lunedì 18 gennaio 2016

SIAMO ANGOSCIATI. IL GRIDO DEI MEDICI


Un appello da sottoscrivere (*)


Caro presidente Mattarella, abbiamo ascoltato ed apprezzato il suo discorso di fine anno, in particolare dove lei ha toccato il tema dell’inquinamento e delle sue ricadute per la salute.
Il tema è di stringente attualità, specie in queste settimane di continui superamenti dei livelli di smog ed in cui ci sembra paradossale che non si possa far altro che sperare in un cambiamento delle condizioni climatiche (come se ”magicamente” con la pioggia gli inquinanti si dileguassero e non ricadessero viceversa al suolo) e sembra che non ci resti altro che confidare nella “benignità” di quella Natura che viceversa costantemente violiamo. Proprio a questo proposito, come cittadini italiani, ci rivolgiamo a Lei per esprimerle tuttoil nostro più profondo sgomento e la nostra angoscia per i tempi che stiamo vivendo.
Siamo certamente preoccupati per la mancanza di lavoro e perché non vediamo un futuro per i nostri giovani, ma ancor più ci angoscia la consapevolezza che stiamo compromettendo un bene ancora più prezioso: la loro salute.
Vorremmo tanto continuare a illuderci di vivere nel “Bel Paese”, ma purtroppo così non è: lei saprà che l’ultimo rapporto dell’ UE ci pone al primo posto per morti premature in Europa a causa dei livelli di PM2.5, ossidi di azoto, ozono.
Siamo il Paese dove la speranza di “vita in salute” alla nascita (disabilità medio-grave) dal 2004 al 2013 è diminuita di 7 anni nei maschi e di oltre 10 nelle femmine. Secondo l’ultimo rapporto dei registri tumori (AIRTUM) “Considerando il rischio cumulativo di avere una diagnosi di qualunque tumore, questa probabilità riguarda un uomo ogni due e una donna ogni tre nel corso della loro vita”.
Gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ACCIS, Automated Childhood Cancer Information System – IARC), dei quali si attende un aggiornamento proprio quest’anno, hanno tempo fa evidenziato come questo problema sia rilevante anche nei bambini, con un’incidenza di tumori infantili più alta in Italia rispetto alle medie europee sia nella fascia di età 0-14 che in quella 0-19.
Dall’esame del più aggiornato rapporto nazionale AIRTUM emerge, come ricordato in un editoriale pubblicato sulla rivista “Epidemiologia e Prevenzione” nel 2013, che i tassi italiani di incidenza dei tumori in età 0-14 anni continuino ad essere tra i più alti fra i paesi occidentali, nonostante la crescita si sia apparentemente stabilizzata rispetto ai dati precedenti.
A questo si aggiunga la rilevanza di particolari, stridenti e diffuse criticità sanitarie locali da danno ambientale come quelle che caratterizzano i Siti di Interesse Nazionale (SIN), ben descritte dagli studi “SENTIERI” dell’Istituto Superiore di Sanità e valide per tutte le classi età, o i rilevi del recentissimo rapporto dell’ISS sulla Terra dei Fuochi, nel quale si legge che: “Per quanto riguarda la salute infantile è emerso un quadro di criticità meritevole di attenzione, in particolare si sono rilevati eccessi nel numero di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori, e, in entrambe le province, eccessi di tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni.”
In maniera simile, nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla situazione di Taranto, dove si è registrato un eccesso di incidenza di tumori in età pediatrica del 54% rispetto all’atteso regionale, si ricorda come “l’osservazione di un eccesso di incidenza dei tumori e delle malattie respiratorie fra i bambini e gli adolescenti contribuisce a motivare l’urgenza degli interventi tesi a ripristinare la qualità dell’ambiente”.
A proposito dei SIN è anche importante sottolineare come, nonostante le evidenze epidemiologiche, ci siano ancora, in questo momento, circa sei milioni di italiani che risiedono in aree ad elevato rischio ambientale e sanitario senza che in quasi nessuno di questi luoghi si siano avviate le pratiche di bonifica e risanamento previste dalla legge. In alcuni di questi luoghi (ad esempio Taranto), in assenza di bonifiche si è persino continuato ad insediare nuove sorgenti inquinanti.
Ma quante piccole o grandi Taranto e quante Terre dei Fuochi ci sono sparse nel nostro paese?
Le evidenze scientifiche dimostrano ampiamente che le sostanze tossiche presenti nell’aria, nei cibi, nelle acque generano un aumento del rischio non solo di cancro o di patologie cardiovascolari, ma anche di tante altre malattie in adulti e bambini: sindrome metabolica, diabete, obesità, patologie neurodegenerative, disturbi dello spettro autistico, infertilità, abortività spontanea, (anche per valori di inquinanti abbondantemente al di sotto dei limiti di legge), diminuzione del Quoziente Intellettivo, per non citarne che alcune.
In Europa si calcola che ogni anno si perdano 13 milioni di punti di QI e si contino ben 59.300 casi aggiuntivi di ritardo mentale a causa dell’esposizione durante la gravidanza a pesticidi organo-fosforici e che, in definitiva, per l’esposizione a sostanze che agiscono come interferenti endocrini i costisanitari conseguenti ammontano a 209 miliardi di euro, pari all’1,23% dell’intero prodotto interno lordo.
L’Italia è il Paese europeo che consuma più pesticidi per ettaro di suolo agricolo e la contaminazione nelle falde acquifere superficiali e profonde aumenta a dismisura.
La testimonianza coraggiosa di un imprenditore agrozootecnico che vede andare in fumo il lavoro e l’impegno di una vita per la contaminazione del suo terreno da insediamenti petroliferi ci ha letteralmente toccato il cuore e siamo certi che sarà così anche per lei.
Con il cuore in mano le vogliamo dunque chiedere se le sembra sensato che venga chiesto solo a noi cittadini di avere comportamenti virtuosi (raccolta differenziata/trasporto pubblico/meno riscaldamento nelle case) e nel contempo si attuino politiche energetiche e industriali che sono contrarie al più elementare buon senso. Alla luce di numerose evidenze scientifiche che dimostrano la nocività degli inceneritori di rifiuti (compresi quelli di nuova generazione), come si può prevedere di costruire nuovi impianti che avranno bisogno di enormi quantità di rifiuti da bruciare per almeno 20 anni per ammortizzare i costi, vanificando quindi tutti i nostri sforzi?
E che dire del recente decreto “Sblocca Italia” che, calcolando il “fabbisogno di incenerimento” invece del più sostenibile “fabbisogno di impianti per il recupero di materia” e superando i vincoli territoriali, consente già a centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti di viaggiare su e giù per l’Italia con l’ovvio aggravio anche dell’inquinamento da traffico? Come si possono prevedere incentivi agli inceneritori, pari ogni anno ad oltre 500 milioni di euro, per finanziare la produzione di energia da rifiuti e contemporaneamente chiedere ai cittadini di ridurre i rifiuti non riciclabili? Gli incentivi previsti per gli inceneritori sono superiori al totale dei contributi ricevuti dai Comuni dal CONAI per la raccolta differenziata degli imballaggi.
Non sarebbe più utile, sia dal punto di vista economico che ambientale, prevedere che quella cifra – proveniente dai contributi dei cittadini – fosse utilizzata per promuovere raccolte differenziate di qualità e impianti di recupero e riciclo? Si stima che un più uso efficiente delle risorse lungo l’intera catena potrebbe ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17%-24% entro il 2030, con risparmi per l’industria europea dell’ordine di 630 miliardi di euro l’anno. Chi così legifera non è in linea con quanto chiaramente indicato dalle direttive EU in tema di gestione di rifiuti che pongono il recupero di materia prioritario rispetto al recupero di energia, come è ormai documentato da fiumi di inchiostro. Chi così legifera sembra non considerare che ogni processo di combustione genera inquinamento atmosferico, rifiuti liquidi e ceneri tossiche (che vengono addirittura destinate alla produzione di cemento) e continua pervicacemente a premiare l’incenerimento di biomasse di ogni genere, inclusi scarti animali fino a ieri destinati a produrre mangimi.

