“Un’altissima lingua di fuoco, notte e giorno, secondo la legge del ciclo
continuo del petrolio, illumina le antiche tanche: è la Fiaccola, la
lunghissima torcia che brucia tutti i gas di scarico della Raffineria e li
scaglia, simile ad un drago vampante fiamme, contro l’azzurra indifferenza del
mare e del cielo.
Il petrolio grezzo esce dal ventre delle navi petroliere, nero e giallo
come l’occhio della vipera, scorre freddo dentro i tubi, va a scaldarsi le vene
nei forni di distillazione, entra in orgasmo nei talami a serpentina, si
accoppia come una bestia immonda dai mille sessi dentro le torri di
frazionamento e, infine, partorisce migliaia di figli: benzina, vaselina,
glicerina, paraffina, metano, butano, esano, ottano, etilene, acetilene, propilene,
polisti-rene, alchilati, nitrati, clorati, solfonati, eccetera, eccetera,
eccetera …
Gli operai di Sarrok non hanno più bisogno di Dio. Se c’è buio, Lui, il
Petrolio, fa luce. Se c’è freddo, Lui, il Petrolio, aziona i termosifoni. Se
c’è caldo, Lui avvia i condizionatori d’aria. Se l’acqua non viene
dal cielo, Lui la cava fuori dal mare col dissalatore … il Petrolio, col suo
ciclo continuo, non permette nemmeno di santificare le feste, non permette che
s’interrompa il lavoro neppure la Domenica, giorno del Signore, neppure a
Natale, neppure a Pasqua. Il vero, unico, Dio, a Sarrok, è Lui, il Petrolio.
Non c’è altro Dio all’infuori di Lui.” (Francesco Masala, Il parroco di
Arasolè [Il dio Petrolio], Ed. Il Maestrale, 2001).
“Nell’ultima settimana la puzza di
gas è diventata insopportabile: ogni sera dopo le 21 in paese l’aria si fa
pesante … Nell’incontro con il Comune siamo giunti alla conclusione che occorre
convocare al più presto un tavolo di confronto con i tecnici della raffineria
per trovare una soluzione a questo problema … Mi chiedo cosa accadrà quando
arriverà l’estate, ci auguriamo le persone non siano costrette a tenere ben
chiuse le finestre per impedire alla puzza di entrare in casa. Non stiamo
cercando lo scontro con la Saras, ma un dialogo proficuo per trovare soluzioni
a questo disagio … “ (Teresa Perra,
presidente dell’associazione Aria Noa di Sarroch).
“Le centraline di rilevamento non hanno registrato un aumento delle
sostanze inquinanti, tuttavia chiediamo alla Saras una gestione più accurata
degli impianti, delle vasche e dei serbatoi. Nel corso della prossima riunione
della Commissione ambiente discuteremo con i tecnici Saras di queste criticità
e della necessità di avere una migliore sicurezza”. (Salvatore
Mattana, sindaco di Sarroch).
A Sarroch, nel 2012, gli impianti Saras s.p.a. hanno emesso 5.930.000
tonnellate di anidride carbonica (CO2) nell’aria, insieme a
8,19 tonnellate di benzene,
3.790 tonnellate di anidride solforosa (SO2), 2.430 tonnellate di
diossido di azoto (NO2)
e tante altre amene sostanze (dati Registro europeo
delle emissioni, European Pollutant Release and Transfer Register, E-PRTR).
A Sarroch vi
sono alterazioni e danni al d.n.a.
infantile e abnormi casi di leucemia (+ 30% rispetto
alla media della Sardegna). E un diffuso, religioso, silenzio in
proposito.
Quando il dio Petrolio si altera, gli operai di
Sarrok accorrono dal sacerdote-sciamano perché
interceda al cospetto del dio.
Quanta ragione aveva Francesco Masala…..
Gruppo d’Intervento
Giuridico onlus
P.S. Noi non siamo stati, non siamo e non saremo mai silenziosi.
Abbiamo in proposito coinvolto
(23 febbraio 2013)
tutte le amministrazioni pubbliche competenti, interessando contemporaneamente
la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. E continuiamo, con
i mezzi a disposizione a fare informazione. Forse, prima o
poi, vedranno il dio Petrolio per quel che è, nudo.
da L’Unione Sarda, 19 maggio 2015
A Sarroch l’aria
è irrespirabile. (Ivan Murgana)
I disagi maggiori si registrano durante la notte: è allora che la puzza di
gas proveniente dalla raffineria rende l’aria irrespirabile e costringe i
cittadini a tenere ben chiuse le finestre. La triste situazione a Sarroch va
avanti da una settimana, ma negli ultimi mesi le volte in cui l’aria è
diventata nauseabonda non si contano neppure.
INCONVENIENTI. A patire le conseguenze sono soprattutto i residenti della zona più bassa
del paese, dove sono molti i cittadini che da giorni lamentano un odore
nauseabondo. Per affrontare la questione ieri mattina i vertici
dell’associazione ambientale Aria Noa si sono recati in Municipio dove hanno
incontrato il sindaco e l’assessore all’Ambiente. Un incontro dove sono emerse
tutte le criticità registrate negli ultimi mesi. Il sindaco, Salvatore Mattana,
nei giorni scorsi ha inviato alla Saras una nota di contestazione con la
richiesta di effettuare tutte le verifiche per giungere alla radice del
problema.
IL SINDACO. «Le centraline di rilevamento non hanno registrato un aumento delle
sostanze inquinanti, tuttavia chiediamo alla Saras una gestione più accurata
degli impianti, delle vasche e dei serbatoi», dice Mattana. «Nel corso della
prossima riunione della Commissione ambiente discuteremo con i tecnici Saras di
queste criticità e della necessità di avere una migliore sicurezza».
