(ripreso da https://www.atlanteguerre.it/)
Sciami di miliardi di cavallette hanno distrutto e
continuano a distruggere i raccolti nel Corno d’Africa, rischiando di provocare
una crisi alimentare e umanitaria. I Paesi più
colpiti dall’attacco degli insetti sono Somalia, Etiopia, Yemen, Kenya, e, da
pochi giorni anche l’Uganda. Il Sudan del Sud e la Tanzania potrebbero essere
minacciati dai vasti sciami a breve.
Uno sciame di locuste composto da circa 40 milioni di
insetti può percorrere fino a 150 km al giorno e consumare il cibo sufficiente
a sfamare 35mila persone. In presenza di piogge
abbondanti le locuste si riproducono rapidamente, di circa 20 volte in tre
mesi. Per evitare una catastrofe, lunedì 10 febbraio, le Nazioni Unite
hanno chiesto un’azione urgente. L’Onu sta cercando 76milioni di dollari
per aiuti immediati dai donatori statali in modo da contribuire a finanziare la
distribuzione massiccia di insetticidi e altre tecniche di
eradicazione. Da domenica 9 febbraio sono state schierate forze militari
per aiutare a irrorare i pesticidi a terra, mentre ci si sta attrezzando per
l’irrorazione aerea, considerata l’unico controllo efficace.
Non si verificava un tale fenomeno da circa 70 anni in
Somalia e da un quarto di secolo in Somalia ed Etiopia. In
molti hanno rilevato la responsabilità della sciagura nel cambiamento
climatico, ovvero nelle piogge insolitamente intense e dal potente ciclone che
si è verificato al largo della Somalia a dicembre. Le locuste sarebbero infatti
state trasportate dai venti della tempesta dalla Penisola Arabica, e ora si
stanno nutrendo della vegetazione della Somalia. I cambiamenti climatici
aumentano la presenza di cicloni dall’Oceano Indiano al largo dell’Africa
Orientale e di conseguenza la probabilità della diffusione di ulteriori focolai
di locuste. Secondo la Fao gli insetti stanno mettendo a repentaglio la
sicurezza alimentare e il sostentamento nel Caucaso e nell’Asia centrale. Solo
nel Caucaso, 25milioni di ettari di aree coltivate sono minacciate e almeno
20milioni di persone sono a rischio.
Funzionari delle Nazioni Unite avvertono che è
necessaria un’azione immediata prima che le precipitazioni previste nelle
prossime settimane portino vegetazione fresca per nutrire le nuove generazioni
di locuste. Mark Lowcock, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per
il coordinamento degli affari umanitari, durante il briefing di lunedì a New
York ha chiarito che “esiste il rischio di una catastrofe”, avvertendo che
13milioni di persone già affrontano una grave insicurezza alimentare nell’area
– 10 milioni in luoghi colpiti da locuste – e che la Regione non può
permettersi un’altra scossa. Mentre la Fao ha avvertito che altri
20milioni di persone nella Regione rischiano l’insicurezza dal punto di
vista alimentare. L’invasione, infatti, è così grave che potrebbe persino
interrompere la semina delle colture nelle prossime settimane, andando a
peggiorare ulteriormente la situazione.
Alla questione ambientale si unisce quella legata al
conflitto. Alcune delle aree in cui agiscono gli insetti
sono sotto l’influenza del gruppo estremista al-Shabab. Questo rende quindi
difficile, anzi impossibile, l’irrorazione aerea delle locuste. Le locuste
stanno inoltre mangiando la vegetazione che sostiene le comunità di pastori
della Regione, per questo l’ambasciatore keniano Lazarus Amayo ha avvertito che
esiste un “rischio di conflitto comunitario sui pascoli”.
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