E’ fatta di singoli
animali in carne ossa e sofferenza la ricca biodiversità nella foresta
amazzonica e negli altri polmoni verdi in fiamme. Esseri viventi che a milioni
incontrano una morte orribile, chi ardendo fra le lingue di fuoco, chi
agonizzando a lungo, chi soffocando per il fumo – a causa del quale gli stessi
uccelli spesso non sono in grado di salvarsi volando via.
E’ un bradipo il filo
conduttore dell’articolo «El perezoso y la huguera» nel quale l’ambientalista
boliviano Pablo Solon, anni fa rappresentante per il suo paese ai negoziati per
il clima, denuncia gli interessi economici alla radice di una moderna
inquisizione contro la Terra e i suoi abitanti. In Amazzonia i roghi stanno
uccidendo alberi e animali, oltre a minacciare gli abitanti umani e il clima.
Il bradipo ha una faccia
come sorridente, pelosa. E’ il mammifero più lento al mondo, il contrario dei
predatori e infatti vive di foglie, germogli, ramoscelli e frutti. Solitario,
sempre appeso agli alberi, longevo; se non viene catturato da un predatore può
vivere fino a 30-40 anni. Ma l’incendio non lascia scampo né a lui né agli
immobili alberi. Spiega Solon: quando, fra i rami che sono la sua casa, viene
svegliato da un tizzone che gli brucia il pelo, gemendo sale piano piano con le
sue unghione verso la cima dell’albero. Ma tutto l’orizzonte è in fiamme.
Difficile che il bradipo, e la vecchia grande creatura vegetale che lo
sostiene, possano resistere fino alla pioggia.
Invano per decenni tanti
hanno provato a denunciare il collegamento fra la devastazione della foresta
amazzonica e il modello alimentare a forte componente animale tuttora imperante
non solo in Europa e Nordamerica. Si chiama «ettaraggio fantasma» questo
fenomeno: non avendo abbastanza terre per nutrire gli allevamenti intensivi
nostrani, e non producendo abbastanza carne a basso costo per soddisfare le
abitudini alimentari della popolazione, l’Europa utilizza colture foraggere e
pascoli ricavati nelle foreste d’altri.
Adesso per la prima
volta anche il grande pubblico occidentale appare finalmente addolorato per
l’immenso rogo, come mai prima. Ma bando all’impotenza: coerenza e efficacia
richiedono un cambiamento drastico a livello di palato. E per favorirlo, si
imporrebbero scelte politico-economiche: senza l’importazione di mangimi per
gli allevamenti intensivi nostrani, e di milioni di polli gonfiati a soia e
antibiotici, l’Italia e l’Europa potrebbero permettersi solo un consumo molto
limitato di carne e prodotti animali.
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