L’assessore all’Ambiente, Manuela Melis, ieri ha effettuato dei sopralluoghi in
varie zone del paese per controllare la qualità dell’aria. La situazione,
rispetto ai miasmi dei giorni scorsi, sembrerebbe tornata alla normalità.
«Torce, serbatoi, vasche e impianti: diciamo che all’interno della raffineria i
problemi riguardano diversi aspetti delle procedure gestionali della raffineria
– dice Melis – , è evidente che occorrano dei cambiamenti per non andare più
incontro a situazioni come quelle verificatesi nell’ultima settimana. I
cittadini ci hanno segnalato problemi analoghi alla fine dello scorso anno e
all’inizio di questo: vogliamo che si trovi una soluzione duratura». I vertici
dell’azienda dei Moratti a breve parteciperanno a un incontro dove verranno
comunicati i dati ambientali relativi all’ultimo anno: nell’occasione si
affronteranno anche i disagi emersi negli ultimi mesi.
LA SITUAZIONE. Parlare di ambiente a Sarroch non è mai stato facile: la posizione di chi
chiede una maggiore rispetto dell’ambiente e più attenzione nei confronti della
salute dei cittadini, troppo spesso si è contrapposta a quella di chi rivendica
il diritto al lavoro. Come se le due battaglie non avessero una matrice comune,
il benessere di chi vive all’ombra delle ciminiere da cinquant’anni. «Vent’anni
fa parlare di rispetto dell’ambiente era impensabile», racconta Gabriella Orrù,
consigliere comunale di minoranza, «oggi sempre più persone sono convinte del
fatto che pretendere un abbattimento delle emissioni non significa volere la
chiusura della raffineria. I cittadini dovrebbero combattere al fianco delle
istituzioni: solo così la situazione generale dell’ambiente a Sarroch potrà
cambiare».
CENTRALINE. La Sarlux, in una nota, ha ricostruito l’accaduto. «Appena ricevuta la
sollecitazione da parte dell’amministrazione, abbiamo inviato sul campo tecnici
con appositi strumenti per verificare eventuali anomalie, alla presenza di un
rappresentante del Comune. Tali misuratori, sistemati nei punti da lui
segnalati, non hanno fatto emergere alcuna alterazione della qualità dell’aria.
Prima ancora, si è proceduto ad un immediato controllo interno sugli impianti,
ma non sono stati trovati riscontri oggettivi, come confermato dalla rete di
centraline Arpas che registra valori entro la norma. Tuttavia, la direzione
dell’impianto ha attivato una task force per monitorare il fenomeno, di cui
renderà conto al Comune».
L’ultima volta
accadde a dicembre.
Così irrespirabile da obbligare le persone a fare compere coprendosi la
bocca con una sciarpa e a tornare a casa il più in fretta possibile. Era un
mercoledì di dicembre, l’ultima volta che a Sarroch si è dovuto fare i conti
con i miasmi provenienti dallo stabilimento della Saras. Emissioni tanto forti
da far lacrimare gli occhi alle persone, costringendone alcune, colpite da
nausea, mal di testa e mal di gola a ricorrere alle cure di un medico. L’aria,
ammorbata da una puzza insopportabile di gasolio, aveva raggiunto l’intera
parte bassa del paese. Era giorno di mercato a Sarroch, e nella piazza di via
Al Mare, dove i serbatoi della Saras sono così vicini quasi da poterli toccare,
per i proprietari delle bancarelle di frutta e verdura, quanto per i loro
clienti, l’aria era stata irrespirabile per buona parte della mattina. Proprio
come accaduto in questi giorni, anche allora le centraline di rilevamento delle
emissioni inquinanti non avevano registrato aumenti significativi dei valori.
Per la Sarlux l’odore percepito era stato provocato dalla movimentazione di prodotto
da un impianto a un serbatoio, che aveva causato emissioni volatili di olio
combustibile, ma nessuno sversamento di idrocarburi. A complicare le cose ci
aveva pensato il vento di maestrale, che si sa, quando soffia da queste parti
non porta mai nulla di buono. Un pensiero, nelle menti degli abitanti di
Sarroch, che è ormai un timore ormai atavico e che periodicamente si ripropone.
L’associazione
in Municipio L’appello di Aria Noa «Nessuna polemica ma ora si cambi».
«Nell’ultima settimana la puzza di gas è diventata insopportabile: ogni
sera dopo le 21 in paese l’aria si fa pesante. È evidente che all’interno dello
stabilimento della Saras qualcosa non sta andando per il verso giusto». Teresa
Perra, presidente dell’associazione ambientale Aria Noa, punta il dito sui
disagi che patiscono gli abitanti di Sarroch. Ieri mattina ha partecipato a un
incontro in Municipio per fare da portavoce ai cittadini stanchi di questa
cappa maleodorante. «Nell’incontro con il Comune siamo giunti alla conclusione
che occorre convocare al più presto un tavolo di confronto con i tecnici della
raffineria per trovare una soluzione a questo problema – spiega -: non si può
pensare di poter andare avanti sopportando questi disagi». Le esalazioni
maleodoranti provenienti dallo stabilimento della Saras, complici anche le alte
temperature fuori stagione dei giorni scorsi, hanno acuito i disagi patiti dai
cittadini. «Mi chiedo cosa accadrà quando arriverà l’estate – dice Perra -, ci
auguriamo le persone non siano costrette a tenere ben chiuse le finestre per
impedire alla puzza di entrare in casa. Non stiamo cercando lo scontro con la
Saras, ma un dialogo proficuo per trovare soluzioni a questo disagio: siamo
convinti che i problemi di carattere ambientale e di salute dei cittadini si
possano risolvere prevenendo i disservizi all’interno dello stabilimento». (i.
m.)
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