mercoledì 16 aprile 2025

CENSURA: il MIM «segnala il caso» e Zanichelli obbedisce

di Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

 

 

Controllo, censura, epurazione. Il Ministero “segnala il caso” e Zanichelli ritira le copie

 

Un manuale di Scienze Sociali di Zanichelli riporta un articolo di Human Rights Watch sul diritto di asilo dei migranti. Il Ministero “segnala il caso” e Zanichelli ritira tutte le copie in commercio, sostituendo la scheda. Con la Commissione governativa sui programmi scolastici è sempre più forte il timore di censura e controllo nelle questioni scolastiche.

 

Immaginate che un domani a noi molto vicino possa essere istituita una commissione governativa che abbia il compito di controllare e giudicare i manuali in uso nelle scuole, ritenendo “politica” o “di parte” una determinata narrazione storica oppure una specifica presa di posizione da parte di un’associazione non-governativa.
Immaginate che tale commissione governativa, ad esempio, possa ritenere “controversa” la posizione di una ONG sui diritti umani, facendo pressione sulla casa editrice affinché espunga quella parte dal manuale e questa, senza battere ciglio, prontamente obbedisca.
Ora, da italiani, non dovremmo nemmeno far molta fatica ad immaginare una cosa del genere, non foss’altro perché circa un secolo fa siamo stati noi italiani a costruire la più grande macchina di propaganda del pensiero unico mediante l’istituzione di un Ministero della Cultura Popolare (Minculpop) in seno al fascismo.
Ma, appunto, eravamo durante il fascismo e cose del genere ad oggi non possono più accadere, anche perché dovremmo aver fatto proprie le norme della Costituzione del 1948, ad esempio l’articolo 21, il quale recita «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
E, invece, ciò che è accaduto nel gennaio del 2025, all’ombra dell’istituzione della Commissione governativa sui programmi scolastici nazionali, e di cui nessuno pare se ne sia occupato nel marasma generale della narrazione giornalistica prona al potere, rasenta una delle più brutte pagine della storia della scuola pubblica repubblicana, laica e democratica, un segnale preoccupante che marca un passo avanti nel processo di costruzione di un clima intimidatorio e repressivo all’interno del mondo dell’istruzione, caratterizzato, come nella migliore tradizione delle istituzioni totali, dall’imperativo del “sorvegliare e punire”.
Accade, dunque, ai nostri giorni, non durante il fascismo, che la casa editrice CLITT del gruppo Zanichelli pubblichi un testo di Scienze sociali in lingua inglese in uso negli istituti professionali (Revellino et al., Step into Social Studies, CLITT 2023, isbn 9788808799890), nel quale le autrici avevano inserito una scheda a pagina 95 con un riadattamento di un articolo della ONG Human Rights Watch sulla revisione operata dal decreto legge 130/2020 del governo pentastellato di Giuseppe Conte sul decreto 113/2018 del governo precedente. Si dà il caso che quest’ultimo decreto, voluto dal ministro Matteo Salvini, che notoriamente appartiene al partito «anti-migranti, la Lega», fosse fortemente restrittivo nei confronti della concessione dei permessi di soggiorno e la ONG commentasse il caso all’interno di un percorso di Educazione civica (scheda allegata con traduzione molto letterale del sottoscritto per non alterare il senso “politico” della questione).
La scheda, nonostante, in realtà, riportasse in basso la fonte, tranquillamente reperibile in rete, non è piaciuta al Ministero, che «ha segnalato il caso» alla casa editrice e questa ha prontamente obbedito, ritirando tutte le copie in commercio, rimuovendo la scheda dalla versione online, sostituendo nel cartaceo “il caso” incriminato con il testo della legge 130/2020, «senza commenti di parte», e inviato a tutti/e i/le dirigenti delle scuole che avevano adottato il libro una lettera sottoscritta dalla Direttrice Generale (lettera allegata).
Ora, al di là della questione della libertà di stampa e del pericoloso precedente che questo fenomeno comporta, anche per l’evidente segnale di deterrenza nei confronti degli altri editori, che saranno costretti, eventualmente, a farsi carico di notevoli danni economici in caso di ristampe, colpisce in questa storia la derubricazione a «tema molto controverso» della questione relativa ai diritti umani dei migranti, di chi fugge da guerre, fame, torture e trattamenti giudicati inumani da chi da decenni si occupa della salvaguardia delle vite umane, tra cui anche Amnesty International.
È assurdo assistere ad un totale ribaltamento lessicale, semantico e ideologico dei fatti e delle questioni in essere, per cui risulta affrontata «in modo acritico una opinione di parte», laddove l’essere “di parte” starebbe nel ritenere necessario in punto di diritto internazionale salvare le vite di uomini e donne in pericolo, per evitare di criminalizzarli come clandestini, per evitare che vengano ignorati e respinti in mare, per impedire che avvengano altre stragi come quella di Cutro, su cui poi dovremmo versare lacrime di coccodrillo per essere credibili. Oppure, per essere dalla parte giusta, dovremmo affermare in maniera disumana che «La disperazione non giustifica i viaggi in mare»?
Sapranno, del resto, i/le docenti che hanno adottato il manuale ritenere se quelle posizioni, fin troppo critiche, in realtà, nei confronti della parte sbagliata, cioè quella disumanizzante e sprezzante dei diritti umani, siano “acritiche” ed, eventualmente, criticarle in ottemperanza alla propria libertà d’insegnamento sancita all’art. 33 della Costituzione? Saranno i/le docenti in grado di ignorare eventuali prese di posizioni incompatibili con l’Educazione civica, circostanza per la quale le autrici avevano inserito la scheda nel manuale? Oppure gli/le insegnanti devono essere sistematicamente trattate/i come minus habentes, burocrati di un sistema scolastico sempre più acritico e standardizzato e, nel caso di prese di posizioni, essere sanzionate/i e punite/i?

Per concludere, un’ultima considerazione verrebbe da fare come monito alle colleghe e ai colleghi, ma soprattutto agli editori, sull’adozione dei manuali scolastici: è chiaro che atteggiamenti così prontamente servili e palesemente acritici nei confronti di “segnalazioni” – cioè censure – da parte del Ministero sono deprecabili e diseducative nel contesto delle strutture scolastiche e lanciano un forte sospetto nei confronti di chi supinamente o, peggio, convintamente accetta che la “difesa dei diritti umani” sia un tema controverso, per cui è importante tenere a mente che, almeno fino a quando non intervenga sui manuali con la riscrittura totale la famigerata commissione per i programmi scolastici voluta da Valditara, resta in capo ai Collegi dei Docenti scegliere altro e stare alla larga da chi si schiera per la parte sbagliata, quella dell’indifferenza, dell’ignavia, dell’abulia morale che genera, sostiene e legittima genocidi.

 

QUI il seguito del «Caso “Censura su Zanichelli”, ecco il testo sostituito: quando la pezza è peggio del buco!»

 

da qui

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