mercoledì 22 agosto 2018

Studio con fondi pubblici sui tagli nel Marganai affidato a chi li ha effettuati – Pablo Sole





Senza scomodare Nostradamus, intuire dove andrà a parare l’indagine sulla “Sostenibilità ambientale e socio-economica” delle attività di ceduazione nel Marganai – finanziata dalla Regione con 150mila euro – è impresa abbastanza semplice: basta scorrere la lista dei soggetti promotori e degli esperti coinvolti. I quali, va detto chiaramente, sono tutti di apprezzabilissima levatura professionale. Ma – come vedremo – hanno rapporti molto stretti con chi, nel Marganai, ha già tagliato a raso 33 ettari di lecceta prima che la Sovrintendenza ai Beni paesaggistici di Cagliari guidata da Fausto Martino fermasse i lavori perché nessuno aveva chiesto l’imprescindibile autorizzazione paesaggistica. Rapporti che, bisogna dare atto di questa trasparenza, i vari protagonisti non nascondono affatto. Basti dire che il progetto dell’indagine finanziata dalla Regione a valere sul Progetto Sulcis è stato presentato lo scorso marzo nell’agriturismo Perda Niedda, struttura è gestita dalla cooperativa Agricola mediterranea ’94, che è presieduta da Giuseppe Vargiu, uno dei quattro condannati per i tagli abusivi. Si tratta infatti della coop che ha materialmente eseguito l’attività di ceduazione. Presente all’incontro (come si vede dalle foto pubblicate su progettomarganai.it) anche un altro condannato, Marcello Airi, in forza a Forestas. Mancavano l’allora dg di Forestas Antonio Casula e la collega Marisa Cadoni, gli altri due destinatari del decreto penale di condanna emesso a fine gennaio dal giudice di Cagliari Giovanni Massidda dopo un esposto di Italia Nostra. 
Motoseghe, autorizzazioni e “comitati scientifici” super partes
Intanto va ricordato che se associazioni ambientaliste come il Gruppo di intervento giuridico e Italia Nostra non avessero acceso i riflettori sul caso e se non fosse arrivato lo stop della Sovrintendenza – cui sono seguite, appunto, quattro condanne penali – nei piani di Forestas 550 ettari di lecceta sarebbero finiti in pellet e legna da ardere. Lo prevedeva il Piano di gestione stilato dalle società aretine Dream e Rdm su incarico dell’agenzia regionale. Un intervento che l’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, ha sempre difeso, criticando severamente qualsiasi oppositore all’attività di ceduazione. Un qualche spiraglio si aprì quando nell’ottobre del 2015 i militanti di Liberu manifestarono sotto gli uffici cagliaritani dell’assessorato all’Ambiente. “Il commissario (Pulina, ndr) ci ha assicurato che sarà istituito un comitato di valutazione, composto da esperti a favore ed esperti contrari ai tagli della lecceta”, dichiarò il leader di Liberu Pierfranco Devias. In effetti, a distanza di tre anni, il “comitato” – nella forma del progetto di indagine finanziato dalla Regione e nelle scelta degli esperti – è arrivato. Ed ecco come è composto. A promuovere il “Progetto Marganai” è il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, che oggi conta tra i dottorandi l’ex dg di Forestas Antonio Casula (qui la storia completa) il quale, dopo la condanna per i tagli abusivi nel Marganai, è stato anche promosso dalla giunta regionale a comandante del Corpo forestale. Sempre al Dipartimento di Agraria di Sassari, l’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina è titolare della cattedra di Zootecnica. Tra i colleghi, anche l’attuale assessore all’Ambiente (favorevole ai tagli nel Marganai) Donatella Spano.
A presentare il progetto in Regione e ottenere il finanziamento di 150mila euro è stato il ricercatore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari Filippo Giadrossich, docente al corso di laurea in Scienze forestali e ambientali a Nuoro, gemmazione dell’ateneo turritano. È il medesimo percorso seguito da un altro componete, Roberto Scotti,“animatore della Nuoro Forestry School, Centro di studi del Dipartimento di Agraria” di Sassari. Che compare nella lista dei consulenti delle società aretine Dream e Rdm, promotrici, come detto, del taglio a raso nei 550 ettari del Marganai. Va da sé che la posizione del docente in merito alla ceduazione non è certo un mistero. D’altra parte, lo stesso Dipartimento di Agraria ha contribuito attivamente alla stesura finale del Piano di gestione che prevede la ceduazione del Marganai.
