Una delle sostanze tossiche più diffuse in agricoltura e per la pulizia
delle fasce di rispetto stradali è il glifosato,
potente erbicida sospetto
cancerogeno. In proposito, è in corso da oltre un anno una disputa
scientifica sul livello di cancerogenicità tra l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro
(I.A.R.C.) dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare
(E.F.S.A.).
Fra mille tentennamenti degli Stati membri, la Commissione europea,
nel luglio 2016, ne ha prorogato l’autorizzazione all’utilizzo fino
al 31 dicembre 2017, in attesa del parere da parte
dell’Agenzia europea per le sostanze
chimiche (E.C.H.A.), pur con diverse prescrizioni.
Molto opportunamente il decreto
Ministero Salute del 9 agosto 2016 ha posto il divieto,
a partire dal 22 agosto 2016, l’utilizzo di prodotti fitosanitari contenenti
la sostanza attivaglifosate “nelle aree frequentate dalla
popolazione … quali: parchi, giardini, campi
sportivi earee ricreative, cortili e aree
verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree
adiacenti alle strutture sanitarie”, nonchè durante le operazioni finalizzate
al raccolto e alla trebbiatura.
La diffusione di elementi inquinanti, come il glifosato, è
ormai fin troppo ampia, come testimoniato dal Rapporto
nazionale pesticidi nelle acque 2013-2014(edizione 2016) pubblicato
recentementedall’Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.),
autentica analisi approfondita sui livelli di contaminazione delle acque
superficiali e sotterranee in Italia.
Finalmente vengono adottati i primi provvedimenti di limitazione dell’uso,
un primo passo per migliori obiettivi di qualità ambientale e sanitaria.
Gruppo d’Intervento
Giuridico onlus
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