Lo psichiatra statunitense Leon
Eisenberg, il padre
scientifico dell’Adhd(acronimo inglese di Attention
Deficit Hyperactivity Disorder, Disturbo da Deficit di
Attenzione/Iperattività), nella sua ultima intervista a Der Spiegel (2011) ha detto: “L’Adhd è un
ottimo esempio di malattia fittizia”,
dunque inventata.
Ciononostante
la “malattia” continua a infestare i manuali diagnostici e statistici. Sono tra l’1 e il 3 per cento i bambini affetti
da Adhd, con una maggiore concentrazione nelle società più
industrializzate. In Germania,
l’uso di farmaci per curare il deficit di attenzione è passato da 34 kg (nel
1993) a 1.760 kg (nel 2011), con un aumento di 51
volte nelle vendite. Negli Stati uniti l’incidenza (crescente) è dell’8,4 per cento (ben 5,3
milioni di diagnosi) con un incremento del 66 per cento
tra il 2000 e il 2010. Sempre negli Usa, il 90 per cento dei bambini iperattivi
è curato con psicofarmaci.
Insomma, i bambini che non
stanno tranquilli mentre la maestra spiega (magari
cose inutili, noiose, incomprensibili…), che disturbano il compagno di banco (forse per consentire alla propria residua
vitalità, mortificata dall’esercizio scolastico più pedestre, di sopravvivere
nelle forme di una socialità «clandestina») diventano piccoli ammalati, «da curare»: una pillola ogni due-tre ore e l’alunno sta
tranquillo, al suo posto. È formula magica suadentemente recitata negli annunci
pubblicitari, in spregio alle rigide norme statunitensi che vietano di
rivolgersi direttamente ai consumatori per propagandare prodotti farmaceutici
che possono creare dipendenza – un eloquente dato sociale: le loro prescrizioni
sono tra le più rubate.
Va ricordato che, dopo trent’anni di ricerca e
migliaia di esperimenti compiuti in prestigiose università, non vi sono ancora
prove scientifiche certe dell’esistenza della malattia che il farmaco dovrebbe
curare. Per contro, si è notato che i disturbi lamentati spesso
si attenuano quando gli scolari sono in vacanza o nei casi in cui si presti
loro maggiore attenzione. Eppure l’Adhd viene trattata alla
stregua di una malattia biologica, anche se non esiste alcuna possibilità di
verifica in tal senso; d’altra parte, se sussistessero prove biologiche,
diverrebbe una malattia «fisica», neurologica (non sarebbe nemmeno di
competenza psichiatrica) accertabile con esami del sangue o altro test di
laboratorio; invece non è mai stato trovato alcun marcatore biochimico,
neurologico o genetico per il disturbo da deficit di attenzione, d’altra parte
risulta dubbia l’attività di associazioni come la Chadd (Children and Adults
with Adhd) che ogni anno riceve oltre un milione di dollari dalle grandi
industrie farmaceutiche per finanziare iniziative di sensibilizzazione.
La malattia è
fittizia, ma gli interessi economici sono veri. E i danni per la salute anche
mentale di bambini e ragazzi drammaticamente reali.
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