Nell’India
Nord Orientale, tra le montagne dell’Himalaya, c’è
un piccolo Stato che nel giro di quindici anni è riuscito a convertire la
propria agricoltura ad un modello 100 per cento biologico. Il Sikkim è riuscito a dimostrare al mondo che
passare ad una agricoltura interamente biologica è possibile. Navdanya, l’associazione
fondata circa trent’anni fa in India dalla Vandana Shiva, ha contribuito a questa
transizione e, assieme al primo ministro del Sikkim, Pawan Kumar Chamling, ha
annunciato di voler avviare un progetto per un Himalaya al 100 per cento
biologico. Il Sikkim ha dimostrato che una
transizione verso sistemi agroalimentari interamente biologici è
possibile ed è per questo che la FAO, il WORLD FUTURE COUNCIL
e IFOAM ORGANICS INTERNATIONAL hanno insignito il Sikkim del prestigioso Future
Policy Award, premio dedicato alle migliori politiche globali per
l’agroecologia.
L’esperienza del Sikkim dimostra che il cammino
verso l’Agroecologia può avere successo solo
se riesce a coinvolgere i territori, le comunità e chi da sempre lavora,
rispetta e conosce la terra: i contadini. Un modello che è ora pronto ad essere esportato in tutto il mondo. Il
Sikkim dimostra che è necessario partire
dalla valorizzazione delle potenzialità e risorse delle realtà locali. In
quest’ottica, Navdanya International e
l’Associazione Culturale i Sardi a Roma (ACRASE,
Maria Lai) in collaborazione con la Regione
Autonoma della Sardegna, Sardigna Terra Bia, FASI (Federazione Associazioni sarde in
Italia) e il Mercato
Contadino dei Castelli Romani hanno deciso di organizzare,
nelle giornate del 17 e 18 Novembre, presso la Città dell’Altra Economia a Roma,
il Festival “CIBO PER LA SALUTE – MANDIGU PRO SA SALUDE”,
un evento dedicato al cibo genuino e chi lo produce.
Dalla
Rivoluzione Verde in poi, si è affermato, come un mito quasi indiscusso, che
sfamare la crescente popolazione mondiale senza il ricorso alla chimica e
all’agricoltura industriale sia impossibile. Lo
stato del Sikkim, con la conversione di più di 75 mila ettari di terreni agricoli dal
convenzionale al biologico, si pone come prova concreta di come tale
conversione sia non solo praticabile ma anche vantaggiosa: con il passaggio all’agricoltura biologica le aziende
agricole sono risultate del 20
per cento più produttive rispetto a quelle convenzionali. La
ricetta vincente del Sikkim è stata di combinare ingredienti semplici ma
efficaci. Tra le misure adottate, spiccano il
divieto di vendita di agenti chimici con previsione di severe sanzioni per le
inadempienze, l’investimento sull’educazione ecologica delle future generazioni
e il sostegno statale ai costi delle Certificazioni di Biologico per i primi
tre anni.
Navdanya,
che da anni con la fondazione dell’Università della Terra e la creazione in
India di oltre 120 banche dei semi, promuove nel concreto sistemi di produzione
agroecologici, ha contribuito a questo processo offrendo gli strumenti per la
formazione degli agricoltori e dei responsabili istituzionali del settore
agricolo. Con la recente pubblicazione del “Manifesto
Food for Health: Cibo per la salute”, un documento programmatico che
vuole porsi sia come strumento di divulgazione dei limiti e dei rischi
dell’industria agroalimentare, sia come base di partenza per una mobilitazione
sociale, Navdanya International ha dato inizio alla Campagna Food For Health (Cibo per la salute).
I
cittadini e gli abitanti della terra iniziano a rivendicare il diritto e
l’accesso ad un cibo che sia sano, locale, genuino, naturale, tracciabile e
libero da veleni. La
condivisione di conoscenze e saperi/sapori provenienti dai territori, è un
primo passo per creare l’alternativa per dimostrare che
esistono alternative concrete all’agricoltura
intensiva ed industriale. Dal Sikkim, all’Italia, dai contadini
himalayani ai contadini del Lazio e della Sardegna, i fatti parlano
chiaro: un’altra agricoltura, biologica, locale, biodiversa, sana, buona
per le persone e per l’ambiente è possibile e la chiave per il cambiamento
risiede nelle conoscenze di chi lavora la terra, nel valorizzare e promuovere
le pratiche ecologiche territoriali, nella riscoperta di modi altri per
nutrirsi e produrre.
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