lunedì 13 agosto 2018

A Napoli è arrivato il più grosso carico di pomodori cinesi mai giunto finora dalla Cina



Quarantaquattro container che contengono tonnellate di triplo concentrato di pomodoro della Cina: il convoglio è in arrivo entro fine marzo da Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang. È la prima volta che si sperimenta questa tratta dall’Estremo Oriente e molti si preoccupano: è a rischio la leadership del pomodoro italiano che tante imprese (e tante eccellenze gastronomiche come la pizza) manda avanti nel Sud Italia e non solo?
Un treno merci intero, con 44 container pieni di triplo concentrato di pomodoro cinese e destinato a Napoli. La città della pummarola e della pizza difesa contro tutto e tutti, perfino contro uno chef stellato come Carlo Cracco, nulla ha potuto e può contro la globalizzazione estrema: il convoglio, partito il 26 febbraio scorso da Urumqi, capitale della regione autonoma dello Xinjiang, entro la fine del mese di marzo sarà all'ombra del Vesuvio, dopo circa 25 giorni di viaggio. La pasta di pomodoro made in China attraverserà Kazakhstan, Mar Caspio, Azerbaijian, Georgia. Poi finirà in una nave container sul Mar Nero e via, verso il capoluogo della Campania. È la nuova rotta che tanto piace a chi dalla Cina importa non solo conserva di pummarola ma ogni tipo di prodotto, da quelli elettronici a quelli meccanici, dagli oggettini rifiniti ai manufatti da lavorare in Europa. I diecimila e più chilometri di viaggio del ‘treno rosso' segneranno un milestone: Napoli per la prima volta vedrà approdare un carico sulla rotta da Urumqi, operata dalla Xinjiang Xintie International Logistics Company. Una linea di approvvigionamento che potenzialmente potrebbe funzionare anche al contrario ma – come spiega Il Sole 24 Ore – nella tratta inversa, ovvero dal Vecchio Continente all'Estremo Oriente, la nuova  Via della Seta non è così florida: i treni tornano a casa quasi vuoti.
Coldiretti a più riprese ha lanciato l'allarme sul rischio che il pomodoro cinese possa spodestare l'Italia da una leadership consolidata nel tempo. Il nostro Paese con 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro è il secondo trasformatore mondiale dopo gli Usa e rappresenta il 14% della produzione mondiale e il 49% del trasformato europeo, con un fatturato totale di oltre 3,1 miliardi di euro; la Cina ad oggi annovera 5,15 milioni di tonnellate trasformate all'anno.
Con questi numeri perché l'Italia deve importare concentrato di pomodoro dalla Cina? Secondo quanto riferito da Aincav, Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, quello acquistato in Cina viene ritrasformato e riesportato fuori dalla Ue. Pelata e passata di pomodoro che mangiamo in Italia, in particolare al Sud e che usiamo per la pizza sono italiani, spiegano gli imprenditori del settore: «Rappresentano il 98,5% del pomodoro che arriva sulle nostre tavole, ed è tutto italiano. Il consumo italiano di concentrato di pomodoro è pari a poco più dell’1,5% del mercato dei derivati del pomodoro». Sarà sicuramente così, ma il fronte dei preoccupati raccoglie sempre più consensi: tra loro ci sono anche pizzaiuoli e chef che tengono alta la bandiera del made in Italy e della tradizione nel mondo.
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