Né dovrebbe essere ostile ai tagli al Marganai, l’esperto cooptato dall’università sassarese per l’allestimento di “una struttura mobile per la misura dell’erosione con simulatore di pioggia”. Dopo una procedura comparativa per titoli, la scelta è caduta su Enrico Guastini su decreto del direttore del Dipartimento di Agraria Antonio Pazzona, già vicario di Pulina quando quest’ultimo fu nominato a Forestas. Guastini, laureato in Agraria a Firenze nel 2009, ha conseguito il tirocinio nel 2006. Con la Dream, dice il curriculum. E ad oggi la società aretina risulta essere stata l’unica committente del professionista.
Ancora, del Progetto di indagine fanno parte anche i borsisti Sergio Campus, Antonio Ganga e Irene Piredda. Non risulta che si siano mai pronunciati sui tagli al Marganai. Risulta, però, che sono soci fondatori di Elighes srl, spin-off dell’Università di Sassari nato nelle aule del Dipartimento di Agraria. In particolare, Elighes si occupa di consulenza e supporto tecnico-scientifico nel campo della selvicoltura. Motto della società: “Il bosco, piano piano, si riprende…”. Alla “consegna” delle borse, l’8 maggio scorso nella sede dell’ateneo nuorese, anche l’amministratore di Forestas Pulina, posta la stretta collaborazione tra l’agenzia regionale e UniNuoro. “La notizia – ha dichiarato alla testata L’Ortobene – è che scardiniamo il luogo comune per cui la didattica nelle sedi gemmate e staccate si organizza con docenti “da esportazione”. È una sfida, ma li formiamo qui, dando vita a Nuoro al polo permanente di ricerca”. Tra i corsi da attivare in partenariato con l’ateneo barbaricino, scrive sempre L’Ortobene, quello per “motoseghisti”.
Nel team, come riporta il sito dell’Università di Sassari, c’è anche Raffaella Lovreglio. Ricercatrice del Dipartimento di Agraria, ha curato uno studio sulla ceduazione nel Marganai firmato da una studentessa dell’ateneo e presentato proprio al battesimo del “Progetto Marganai”, nell’agriturismo Perda Niedda. Illuminanti, in particolare, alcuni passaggi laddove si legge che il ripristino del governo a ceduo nel Marganai fortemente voluto da Forestas “ha due punti di forza principali: l’aumento della biodiversità” e il “recupero di uno dei paesaggi storici della foresta del Marganai, che trasforma il cupo paesaggio del bosco senescente, in un bosco vigoroso e ricco di colori”. Per essere ancora più espliciti, si sottolinea che “il Piano di gestione” di Forestas ha l’obiettivo di “esaltare le attività produttive del bosco oramai abbandonate”. Nel lungo peana pro-tagli, la memoria delle condanne pare essersi dissolta.
Tra gli esperti anche Piero Piussi, professionista di fama internazionale, docente di Ecologia forestale e selvicoltura all’Università di Firenze dal 1980 al 2008, che già si era occupato dei tagli nel Marganai nel 2015: dopo una mattinata di sopralluoghi in compagnia dei tecnici di Forestas, il giudizio era stato in larga parte positivo. Va pure detto che un altro esperto di fama internazionale, Angelo Aru, che da anni studia la zona di Monte Linas-Marganai, ha sempre sostenuto il contrario, parlando di interventi “nefasti”, mentre il vicepresidente dell’Accademia di Scienze forestali Raffaello Gianniniha messo in guardia sul rischio desertificazione. 
Le parole sono importanti
Infine ci sono i responsabili della comunicazione del progetto, Paolo Mori e Luigi Torregiani, della società Compagnia delle foreste, con sede ad Arezzo. Laureati in Scienze forestali, giornalisti pubblicisti e animatori della rivista Sherwood, vantano costanti collaborazioni con la Dream e, tra i vari interventi seguiti c’è anche “Future for coppices” – letteralmente: futuro per i cedui – progetto sulle attività di ceduazione di cui Forestas è partner insieme con il Crea di Arezzo guidato da Piermaria Coronaaltro consulente della Dream per i tagli nella lecceta sulcitana. Non si sa quanto volontariamente, ma al momento la comunicazione curata dalla Compagnia delle foreste non ha fatto nulla per nascondere l’orientamento di partenza del progetto. Che sarebbe “il tentativo di uscire dalle logiche personali per portare il dibattito sul piano della conoscenza scientifica e tecnica”, dopo le polemiche “spesso fondate su ‘solide’ (testuale, ndr) opinioni. Un progetto dell’Università di Sassari punta a riportare la discussione sul piano scientifico”. Va poi ricordata una piccata lettera inviata al giornalista del Corriere Gian Antonio Stella, in cui Mori e Torregiani scambiano un reato paesaggistico per un’amnesia amministrativa e nel computo della foresta infilano pure rocce, corsi d’acqua e praterie, per dimostrare l’esiguità delle aree da ceduare.
A chiudere il cerchio, oltre al partenariato con il già citato progetto “Future for coppices”, alcune cooperative del domusnovese che lavorano e vendono legname e un’impresa con sede a Iglesias. Attività principale: commercio di pellet e legna da ardere.

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