Senza scomodare Nostradamus, intuire dove andrà a
parare l’indagine sulla “Sostenibilità
ambientale e socio-economica” delle attività di ceduazione nel Marganai – finanziata dalla Regione
con 150mila euro –
è impresa abbastanza semplice: basta scorrere la lista dei soggetti promotori e
degli esperti coinvolti. I quali, va detto chiaramente, sono tutti di
apprezzabilissima levatura professionale. Ma – come vedremo – hanno rapporti
molto stretti con chi, nel Marganai, ha già tagliato
a raso 33 ettari di lecceta prima che la Sovrintendenza ai Beni
paesaggistici di Cagliari guidata da Fausto
Martino fermasse i lavori perché nessuno aveva chiesto
l’imprescindibile autorizzazione paesaggistica. Rapporti che,
bisogna dare atto di questa trasparenza, i vari protagonisti non nascondono
affatto. Basti dire che il progetto dell’indagine finanziata dalla Regione a
valere sul Progetto Sulcis è stato
presentato lo scorso marzo nell’agriturismo Perda
Niedda, struttura è gestita dalla cooperativa Agricola mediterranea ’94,
che è presieduta da Giuseppe
Vargiu, uno dei quattro condannati per i tagli abusivi. Si
tratta infatti della coop che ha materialmente eseguito l’attività di
ceduazione. Presente all’incontro (come si vede dalle foto pubblicate su progettomarganai.it) anche un altro
condannato, Marcello Airi, in forza a Forestas. Mancavano l’allora dg
di Forestas Antonio Casula e la
collega Marisa Cadoni, gli altri due
destinatari del decreto penale di condanna emesso a fine gennaio dal giudice di
Cagliari Giovanni Massidda dopo un
esposto di Italia Nostra.
Motoseghe, autorizzazioni e
“comitati scientifici” super partes
Intanto va ricordato che se associazioni ambientaliste
come il Gruppo di intervento giuridico e
Italia Nostra non avessero acceso i riflettori sul caso e se non fosse arrivato
lo stop della Sovrintendenza – cui sono seguite, appunto, quattro condanne
penali – nei piani di Forestas 550
ettari di lecceta sarebbero finiti in pellet e legna da ardere.
Lo prevedeva il Piano di gestione stilato dalle società aretine Dream e Rdm su incarico dell’agenzia
regionale. Un intervento che l’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, ha sempre
difeso, criticando severamente qualsiasi oppositore all’attività di ceduazione.
Un qualche spiraglio si aprì quando nell’ottobre del 2015 i militanti di Liberu manifestarono
sotto gli uffici cagliaritani dell’assessorato all’Ambiente. “Il commissario
(Pulina, ndr) ci ha assicurato che sarà istituito un comitato di
valutazione, composto da esperti a favore ed esperti contrari ai
tagli della lecceta”, dichiarò il leader di Liberu Pierfranco Devias. In effetti, a distanza di
tre anni, il “comitato” – nella forma del progetto di indagine finanziato dalla
Regione e nelle scelta degli esperti – è arrivato. Ed ecco come è composto. A
promuovere il “Progetto Marganai” è il Dipartimento
di Agraria dell’Università di Sassari, che oggi conta tra i dottorandi
l’ex dg di Forestas Antonio Casula (qui la storia completa) il
quale, dopo la condanna per i tagli abusivi nel Marganai, è stato anche
promosso dalla giunta regionale a comandante
del Corpo forestale. Sempre al Dipartimento di Agraria di
Sassari, l’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina è titolare della
cattedra di Zootecnica. Tra i colleghi, anche l’attuale assessore all’Ambiente
(favorevole ai tagli nel Marganai) Donatella
Spano.
A presentare il progetto in Regione e ottenere il
finanziamento di 150mila euro è stato il ricercatore del Dipartimento di
Agraria dell’Università di Sassari Filippo
Giadrossich, docente al corso di laurea in Scienze forestali e
ambientali a Nuoro, gemmazione dell’ateneo turritano. È il medesimo percorso
seguito da un altro componete, Roberto
Scotti,“animatore della Nuoro
Forestry School, Centro di studi del Dipartimento di Agraria” di
Sassari. Che compare nella lista
dei consulenti delle società aretine Dream e Rdm, promotrici,
come detto, del taglio a raso nei 550 ettari del Marganai. Va da sé che la
posizione del docente in merito alla ceduazione non è certo un mistero. D’altra
parte, lo stesso Dipartimento di
Agraria ha contribuito attivamente alla stesura finale del Piano di
gestione che prevede la ceduazione del Marganai.
Né dovrebbe essere ostile ai tagli al Marganai,
l’esperto cooptato dall’università sassarese per l’allestimento di “una
struttura mobile per la misura dell’erosione con simulatore di pioggia”. Dopo
una procedura comparativa per titoli, la scelta è caduta su Enrico Guastini su decreto del direttore del
Dipartimento di Agraria Antonio
Pazzona, già vicario di Pulina quando quest’ultimo fu
nominato a Forestas. Guastini, laureato in Agraria a Firenze nel 2009, ha
conseguito il tirocinio nel 2006. Con la Dream, dice il
curriculum. E ad oggi la società aretina risulta essere stata
l’unica committente del professionista.
