"AGIP has continued to pollute a canal within its
facility in
Brass despite several representations by the community
and state government"
Attorney-General e Commissioner for Justice
Bayelsa State Government, Nigeria
“We cannot drink water, we cannot bathe in the
river,
our aquatic life such as fish and animals are
dying."
Lettera aperta dei residenti di Bayelsa sull'ennesimo episodio
di inquinamento AGIP nelle loro comunita'
Filippo Cotalinni, Media Relations Manager at
ENI,
has yet to respond to a request for comments on the
incident.
Qualche mese
fa il Bayelsa State Government ha rilasciato i dati per l'inquinamento da petrolio nell'anno
2014.
Un totale di
1,000 sversamenti di greggio nel paese in un solo anno.
Zero
rimedi. Zero rimborsi.
Secondo
l'Attorney-General e Commissioner for Justice, Kemeasuode Wodu, nessuna delle
grandi compagnie ha fatto molto per migliorare le cose, che la situazione
in Bayelsa e' drammatica a causa dei signori del petrolio.
Anche
l'ENI/AGIP e' chiamata in causa.
Nel 2015
scoppio' l'oleodotto dell'AGIP presso Clough Creek, Azuzuama.
Morirono in
14 fra cui un membro dello staff del Ministero dell'Ambiente di Bayelsa.
La nostra
beneamata, secondo Wodu, evacuo' i corpi dei feriti e dei morti in fretta in
furia a Port Harcourt nel vicino Rivers State, per cercare di insabbiare le
indagini. Non hanno mai cooperato con le autorita' per far si che ci fosse una
investigazione appropriata sull'incidente.
E poi ancora
Wodu ricordo' l'enorme sversamento da un'impianto a mare dell'AGIP on localita'
Brass il 27 Novembre 2010, che causo' enormi danni all'ecosistema.
Neanche qui gli elegante eredi di Enrico Mattei fecero niente. Niente fecero loro, niente fecero gli enti nigeriani. Anzi, l'AGIP continua a inquinare i canali marini, nonostante le proteste della comunita' e delllo stato di Bayelsa.
Neanche qui gli elegante eredi di Enrico Mattei fecero niente. Niente fecero loro, niente fecero gli enti nigeriani. Anzi, l'AGIP continua a inquinare i canali marini, nonostante le proteste della comunita' e delllo stato di Bayelsa.
Passa
neanche un mese, e il 2 Novembre 2016 i residenti di Ekole Creek sempre dello
stato di Bayelsa riportano un "massive oil leak" dell'AGIP di
Nigeria.
Distrutta la pesca distrutti i campi
Secondo i residenti, il petrolio ha coperto uno strato di circa5 centimetri sulla
superficie dell'acqua dei loro fiumi. Il copione e' sempre lo stesso, pesci
morti, spaventati, ed impossibile da catturare sani o da mangiare. Acqua
contaminata che non si puo' piu' usare ne per bere, ne par farsi il bagno.
In una lettera aperta, i residenti scrivono
“We cannot drink water, we cannot bathe in the river, our aquatic life such as fish and animals are dying."
Il rappresentante ENI, Filippo Cotalinni, il loro Media Relations Manager non ha risposto alle richieste di speigazioni o di commenti da parte della stampa di Nigeria.
Distrutta la pesca distrutti i campi
Secondo i residenti, il petrolio ha coperto uno strato di circa
In una lettera aperta, i residenti scrivono
“We cannot drink water, we cannot bathe in the river, our aquatic life such as fish and animals are dying."
Il rappresentante ENI, Filippo Cotalinni, il loro Media Relations Manager non ha risposto alle richieste di speigazioni o di commenti da parte della stampa di Nigeria.
Siamo nella
regione dell'Ogbia dove la Shell rilascia petorlio da un oleodotto nel piu'
importante fiume della zona, l'Ekoli. Sono morti in due. Perche' e' successo
questo? Secondo Sodaguwa Festus-Omoni, rappresentante dell'area, a causa della
scarsa manutenzione di oloeodtto vecchi e corrosi.
Era vecchio
di 40 anni. Avrebbe dovuto essere rimpiazzato dopo venti.
Cioe' venti
anni fa.
Sono dieci
anni che accadono queste cose, a Ogbia come a Bayelsa, da parte della Shell
come da parte dell'ENI e nessuno fa niente.
Sodaguwa
Festus-Omoni dice chiaramente che e' la politica di queste multinazionali di
sperare che il silenzio conservi lo status quo. Cioe' qui non si preoccupano
nemmeno di dichiarare il tuttapposto, non dicono proprio niente:
“I think it is a practice of these oil majors to cover up. They take it for granted that the people are so ignorant that it will not go anywhere."
Ovviamente fa sempre comodo parlare invece di vandali e di attacchi da parte dei ribelli.
Ma secondo Sodaguwa Festus-Omoni tutto questo disastro di cui non parla nessuno ne in Nigeria ne tantomeno in Europa o negli USA, e' solamente a causa della negligenza da parte della Shell.
Con la scusa del vandalismo, i vecchi oleodotti non vengono controllati, riparati o sostituiti, e .. voila',
petrolio dappertutto. E silenzio.
Anche qui la storia e' la stessa, di fiume essenzialemente distrutto, pesca e usi potabili non piu' possibili, gente con eczemi a causa degli idrocarburi dispersi nel mare.
La Shell dice di ora stare facendo delle indagini.
E infine, il
2017 si apre con la stessa Royal Dutch Shell che ha dovuto chiudere l'oleodotto
nigeriano Trans Niger oil pipeline a causa di un incendio in
localita' Kpor, in Ogoniland.
Passano qui
circa 180,000 barili di petorlio al giorno, greggio che arriva fino al Bonny
Export Terminal nel Niger Delta.
La
produzione di petrolio dalla Nigeria continua a crollare a causa dei ribelli e
di attacchi alle infrastrutture che si sono asusseguiti nel 2016. Ad Agosto
2016 il minimo storico delle estrazioni con circa 1.39 milioni di barili al
mese, il valore piu' basso dal 1988.
La Shell non
ha avuto alcun commento.
Tutto questo accade lontano.
Ma quel petrolio lo usiamo noi.
L'ENI e' al 30% di proprieta' statale.
Siamo noi.
Tutto questo accade lontano.
Ma quel petrolio lo usiamo noi.
L'ENI e' al 30% di proprieta' statale.
Siamo noi.
Nessun commento:
Posta un commento