di elementi organolettici utili all’alimentazione e alla salute. Contiene più potassio delle
banane, più vitamina A dei kiwi, più fibre, calcio e minerali vari.
Soprattutto, l’albero è rustico, resistente
ai cambiamenti climatici, ai venti salini, cresce nei terreni pietrosi,
non ha necessità di essere impollinato dalle api, è facile da riprodurre.
Quando l’essere umano avrà distrutto ogni forma di vita intorno a se, il fico
(anche essiccato e conservato) ci salverà.
Ma a Pomona c’è anche una
collezione del melograno (Punica granatum), una di melo e pero, una di
agrumi protetti
da muretti a secco. Sta prendendo corpo un progetto di Foresta alimentare in
aridocoltura (permacoltura in condizioni estreme). I giardini di Pomona sono
meta di visite guidate ed attività pratiche delle scuole e di visitatori che
possono così vedere una sorta di catalogo delle buone pratiche e delle
tecnologie attualmente disponibili per la conservazione della vita sul pianeta.
Per questo al centro di un
labirinto di lavanda è stato messo a dimora un simbolo universale della pace:
il cachi di
Nagasaki, figlio di una piantina scampata alla bomba e ritrovata fra
le macerie. Era il 9 agosto del 1945.
da qui
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