Così una sera, dopo averla messa a letto, mi sono sdraiato accanto a lei e le ho detto: “Tu lo sai che sei una bambina superintelligente, vero?”. “Davvero lo pensi?”, mi ha risposto subito lei, “perché io penso proprio di no. Non sono intelligente a scrivere e non sono intelligente a leggere. I miei compagni sono tutti più bravi di me”.
Mentre mi parlava, due grosse lacrimone le scendevano sulle guance. Io l’ho abbracciata forte e le ho fatto una lunghissima lista dei motivi per cui penso che sia un piccolo genio. E non ho smesso finché non si è addormentata con un sorriso sul volto.
I risultati del test arriveranno a giorni, ma noi ci siamo convinti che anche una leggera forma di dislessia non sarebbe un problema se riusciremo a convincere nostra figlia che è una bambina perfetta così com’è. E a quelli che dubitano che siamo una famiglia, cerchiamo di non pensarci. Anche perché siamo troppo impegnati a essere una famiglia.
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