A Miami i cambiamenti climatici sono già arrivati. E assieme a loro allagamenti e pompe. Progetti per elevare le strade. Muri
di contenimento. Cambio nei codici di costruzione. Si stima che il 12,5 per
cento delle case della Florida sarà colpito dai cambiamenti climatici. Costi
inestimabili.
Un giorno hanno trovato un polipo in un garage. E
così l’uber turistica Miami Beach sta progettando un sistema complesso di protezione delle
coste che costerà in totale cinquecento milioni di dollari. Ma non è così semplice fermare l’alta marea che spesso da un momento
all’altro pervade le strade, i giardini, le case. Ogni anno un po’ di più. È l’acqua salata che
pian piano inizia a risalire dai tombini, che a volte resta per vari giorni ad
allagare un pochino le vie e le case, e che trenta anni fa non esisteva.
Le previsioni sono che entro i prossimi cento anno il livello del mare in
Florida si innalzerà di circa due metri. Il che vuol dire due
centimetri l’anno. Il che vuol dire che queste maree continueranno.
E cosi, nella zona residenziale di Shorecrest di Miami, una delle più
vulnerabili si pensa a un’altra soluzione, radicale. Abbattere le case di miliardari e dei
più poveri che vivono qui e restituire la terra al mare. Imparare a convivere
con il mare. E questo perché non è pensabile né realistico portare
in alto tutte le strade, perché l’allagamento persiste anche nei giorni di sole, perché i costi
per salvare tutto sarebbero astronomici e perché la battaglia sarebbe persa
dall’inizio: alla fine vincerà la natura. Che fa l’altro abbiamo messo noi
umani in azione.
Si tratterebbe di una compravendita volontaria fra i privati e il governo,
che trasformerebbe l’area in una sorta di parco-spugna dove l’acqua potrebbe
essere assorbita nei periodi di alta marea, proteggendo in modo più naturale
l’entro terra.
La città ha già iniziato a comprare terre e case. In alcuni casi si pensa
di costruire delle banchine elevate su cui passeggiare, e usare pompe, in caso
di eccessiva marea. Altrove ci vorranno muri di contenimento; alcune strade saranno
ricostruite più elevate.
Anche la comunità di Arch Creek, nella contea di Dade, la stessa di Miami
si pensa di comprare e demolire le case più vicine alle zone che allagano con
maggior frequenza. Già tredici proprietari hanno chiesto di poter partecipare. Funzionerà a grande scala? Non si sa perché il tutto è volontario, perché i prezzi delle case in
riva al mare sono astronomici e non tutti vogliono cedere le loro abitazioni
per fare la zona umida. Ma i problemi continuano e occorre agire. A Miami e
dintorni i King Tide si fanno sempre più problematici.
Cos’è il King
Tide? È un periodo collegato all’arrivo della luna piena, in cui le maree sono
più persistenti. Le zone allagano anche senza la pioggia. Il King Tide del novembre del 2016 è durato almeno due settimane, un
record, con l’acqua dappertutto. In alcuni casi
l’acqua, diciamo, non era di qualità migliore, era mescolata a sostanze
inquinanti e a volte anche a rifiuti fognari. Fra i problemi più o meno gravi
associati al King Tide: la vegetazione muore, le macchine arrugginiscono, la
viabilità è limitata, l’acqua viene schizzata ovunque sui vestiti mentre si
saltella da un marciapiede all’altro, i bidoni dell’immondizia vengono
rovesciati dall’acqua.
Il King Tide non colpisce solo Miami, ma anche altre
città della zona: Fort Lauderdale è stata inondata come non mai prima del 2016. In
alcune località si parla di un King Tide al mese. Ci sono pure delle app per avvertirti.
Per la cronaca elevare una strada di quindici centimetri costa circa un
milione di dollari al chilometro. Intanto, il l governatore della Florida, il
repubblicano Jim Scott ha vietato l’uso dell’espressione cambiamenti climatici.
http://comune-info.net/2017/06/miami-terrore-della-luna-piena/
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