Ancora, del Progetto di indagine fanno parte anche
i borsisti Sergio Campus, Antonio Ganga e Irene Piredda. Non
risulta che si siano mai pronunciati sui tagli al Marganai. Risulta, però, che
sono soci fondatori di Elighes
srl, spin-off dell’Università di
Sassari nato nelle aule del Dipartimento di Agraria. In
particolare, Elighes si occupa di consulenza e supporto tecnico-scientifico nel
campo della selvicoltura. Motto della società: “Il
bosco, piano piano, si riprende…”. Alla “consegna” delle borse, l’8
maggio scorso nella sede dell’ateneo nuorese, anche l’amministratore di
Forestas Pulina, posta la stretta collaborazione tra l’agenzia regionale e
UniNuoro. “La notizia – ha dichiarato
alla testata L’Ortobene – è che scardiniamo il
luogo comune per cui la didattica nelle sedi gemmate e staccate si organizza
con docenti “da esportazione”. È una sfida, ma li formiamo qui, dando vita a
Nuoro al polo permanente di ricerca”. Tra i corsi da attivare in partenariato
con l’ateneo barbaricino, scrive sempre L’Ortobene, quello
per “motoseghisti”.
Nel team, come riporta il sito
dell’Università di Sassari, c’è anche Raffaella
Lovreglio. Ricercatrice del Dipartimento di Agraria, ha curato
uno studio
sulla ceduazione nel Marganai firmato da una studentessa
dell’ateneo e presentato proprio al battesimo del “Progetto Marganai”,
nell’agriturismo Perda Niedda. Illuminanti, in particolare, alcuni passaggi
laddove si legge che il ripristino del governo a ceduo nel Marganai fortemente
voluto da Forestas “ha due punti di forza principali: l’aumento della
biodiversità” e il “recupero di uno dei paesaggi storici della foresta del
Marganai, che trasforma il cupo paesaggio del bosco senescente, in un bosco
vigoroso e ricco di colori”. Per essere ancora più espliciti, si sottolinea che
“il Piano di gestione” di Forestas ha l’obiettivo di “esaltare le attività
produttive del bosco oramai abbandonate”. Nel lungo peana pro-tagli, la memoria
delle condanne pare essersi dissolta.
Tra gli esperti anche Piero
Piussi, professionista di fama internazionale, docente di Ecologia
forestale e selvicoltura all’Università di Firenze dal 1980 al 2008, che già si
era occupato dei tagli nel Marganai nel 2015: dopo una mattinata di
sopralluoghi in compagnia dei tecnici di Forestas, il giudizio era stato in
larga parte positivo. Va pure detto che un altro esperto di fama
internazionale, Angelo Aru,
che da anni studia la zona di Monte Linas-Marganai, ha sempre sostenuto il
contrario, parlando di interventi “nefasti”, mentre
il vicepresidente dell’Accademia di Scienze forestali Raffaello Gianniniha messo in
guardia sul rischio desertificazione.
Le parole sono importanti
Infine ci sono i responsabili della comunicazione del
progetto, Paolo Mori e Luigi Torregiani, della
società Compagnia delle foreste, con sede
ad Arezzo. Laureati in Scienze
forestali, giornalisti pubblicisti e animatori della rivista Sherwood,
vantano costanti collaborazioni con la Dream e,
tra i vari interventi seguiti c’è anche “Future
for coppices” – letteralmente: futuro per i cedui – progetto sulle
attività di ceduazione di cui Forestas è partner insieme con il Crea di Arezzo guidato
da Piermaria Corona, altro consulente della Dream per
i tagli nella lecceta sulcitana. Non si sa quanto volontariamente, ma al
momento la comunicazione curata dalla Compagnia delle foreste non ha fatto
nulla per nascondere l’orientamento di partenza del progetto. Che sarebbe “il
tentativo di uscire dalle logiche personali per portare il dibattito sul piano
della conoscenza scientifica e tecnica”, dopo le polemiche “spesso fondate su
‘solide’ (testuale, ndr) opinioni. Un progetto dell’Università di Sassari punta
a riportare la discussione sul piano scientifico”. Va poi ricordata una piccata lettera inviata
al giornalista del Corriere Gian
Antonio Stella, in cui Mori e Torregiani scambiano un reato
paesaggistico per un’amnesia amministrativa e nel computo della foresta
infilano pure rocce, corsi d’acqua e praterie, per dimostrare l’esiguità delle
aree da ceduare.
A chiudere il cerchio, oltre al partenariato con il
già citato progetto “Future for coppices”, alcune cooperative del domusnovese
che lavorano e vendono legname e un’impresa con sede a Iglesias. Attività
principale: commercio di pellet e legna da ardere.
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