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Il gruppo Pack2Go Europe, con sede a Brussels e che rappresenta i produttori di involucri di plastica ed affini dice che addirittura occorre che l’UE prenda azioni legali contro la Francia per avere infranto le regole europee !
Dicono che non sta scritto da nessuna parte che gli involucri e le forchette biodegradabili siano meno dannosi per l’ambiente che la plastica. Anzi, secondo Eamonn Bates del gruppo Pack2Go Europe usare forchette biodegradabili potrebbe essere un problema perche’ la gente pensera’ che uno puo’ lasciare le forchette nei boschi perche’ “tanto sono biodegradabili”!
Beh e’ evidente che queste sono tutte assurdi tentativi di mantenere lo status quo. Nella mia esperienza gli incivili che lasciano le forchette nei boschi lo fanno che siano di plastica o di carta. Quindi, caro Bates, meglio procedere con l’educazione alla forchetta da riutilizzare, meglio ancora alla forchetta di metallo, alle multe a chi lascia la monnezza nei boschi e si, alle forchette biodegradabili che rende piu’ facile smaltirle.
Ma come sempre, e’ il canto del cigno morente. Nel mondo ci sono vari tentativi di fermare la proliferazione di monnezza a base di plastica.
A Los Angeles sono vietati tutti i contenitori di polistirolo. Varie comunita’ nel mondo hanno vietato le buste di plastica, fra cui New York, Los Angeles, San Francisco che non solo ha messo al bando le sporte di plastica nel 2007 ma ha anche vietato le bottigliette di acqua mono-uso nel 2014.
Addirittura Obama inizia a parlare di un diveto totale alle buste di plastica in tutti gli USA. Meglio tardi che mai.
Non sappiamo quanta di questa plastica francese sara’ tolta dai mari, ma di certo, piu’ ne produciamo e piu’ ne usiamo, piu’ e’ grande la possibilita’ che finisca in mare. Ed e’ li che spesso ci sono guai, perche’ i pesci non capiscono cosa si possa mangiare e cosa no.
Spesso i pesci scambiano la plastica per meduse, ed e’ evidente che visto che la plastica non e’ biodegradabile, il rischio e’ eterno. Anzi, spesso viene spezzettata in micro-pezzetti che sono ancora piu’ pericolosi perche’ piu’ facilmente ingeriti dagli animali e perche’ possono rilasciare sostanze chimiche nel mare, come i policlifenilorobi brevettati dalla Monsanto, dalla tossicita’ non troppo diversa dalla diossina ed usati spesso nelle plastiche.
I policlorobifenili sono stati vietati dal 1971, ma vanno ancora in giro nel mare, perche’ appunto, una volta finiti in mare, restano li. I pesci li mangiano ancora. E noi mangiamo ancora quei pesci.
Si calcola che ogni anno 100,000 creature del mare muoiano perche’ incastrate nella plastica e un milione di uccelli muoiano perche’ le loro pancie sono piene di plastica.
E quindi, come sempre, da qualche parte occorre iniziare.
Per adesso, evviva la Francia.
Il gruppo Pack2Go Europe, con sede a Brussels e che rappresenta i produttori di involucri di plastica ed affini dice che addirittura occorre che l’UE prenda azioni legali contro la Francia per avere infranto le regole europee !
Dicono che non sta scritto da nessuna parte che gli involucri e le forchette biodegradabili siano meno dannosi per l’ambiente che la plastica. Anzi, secondo Eamonn Bates del gruppo Pack2Go Europe usare forchette biodegradabili potrebbe essere un problema perche’ la gente pensera’ che uno puo’ lasciare le forchette nei boschi perche’ “tanto sono biodegradabili”!
Beh e’ evidente che queste sono tutte assurdi tentativi di mantenere lo status quo. Nella mia esperienza gli incivili che lasciano le forchette nei boschi lo fanno che siano di plastica o di carta. Quindi, caro Bates, meglio procedere con l’educazione alla forchetta da riutilizzare, meglio ancora alla forchetta di metallo, alle multe a chi lascia la monnezza nei boschi e si, alle forchette biodegradabili che rende piu’ facile smaltirle.
Ma come sempre, e’ il canto del cigno morente. Nel mondo ci sono vari tentativi di fermare la proliferazione di monnezza a base di plastica.
A Los Angeles sono vietati tutti i contenitori di polistirolo. Varie comunita’ nel mondo hanno vietato le buste di plastica, fra cui New York, Los Angeles, San Francisco che non solo ha messo al bando le sporte di plastica nel 2007 ma ha anche vietato le bottigliette di acqua mono-uso nel 2014.
Addirittura Obama inizia a parlare di un diveto totale alle buste di plastica in tutti gli USA. Meglio tardi che mai.
Non sappiamo quanta di questa plastica francese sara’ tolta dai mari, ma di certo, piu’ ne produciamo e piu’ ne usiamo, piu’ e’ grande la possibilita’ che finisca in mare. Ed e’ li che spesso ci sono guai, perche’ i pesci non capiscono cosa si possa mangiare e cosa no.
Spesso i pesci scambiano la plastica per meduse, ed e’ evidente che visto che la plastica non e’ biodegradabile, il rischio e’ eterno. Anzi, spesso viene spezzettata in micro-pezzetti che sono ancora piu’ pericolosi perche’ piu’ facilmente ingeriti dagli animali e perche’ possono rilasciare sostanze chimiche nel mare, come i policlifenilorobi brevettati dalla Monsanto, dalla tossicita’ non troppo diversa dalla diossina ed usati spesso nelle plastiche.
I policlorobifenili sono stati vietati dal 1971, ma vanno ancora in giro nel mare, perche’ appunto, una volta finiti in mare, restano li. I pesci li mangiano ancora. E noi mangiamo ancora quei pesci.
Si calcola che ogni anno 100,000 creature del mare muoiano perche’ incastrate nella plastica e un milione di uccelli muoiano perche’ le loro pancie sono piene di plastica.
E quindi, come sempre, da qualche parte occorre iniziare.
Per adesso, evviva la Francia.
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