Serifou
ha dimenticato tutte le sillabe, nelle vacanze di Natale. Succede sempre così,
con le cose delicate. Basta interrompere le attenzioni e
qualcosa si arresta. Il suo amico Moussa
invece, molto più giovane, adesso è
lanciato nella lettura delle frasi, e non si stanca di
mettere a posto le schede, per riguardarle. Quando uno non sa leggere, tutte le
parole nuove deve tenerle a mente.
Serifou
ha due bambini da seguire, una di nove anni con grosso
handicap di udito. Lui l’ha portata qui per farla operare, per avere una vita
migliore per tutta la famiglia, per curarsi le ossa della gamba che hanno una
grave malattia.
Nelle ore in cui c’è Serifou
arrivano anche molti altri rifugiati, sono contenti di venire, dicono. Io cerco
di capire chi legge sillabe, chi legge parole, chi ha la mente agile. Ad
esempio un ragazzo molto
giovane, completamente analfabeta, lo sguardo pesante e indolente, nel tentare
di ricordare le lettere dell’alfabeto. Uso il gioco del Tris per vedere le capacità logiche, e incredibilmente
batte tutti segnando i
suoi tre simboli alla lavagna: ha elaborato una strategia per cui si procura,
contemporaneamente due possibilità di vincita. E vince contro tutti, anche
contro di me.
Mi
piace vedere quando chiedo a qualcuno di far da maestro a un suo compagno: si
parlano in Bambarà e si prendono molto sul serio.
Nelle due ore successive,
gruppo totalmente diverso, livello più elevato di studi, qualcuna laureata, qualcuna
scuole superiori: diverse donne
della Romania che tentano di conciliare i lavori di
cura della famiglia con i loro spazi di studio.
Mi sembrano chiuse, tra di
loro, queste persone dei paesi dell’Est: forse hanno paura di essere
invischiate in amicizie che non desiderano. Eppure si sente che per loro la
cultura e la conoscenza della lingua sono ancora valori importanti, anche per
non essere inchiodate al ruolo di operaie nel
settore più nocivo della locale fabbrica di motoscafi di lusso, quello delle resine.
O di parrucchiere oppure
di badanti.
Queste donne corrono da tutte
le parti, si sposano giovani e fanno figli, e con la volontà stanno dietro a
tutto, vere impalcature e sistema nervoso delle migrazioni. Qualcuna dice per
amore, qualcuna per cercare lavoro, ma quando
hanno un figlio è per lui che faticano e sperano.
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