Le Associazioni Ambientaliste Italia Nostra e WWF
della Sardegna, insieme ai Sindacati di base Cobas Cagliari e Unione Sindacale
di Base Sardegna, hanno elaborato un documento tecnico dal
titolo “Sardegna zero CO2 – phase out 2025” che
conferma la possibilità per la Sardegna di conseguire l’obiettivo previsto
dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 di chiusura entro il 2025 degli
impianti di produzione di energia elettrica alimentati col carbone, senza che
sia messa a rischio stabilità della rete ed approvvigionamento dell’energia
elettrica.
Tale documento è scaturito a seguito della
partecipazione da parte dei rappresentanti dei firmatari all’in- contro sul
tema tenutosi nel luglio 2019 al MISE, e nelle more della nuova convocazione
del tavolo tecnico presso lo stesso Ministero che si terrà il prossimo 31
gennaio.
Col presente documento, inviato ai Ministeri dello
Sviluppo Economico, Ambiente, Beni Culturali e alla Regione Sarda, si è inteso
inoltre dare un contributo al dibattito in corso sul futuro energetico della
Sardegna, cercando di proporre soluzioni alternative e sostenibili rispetto a
quelle avanzate da Governo Regionale, Confindustria e Sindacati Confederali,
tutte convergenti sul duplice obiettivo di differire la data del 2025 per la
decarbonizzazione e nell’ostinarsi a voler proseguire la fallimentare politica
indu- striale che ha distrutto l’ambiente, l’economia e la salute dei
cittadini. Si sono volute riconfermare le ragioni che inducono ad opporsi a
progetti di infrastrutturazione antieconomici ed obsoleti quali quelli di
metanizzazione dell’Isola, evidenziando nel contempo l’assenza di una
programmazione economica che possa giustificare millantati risparmi sulla
bolletta energetica per i cittadini, realmente perseguibili se di converso
vengano attivati percorsi di smart policy.
Nella Conferenza Stampa che si terrà a Cagliari
sabato 25 gennaio 2020 alle ore 10,30 presso la sede dei Cobas Cagliari in via
Santa Maria Chiara (Pirri) n. 104 verranno illustrati i punti rilevanti del
documento e le opportunità ambientali, economiche e occupazionali, che
potrebbero derivare alla Sardegna da una seria politica di abbandono dei
combustibili fossili al fine di raggiungere in anticipo rispetto ai termini
fissati dalla CE l’obiettivo dell’impatto climatico Zero.
SARDEGNA “ ISOLA
ZERO CO2” – Phase out 2025
Proposte operative per la
decarbonizzazione della Sardegna
SINTESI DEL DOCUMENTO
Col presente documento si intende dare un contributo
al dibattito in corso in Sardegna sulla possibilità o meno di conseguire
nell’isola l’obiettivo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 e dal
PNIEC 2030 di chiusura entro il 2025 degli impianti di produzione di energia
elettrica alimentati con carbone.
Il phase out è possibile senza rischio per la rete e
la sicurezza energetica dell’isola
Sulla base delle informazioni tecniche disponibili,
partendo dai dati utilizzati per l’elaborazione del PEARS del 2015 e dai report
annuali pubblicati dall’azienda TERNA, gestore della rete elettrica nazionale,
e dal GSE, gestore dei servizi energetici, si ritiene che tale obiettivo possa
essere raggiungibile in Sardegna senza che sia messa a rischio la stabilità
della rete e l’approvvigionamento dell’energia elettrica.
Una significativa quota della produzione di energia
elettrica viene esportata
Nel 2018 infatti in Sardegna si è avuta una
produzione di energia elettrica pari a 12.210,7 GWh, di cui 9.138,1 GWh
destinata alla richiesta interna e 3.072,6
GWh esportata, quindi con un supero della produzione equivalente al 33,6
% rispetto alla richiesta (dati TERNA 2019 relativi al 2018).
Sempre secondo TERNA le ore di funzionamento annue
medie complessive delle due centrali a carbone – ubicate a Portovesme e
Fiumesanto – non superano nel complesso le 3.300 ore. Attualmente quindi le due
centrali a carbone hanno un peso modesto nel sistema produttivo elettrico sardo
ma un costo elevato dal punto di
vista ambientale.
Le FER possono sostituire l’energia prodotta da fonti
fossili
La produzione netta di energia elettrica da fonti rinnovabili soddisfa il 33,70% dell’energia
richiesta nell’Isola e il 66,00% della domanda se si esclude
l’industria. Tale produzione risulta inoltre quasi doppia rispetto
all’obiettivo del 17,8% fissato al 2020 dal Burden sharing per la Sardegna.
Nonostante sia in costante aumento la potenza
installata di energia elettrica derivata da FER, il suo utilizzo ottimale
risulta fortemente condizionato da una rete di trasmissione e distribuzione
inadatta. Se si procedesse ad un adeguamento del sistema elettrico nel suo
complesso, alla realizzazione di sufficienti impianti di accumulo e ad un
incremento della produzione da FER, si potrebbe assicurare con le sole fonti
rinnovabili il soddisfacimento dell’intero fabbisogno energetico dell’Isola.
