di Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Controllo, censura, epurazione. Il
Ministero “segnala il caso” e Zanichelli ritira le copie
Un manuale di Scienze Sociali di
Zanichelli riporta un articolo di Human Rights Watch sul diritto di asilo dei
migranti. Il Ministero “segnala il caso” e Zanichelli ritira tutte le copie in
commercio, sostituendo la scheda. Con la Commissione governativa sui programmi
scolastici è sempre più forte il timore di censura e controllo nelle questioni
scolastiche.
Immaginate che un domani a noi molto vicino possa
essere istituita una commissione governativa che
abbia il compito di controllare e giudicare i manuali in uso nelle scuole,
ritenendo “politica” o “di parte” una determinata narrazione
storica oppure una specifica presa di posizione da parte di un’associazione non-governativa.
Immaginate che tale commissione governativa, ad esempio, possa
ritenere “controversa” la posizione di una ONG sui diritti umani,
facendo pressione sulla casa editrice affinché espunga quella parte dal manuale
e questa, senza battere ciglio, prontamente obbedisca.
Ora, da italiani, non dovremmo nemmeno far molta fatica ad immaginare una cosa
del genere, non foss’altro perché circa un secolo fa siamo stati noi italiani a
costruire la più grande macchina di propaganda del pensiero unico mediante
l’istituzione di un Ministero della Cultura Popolare (Minculpop) in seno
al fascismo.
Ma, appunto, eravamo durante il fascismo e cose del genere ad oggi non possono
più accadere, anche perché dovremmo aver fatto proprie le norme della
Costituzione del 1948, ad esempio l’articolo 21, il quale recita «Tutti
hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure».
E, invece, ciò che è accaduto nel gennaio del 2025, all’ombra dell’istituzione
della Commissione governativa sui programmi scolastici nazionali, e di cui
nessuno pare se ne sia occupato nel marasma generale della narrazione
giornalistica prona al potere, rasenta una delle più brutte pagine della storia
della scuola pubblica repubblicana, laica e democratica, un segnale
preoccupante che marca un passo avanti nel processo di costruzione di un clima
intimidatorio e repressivo all’interno del mondo dell’istruzione,
caratterizzato, come nella migliore tradizione delle istituzioni totali,
dall’imperativo del “sorvegliare e punire”.
Accade, dunque, ai nostri giorni, non durante il fascismo, che la casa editrice
CLITT del gruppo Zanichelli pubblichi un testo di Scienze sociali in lingua
inglese in uso negli istituti professionali (Revellino et al., Step
into Social Studies, CLITT 2023, isbn 9788808799890), nel quale le autrici
avevano inserito una scheda a pagina 95 con un riadattamento di un articolo
della ONG Human Rights Watch sulla revisione operata
dal decreto legge 130/2020 del governo pentastellato di Giuseppe Conte sul
decreto 113/2018 del governo precedente. Si dà il caso che quest’ultimo decreto,
voluto dal ministro Matteo Salvini, che notoriamente appartiene al partito «anti-migranti,
la Lega», fosse fortemente restrittivo nei confronti della concessione dei
permessi di soggiorno e la ONG commentasse il caso all’interno di un percorso
di Educazione civica (scheda allegata con traduzione molto letterale
del sottoscritto per non alterare il senso “politico” della questione).
La scheda, nonostante, in realtà, riportasse in basso la fonte, tranquillamente
reperibile in rete, non è piaciuta al Ministero, che «ha segnalato il caso»
alla casa editrice e questa ha prontamente obbedito, ritirando tutte le copie
in commercio, rimuovendo la scheda dalla versione online,
sostituendo nel cartaceo “il caso” incriminato con il testo della legge
130/2020, «senza commenti di parte», e inviato a tutti/e i/le dirigenti
delle scuole che avevano adottato il libro una lettera sottoscritta dalla
Direttrice Generale (lettera allegata).
Ora, al di là della questione della libertà di stampa e del pericoloso
precedente che questo fenomeno comporta, anche per l’evidente segnale di
deterrenza nei confronti degli altri editori, che saranno costretti,
eventualmente, a farsi carico di notevoli danni economici in caso di ristampe,
colpisce in questa storia la derubricazione a «tema molto controverso»
della questione relativa ai diritti umani dei migranti, di chi
fugge da guerre, fame, torture e trattamenti giudicati inumani da chi da
decenni si occupa della salvaguardia delle vite umane, tra cui anche Amnesty
International.
È assurdo assistere ad un totale ribaltamento lessicale, semantico e ideologico
dei fatti e delle questioni in essere, per cui risulta affrontata «in modo
acritico una opinione di parte», laddove l’essere “di parte”
starebbe nel ritenere necessario in punto di diritto internazionale salvare le
vite di uomini e donne in pericolo, per evitare di criminalizzarli come clandestini,
per evitare che vengano ignorati e respinti in mare, per impedire che avvengano
altre stragi come quella di Cutro, su cui poi dovremmo versare lacrime di
coccodrillo per essere credibili. Oppure, per essere dalla parte giusta,
dovremmo affermare in maniera disumana che «La disperazione non giustifica i
viaggi in mare»?
Sapranno, del resto, i/le docenti che hanno adottato il manuale ritenere se
quelle posizioni, fin troppo critiche, in realtà, nei confronti della parte
sbagliata, cioè quella disumanizzante e sprezzante dei diritti umani, siano
“acritiche” ed, eventualmente, criticarle in ottemperanza alla propria libertà
d’insegnamento sancita all’art. 33 della Costituzione? Saranno i/le docenti in
grado di ignorare eventuali prese di posizioni incompatibili con l’Educazione
civica, circostanza per la quale le autrici avevano inserito la scheda nel
manuale? Oppure gli/le insegnanti devono essere sistematicamente trattate/i
come minus habentes, burocrati di un sistema scolastico sempre più
acritico e standardizzato e, nel caso di prese di posizioni, essere
sanzionate/i e punite/i?
Per concludere, un’ultima considerazione verrebbe da
fare come monito alle colleghe e ai colleghi, ma soprattutto agli editori,
sull’adozione dei manuali scolastici: è chiaro che atteggiamenti così
prontamente servili e palesemente acritici nei confronti di “segnalazioni” –
cioè censure – da parte del Ministero sono deprecabili e diseducative nel
contesto delle strutture scolastiche e lanciano un forte sospetto nei confronti
di chi supinamente o, peggio, convintamente accetta che la “difesa dei diritti
umani” sia un tema controverso, per cui è importante tenere a mente che, almeno
fino a quando non intervenga sui manuali con la riscrittura totale la
famigerata commissione per i programmi scolastici voluta da Valditara, resta in
capo ai Collegi dei Docenti scegliere altro e stare alla larga da chi si
schiera per la parte sbagliata, quella dell’indifferenza, dell’ignavia, dell’abulia morale che genera,
sostiene e legittima genocidi.
QUI il seguito del «Caso
“Censura su Zanichelli”, ecco il testo sostituito: quando la pezza è peggio del
buco!»
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