Un nuovo rapporto di Oxfam, presentato oggi a
Terra Madre, rivela che circa il 60% degli accordi terrieri degli ultimi 16
anni ha sottratto terre comuni ai popoli che le abitano. 2,5 miliardi di
persone appartenenti ai popoli indigeni abitano più di metà della Terra, ma
solo a 1/5 vengono riconosciuti titoli di proprietà
Il
diritto alla terra per gran parte dei popoli indigeni e le comunità di piccoli
agricoltori è sempre più un miraggio. In milioni sono costretti con la forza a
lasciare la propria casa, mentre nel mondo si registra che un’estensione di
terra pari alla Germania è stata messa in vendita nel totale disprezzo dei loro
diritti. A rivelarlo è il nuovo rapporto di Oxfam, Custodi della terra, difensori del
nostro futuro, realizzato in collaborazione con la Land Matrix Iniziative e
presentato oggi a Terra Madre nell’ambito
della campagna Land Rights Now.
L’impennata di violenza nella corsa alla terra. Il 75% delle
oltre 1.500 transazioni fondiarie, indagate negli ultimi 16 anni, riguarda
contratti relativi a progetti già in fase di realizzazione; ma il dato più
preoccupante è che il 59% di queste riguarda terre comuni rivendicate da popoli
indigeni e comunità di piccoli agricoltori, la cui titolarità alla terra è
scarsamente riconosciuta dai governi. Solo in rari casi si è stabilito un
dialogo preventivo con le comunità, mentre più spesso, e tragicamente, si è
fatto ricorso alla violenza estrema che ha portato a omicidi e sfratti
indiscriminati in moltissimi villaggi. Una prassi che, dalle osservazioni sul
campo, sembra diventare la norma...
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