Lo studio “Solar Photovoltaic Electricity
Generation: A Lifeline for the European Coal Regions in Transition” pubbli-
cato a luglio del 2019 a cura dall’EU’s Joint Research Centre, dimostra ad
esempio come gli impianti fotovoltaici, installati tenendo conto degli impatti
ambientali correlati, abbiano in Sardegna un potenziale energetico tale da
rendere ridondante l’utilizzo delle centrali termoelettriche alimentate a
carbone.
Incentivare la produzione diffusa
Al fine di evitare ulteriori speculazioni sulla
produzione di energia elettrica e contenere sprechi e sovrapproduzioni i futuri
incentivi destinati alle FER dovrebbero privilegiare la produzione diffusa, l’autoconsumo e la costituzione
delle Comunità Energetiche.
Decarbonizzare significa eliminare i combustibili
fossili
La decarbonizzazione non si esaurisce con la chiusura
delle centrali a carbone. Essa deve mirare alla progressiva riduzione, fino
all’azzeramento, di tutte le emissioni di gas serra, (prima tra tutte
l’anidride carbonica) conseguenti alla combustione di ogni tipo di fonte
fossile. Per tale motivo la
metanizzazione dell’isola appare in esplicito contrasto con i contenuti dei
protocolli internazionali sul clima.
I sistemi di accumulo di
energia a batteria
attualmente in fase di sperimentazione nel polo multi tecnologico (Storage Lab
di TERNA) in connessione con i compensatori sincroni studiati per una migliore
gestione delle fonti rinnovabili, consentiranno di migliorare stabilità e
sicurezza della rete elettrica e grazie al previsto collegamento tramite cavo
HVDC Sardegna-Sicilia-Continente sud, verrà garantita la sicurezza energetica
dell’Isola.
Una nuova policy energy
A tale policy energy deve
affiancarsi una pianificazione interna del sistema energetico, che attui una
diversa organizzazione territoriale (Distretti
Energetici), in modo da ottimizzare il rapporto produzione-consumo in
vista della creazione di una smart community territoriale a bilancio energetico
annuale quasi zero.
Distretti energetici e Comunità energetiche
Le Comunità
energetiche, definite
come “un insieme di soggetti che all’interno di un’area geografica sono in
grado di produrre, consumare e scambiarsi energia con una governance locale
capace di favorire l’utenza in un’ottica di autoconsumo e autosufficienza”,
rappresentano un modello avanzato di approvvigionamento, distribuzione e
consumo diffuso e condiviso dell’energia, che ha l’obiettivo di facilitare
utilizzo e scambio dell’energia generata da rinnovabili e ridurre i consumi
energetici.
L’Efficientamento e il Risparmio Energetico rap-
presentano una vera e propria forma di energia.
Una vera e propria fonte di energia può essere
considerato l’efficientamento del
sistema energetico, sia dal lato della produzione che dal lato dei
consumi: un obiettivo da perseguire a partire dal patrimonio immobiliare
pubblico. Il risparmio
energetico è infatti la prima delle pratiche virtuose da attuare
perché, per quanti sforzi si pongano in atto per migliorare il sistema produttivo
della nostra società, esso determina comunque l’erosione delle risorse
planetarie sottraendole alle generazioni future.
Il Green New Deal per un’Europa sostenibile
interesserà anche la Sardegna
Il 15 gennaio 2020 il parlamento Europeo ha approvato
il Green New Deal per un Europa
sostenibile. Il Piano, che nasce con una dotazione di dieci miliardi di
euro, è destinato a creare un “contesto in grado di agevolare e stimolare
gli investimenti pub- blici e privati necessari ai fini della transizione verso
un’economia climaticamente neutra, verde, competitiva ed inclusiva”. Tra
le Regioni interessate la Sardegna ha trovato assoluta priorità con
l’annunciato finanziamento delle attività di bonifica del petrolchimico di
Porto Torres e delle miniere del Sulcis, iniziative che beneficeranno di un
miliardo di euro.
La Democrazia Energetica
L’uso dei combustibili
fossili presuppone un’ideologia che massimizza i consumi, incentiva gli
sprechi e scarica
sulla collettività i costi ambientali. Le rinnovabili ri- chiedono
invece una visione comunitaria
della produzione, che implica l’economia dei consumi nell’ottica di una
tutela dell’ambiente. I due modelli si pongono in termini di paradigmi
inconciliabili, poiché l’uno si basa su una struttura produttiva piramidale e
unidirezionale, l’altro si configura come un sistema a rete di cui tutti sono attori in termini di produzione e
consumo.
E’ possibile scaricare e consultare l’intero documento
al seguente indirizzo:
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