Da anni è ben nota
la situazione: sulla costa di Orosei (NU) centinaia di ettari di terreni a uso
civico, appartenenti al locale demanio civico di cui sono titolari
esclusivi tutti i cittadini residenti nel centro della costa orientale sarda,
sono stati venduti illegittimamente dal Comune nel corso del tempo.
Sono sorti
complessi turistico-edilizi e “seconde case”, spesso gli attuali acquirenti
ignorano le vicende degli anni passati.
Le Amministrazioni
comunali e il Consiglio regionale hanno
tentato le soluzioni più fantasiose e illegittime, venendo sempre fermati
da Corte
costituzionale e azioni
ecologiste, sprecando soldi e tempo, esasperando poi tanti incolpevoli
cittadini.
Ignorata la
soluzione più semplice e rispettosa di leggi e buon senso: trasferire i diritti
di uso civico dai terreni irrimediabilmente compromessi a boschi e coste di proprietà
comunale.
Si vuol favorire
l’ennesima speculazione
immobiliare? Il tentativo finirebbe ancora
male…
Ne parla, bene e
con estrema chiarezza, Paolo Merlini su La Nuova Sardegna.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Nuova Sardegna, 17 giugno 2017
Hanno
acquistato i terreni dal Comune e costruito le loro case a partire dagli anni
’50: ma dal 2005 le aree sono demaniali. (Paolo Merlini)
OROSEI. Mille
abitazioni nel litorale di Cala Liberotto, Sas Linnas Siccas e Sos Alinos sono
praticamente sotto sequestro da dodici anni. I loro proprietari, in maggioranza
nuoresi o dell’interno, possono ovviamente utilizzarle per le vacanze o per
abitarci, e continuano a pagare le tasse e i tributi comunali, ma non possono
disfarsene, mettendole in vendita o trasferendo la proprietà a un parente
stretto; in teoria non potrebbero neppure attuare alcun intervento di restauro
degli immobili, destinati dunque a un progressivo degrado. Il motivo? Quei
mille cittadini si trovano nell’assurdo giuridico, e anche esistenziale se
vogliamo, di essere proprietari di case ma non dei terreni su cui sono state
costruite. Terreni che avevano regolarmente acquistato a partire dagli anni
Cinquanta e che poi si sono rivelati – molto a posteriori, nel 2005 – gravati
da usi civici. In poche parole le case sorgono su terreni che erano e sono
ancora un bene della collettività.
Beffati
anche gli svizzeri. Avrebbero dovuto informarsi sullo status di
quei terreni i cittadini che li acquistarono 30,40, 50 o 60 anni fa?
Probabilmente sì, ma il venditore sembrava al di sopra di ogni sospetto. E lo
era, probabilmente, almeno per l’epoca. Nella maggior parte dei casi si
trattava infatti dell’amministrazione comunale di Orosei, che voleva
incentivare il turismo lungo le proprie, splendide coste. Un ente pubblico,
dunque, il classico soggetto dal quale comprare un’auto usata a occhi chiusi. E
infatti tutto è andato bene per qualche decina d’anni; Cala Liberotto è
diventata una delle perle turistiche della costa orientale, le sue spiagge sono
tra le mete preferite del turismo internazionale. Seconde case a parte, si
pensi al caso dell’hotel Tirreno, per tutti a Orosei l’albergo degli svizzeri
(appartiene al gruppo Ferienverein): 70mila presenze l’anno, un fatturato di
otto milioni l’anno. “Abusivo” pure questo.
Nasce il
consorzio. Cosa hanno fatto dal 2005 (anno del primo accertamento
degli usi civici da parte della Regione, al quale è seguito un secondo e
definitivo nel 2011) a oggi per risolvere il problema le amministrazioni
comunali che si sono succedute alla guida di Orosei? Poco o nulla, a giudicare
dal fatto che la situazione giuridica di quei terreni (1253 ettari) non è
affatto mutata; autentici pasticci, a sentire il Consorzio Cala Liberotto (la
maggior parte delle case “abusive” si trova qui, in un’area di 260 ettari),
costituito quattro anni fa dai proprietari delle abitazioni per tentare di
risolvere la vicenda dagli aspetti paradossali che abbiamo visto. Ora però il
consorzio, presieduto da Francesco Chironi, è intenzionato a far valere le
proprie ragioni con il Comune anche in sede giudiziaria.
Lo
“scambio” con Biderosa. La soluzione, fra l’altro, dopo anni di
tentativi di risolvere il caso Orosei con postille in leggi regionali – volte a
“sclassificare” gli usi civici – è sempre stata sotto gli occhi di tutti.
Basterebbe infatti che il Comune chiedesse alla Regione di trasferire una parte
di quegli usi civici da Cala Liberotto all’oasi di Biderosa, seicento ettari di
proprietà del Comune dove non esiste una sola abitazione, grazie al lavoro di
tutela dell’ex Ente Foreste, sulla quale gravano vincoli assoluti di modifica
dei luoghi. Un passaggio semplice, suggerito anche da una sentinella
dell’ambiente come il Gruppo
d’intervento giuridico, che segue il problema degli usi civici su
scala regionale denunciando gli abusi laddove ci sono. Posto che Cala
Liberotto, Sas Linnas Siccas e Sos Alinos sono ormai “compromesse”, almeno
sotto il profilo degli usi civici, perché qui è stata concessa e autorizzata la
costruzione di centinaia di abitazioni, basterebbe trasferire lo status di
demanio all’oasi naturalistica, dando anche più forza alla sua tutela. Ma di
giunta in giunta il Comune di Orosei tenta altre strade, collezionando solo
fallimenti.
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