Ti è mai
capitato, dopo una giornata lunga e dai ritmi serrati, di andare a dormire e
renderti conto di aver vissuto in apnea? “Che diavolo ho fatto oggi?” ti chiedi
fissando il soffitto. Il lavoro, gli impegni pomeridiani, la spesa, la coda
alla posta, i figli. A quel punto non ti resta che chiudere gli occhi e
prepararti a ricominciare da capo. Domani. Con il suono della
sveglia.
Lo so che
funziona così un po’ per tutti, almeno in Occidente. Ma alla lunga rischi di
perdere la rotta, di dimenticare chi sei e cosa vuoi. Sai solo che ci sono
delle cose da fare, e le fai. Il tempo passa lo stesso, però, e forse non te ne
rendi conto. Ed è proprio il tempo, il tuo tempo, il nocciolo
della questione. Se ci pensi bene, è l’unica vera ricchezza che possiedi.
In quel
momento della giornata, quando in casa tutti dormono, può essere una buona idea
resistere al richiamo del cuscino. Infilati un paio di scarpe comode ed esci a
fare due passi.
Prenditi tempo
per pensare. Mentre sei
alle prese con gli impegni quotidiani la tua mente è impegnata sulla
performance, sulla soluzione dei problemi immediati. Non certo sul senso della
vita! È importante, di tanto in tanto, chiederti se stai bene. Bene per
davvero. Se sei soddisfatto di te stesso e cosa puoi fare per esserlo ancora di
più.
Prenditi
tempo per NON pensare. Respira,
ascolta il suono dei tuoi passi, senti l’aria sulla pelle e i suoni della notte
intorno a te. Non è una stronzata new age. Lascia la tua mente libera di
vagare o di soffermarsi su ciò che vuole, senza preoccuparti di dover
pensare a qualcosa, risolvere qualcosa, prevedere qualcosa.
Ripercorri
la tua giornata: chiediti
se è successo qualcosa su cui avresti voluto soffermarti, ma non ne hai avuto
il tempo. Se qualcosa è andato storto e perché. Soprattutto, cerca di
individuare il momento più bellodella giornata. Ce n’è sempre uno, anche
nei giorni più nefasti: un gesto gentile da parte di uno sconosciuto, una fetta
di focaccia calda, l’aver azzeccato la chiave del cancello al primo colpo…
Goditi la
solitudine. Lascia
a casa il telefono. Siamo sempre in mezzo agli altri, sempre raggiungibili e
chiamati a comunicare in modo veloce e spesso superficiale. Il che può essere
positivo, per qualcuno, ma se non smetti mai di comunicare, dove
troverai qualcosa di nuovo da dire? Almeno ogni tanto è bello essere in
controtendenza e non condividere, non postare.
Allena i
tuoi sensi, immagina storie. Guardati intorno: ombre dietro le finestre, una donna che passeggia col
cane, una coppia che discute in macchina, la luce accesa in un negozio chiuso.
Che vicende si nascondono dietro questi piccoli particolari? Di storie ne
senti tante, fatte e finite, spesso banali e tutte uguali. Inventane di tue
ogni tanto: sarà come viaggiare senza muoverti dalla tua città.
Guarda le
cose da un altro punto di vista: il punto di vista del buio e della lentezza. Il
punto di vista dell’outsider, che cammina per strada mentre tutti sono spalmati
sul divano o si grattano sotto le coperte. È un esperienza che saprà dare
i suoi frutti domani, quando sarai di nuovo con gli altri, immerso negli
sbattimenti quotidiani. In quei momenti ricordati che non sei solo una macchina
da lavoro: guardati da fuori, come se stessi passeggiando di notte.
Dormi meglio
al tuo rientro: rilassati,
la tua giornata ora è davvero finita. Ripensa ancora al momento più bello, se
ne hai voglia, o continua a immaginare perché quel negozio avesse la luce
accesa a quell’ora. Riposati, che domani si ricomincia da capo, col suono della
sveglia. Potevi andare a dormire un’ora fa, ma a questo non ci pensare!
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