Stiamo assistendo a devastazioni di fiumi per tagli sconsiderati degli alberi destinati a queste centrali e spuntano come funghi centrali a biogas in cui la materia organica invece di essere restituita ai suoli come compost viene “digerita” in assenza di ossigeno con rischi per ambiente e salute. Si “dimentica” che così facendo si perde il benefico effetto che l’aumento di sostanza organica nei suoli avrebbe nel contrastare non solo la desertificazione (che ormai riguarda il 30% dei nostri suoli) ma anche i cambiamenti climatici, grazie alla “cattura” della CO2, favorita anche dalla agricoltura biologica.
Per non parlare della follia di trivellare il nostro Paese per la ricerca di idrocarburi per mare e per terra i cui effetti devastanti sono ormai scientificamente e in modo incontestabile dimostrati: non è questa l’energia di cui abbiamo bisogno.
A tal proposito la lettera “Energia per l’Italia” indirizzata al Governo da valenti ricercatori e scienziati del nostro Paese è rimasta ad oggi senza risposta e così pure le considerazioni dei medici sono rimaste inascoltate. Sembra che non si voglia prendere coscienza del fatto che la materia sul nostro pianeta è qualcosa di “finito” e che la vita si è sviluppata grazie a una fonte esterna, il sole: è quindi a questa fonte inesauribile che dobbiamo rivolgerci per rendere possibile il proseguimento della vita stessa sulla Terra.
Caro Presidente, l’angoscia che portiamo nel cuore è davvero grande e non ci potremmo perdonare di non avere tentato ogni strada utile a contrastare la follia delle scelte che si vanno operando nel nostro Paese.
Come medici, ingegneri, ricercatori, scienziati, cittadini siamo disponibili a stilare un manifesto di intenti: “Italia sostenibile e responsabile”, anche perché, coerentemente con gli impegni assunti dal nostro Paese al vertice di Parigi, Cop 21, non vorremmo che tutto rimanesse, ancora una volta, lettera morta.
Le chiediamo quindi di riceverci, ascoltarci ed approfondire direttamente con noi le questioni che abbiamo sollevato. Vorremmo anche darle testimonianza delle tante esperienze positive e delle tante soluzioni già in essere nel nostro Paese, quali ad esempio quelle attuate nei Comuni Virtuosi che riteniamo dovrebbero essere maggiormente conosciute, valorizzate e premiate. La ringraziamo per l’attenzione e fiduciosi in un positivo riscontro voglia gradire i nostri più sinceri auguri e saluti.
Gentilini Patrizia, medico oncoematologo Forlì Comitato scientifico ISDE
Di Ciaula Agostino, medico internista Bari Comitato scientifico ISDE


(*) Appello diffuso in rete e rilanciato, tra gli altri, da comunivirtuosi.org e da «Comune info»


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