martedì 20 novembre 2018

CISGIORDANIA. Airbnb cancella le case dei coloni


Il colosso Airbnb ha annunciato che cancellerà dai propri cataloghi circa 200 case e appartamenti dati in affitto dai coloni israeliani insediati nella Cisgiordania occupata palestinese. Risultato? Un colpo duro alla normalizzazione, anche attraverso il turismo, delle colonie israeliane costruite in violazione del diritto internazionale in terra palestinese. “Abbiamo deciso di cancellare le offerte che giungono da insediamenti nella Cisgiordania occupata, che si trova al centro della disputa fra israeliani e palestinesi” ha fatto sapere Airbnb in un comunicato.
La decisione è frutto delle proteste palestinesi che vanno avanti da quasi due anni contro la presenza negli elenchi di Airbnb di case situate in Cisgiordania ma indicate come territorio israeliano dai proprietari. La decisione del portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi ha scatenato la prevedibile rabbia del governo Netanyahu. Il ministro del turismo Yariv Levin ha minacciato ritorsioni e ha parlato di una scelta “discriminatoria, vergognosa e miserevole”. Per il titolare del dicastero degli affari strategici Gilad Erdan si tratta di una “posizione razzista” nei confronti dei cittadini israeliani.
Di tutt’altro umore sono ovviamente i palestinesi. Per il negoziatore palestinese Saeb Erekat, la decisione di Airbnb è un “primo passo positivo”, ma ha aggiunto che andrebbe anche precisato che le colonie sono “illegali e costituiscono crimini di guerra”. “Ribadiamo il nostro invito al Consiglio dei diritti umani dell’Onu di rilasciare il database delle compagnie che traggono giovamento dall’occupazione coloniale israeliana” ha poi aggiunto.
Walid Assaf, il capo della Commissione dell’Autorità palestinese contro il muro e le colonie, ha invece detto al portale israeliano The Times of Israel che questa presa di posizione di Airbnb farà avanzare la soluzione a due stati che “Israele vorrebbe cancellare attraverso la costruzione delle colonie”.

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