di Maria Teresa Messidoro (*)
Ogni bambino conosce il caratteristico
barattolo di Nutella, il prodotto più famoso della Ferrero. Alla Nutella è
dedicato il sito https://www.nutella.com/ dove le parole
sdolcinate non mancano: fatta con amore, un amore da record, come te non c’è
nessuno. Per capirci, la sezione delle storie sulla Nutella riportano, al 3
dicembre 2017, più di 76.000 storie da oltre 110 Paesi.
Nutella, un simbolo italiano. Italiano? Beh,
non proprio. Se navighiamo sul sito dell’azienda frutticola Agri Chile – http://www.agrichile.cl/ – scopriamo che è
parte del mondo Ferrero; non solo: in venticinque anni di storia, ha trasformato il Cile in
uno dei più importanti produttori a livello mondiale della nocciola “europea” (parole testuali).
Cosa succede dunque? Accade che la regione del
Maule, in Cile, soprattutto intorno alla cittadina di Pelarco, si sta
convertendo in un zona di monocoltura di nocciole europee che, proprio
attraverso AgriChile, arrivano alla Ferrero per la produzione della Nutella e
di cioccolatini come il celebre e “seducente” Ferrero Rocher.
Il raccolto 2017 parla di 20.000 tonnellate di
nocciole, con guscio. Se nel 2016 Agri Chile possedeva 3040 ettari coltivati a
nocciole, quest’anno sono 4200, per un’esportazione calcolata in quasi 75
milioni di dollari. Peccato che gli abitanti del luogo denuncino da tempo
l’impiego nelle coltivazioni di nocciole del pesticida Paraquat, tanto
pericoloso da essere stato messo al bando nell’Unione Europea: gli studi
ufficiali della OMS o della FAO ne indicano alta tossicità, possibilità di
cancro per gli esseri umani che ne vengano a contatto, effetti mutageni e danni
per la riproduzione. In Brasile, come conseguenza della rivalutazione ufficiale
dei danni provocati dal pesticida, il Paraquat sarà messo ufficialmente
proibito da settembre del 2020.
In Cile la situazione è differente: Maria
Elena Rozas, rappresentante di una organizzazione ambientalista contro i
pesticidi, la Red de acción en
Plaguicidas, di recente ha dichiarato che «nonostante da anni in Cile
si chieda la proibizione di pesticidi pericolosi come il Paraquat, la lobby
industriale degli agrotossici ha impedito di fatto qualsiasi misura legale a
riguardo. Nel 2007, il Senato impedì l’approvazione di una legge che avrebbe
messo al bando i pesticidi più pericolosi, nonostante il progetto fosse stato
approvato all’unanimità nella Camera dei Deputati. Un segnale inquietante del mondo
politico è stata la recente elezione nella Regione del Maule di Jaime Naranjo,
uno dei senatori che si oppose a quella legge. D’altra parte è nota la sua
connivenza e subalternità all’industria chimica, incurante dei danni patiti da
lavoratori e lavoratrici».
La presenza di Agri Chile nel Maule ha di
fatto cambiato il paesaggio, rendendo praticamente impossibile la coltivazione
biologica da parte di contadini locali o piccole società agricole presenti sul
territorio. Non solo: la filiale della Ferrero continua a ignorare il
“Protocollo di Agricoltura Sostenibile” che invita a rispettare in Cile i
diritti umani, a promuovere condizioni più eque per i lavoratori del settore
agricolo e a un monitoraggio costante delle acque dei fiumi, i primi ad essere
danneggiati dagli scarichi chimici delle industrie.
La “nostra” Nutella ha costi occulti, che
spesso ignoriamo e che una “grande marca” come la Ferrero non ha nessuna
intenzione di farci sapere. Desinformemonos
– cioè disinformiamoci – è il sito di controinformazione in cui ho
scovato l’articolo sui costi della Nutella (**) che termina così: «Questo sito
è di libero accesso e riproduzione. Non è finanziato né dalla Nestlè né dalla
Monsanto. Desinformemonos non dipende da
loro né da altri come loro, ma da te. Contribuisci al giornalismo indipendente.
E’ tuo». Sagge parole.
(*) Maria Teresa Messidoro è vicepresidente
dell’Associazione «Lisangà culture in movimento»
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