Il consumo di proteine animali, nel mondo, cresce
costantemente. Tanto che, secondo alcuni, questo fenomeno sta aiutando la
specie umana ad andare più rapidamente verso la sua autodistruzione. A questo
fenomeno, in effetti, sono legati i più gravi problemi ambientali, economici e
politici del pianeta: le emissioni di gas climalteranti e l’effetto serra, le
guerre per il controllo delle fonti
energetiche fossili, la progressiva penuria di un bene indispensabile per la
vita come l’acqua, molte forme di inquinamento chimico, la diminuzione di
fertilità dei suoli, la perdita della biodiversità, le sempre maggiori
sperequazioni tra il 20 per cento dell’umanità che si suicida per eccessivo
consumo di cibi sempre meno sani e il 20% privo del necessario per
sopravvivere.
Tutti questi problemi potrebbero essere
ridotti drasticamente dalla diffusione di un regime alimentare vegetariano, o
quanto meno da una significativa riduzione dei consumi di proteine
animali. Possono sembrare affermazioni eccessive dettate da fanatismo
ideologico, ma basta mettere insieme alcuni dati di pubblico dominio per
comporre un quadro unitario che i singoli tasselli isolati non lasciano vedere
in tutta la sua ricchezza. La prima cosa da prendere in considerazione è la crescita dei
consumi di proteine animali, in valori assoluti pro capite. Negli ultimi 50
anni in Italia il consumo di carne procapite si è triplicato. È stato calcolato che
nel 1994 fosse di circa 85 chili all’anno, pari a 235 grammi al giorno.
La Fao prevede che entro il 2050 la
produzione di carne e latte raddoppieranno, passando rispettivamente da 229 a
465 milioni di tonnellate e da 580 a 1053 milioni di tonnellate. Un problema,
visto che la conversione delle proteine vegetali in proteine animali avviene
con una scarsissima efficienza. Per produrre 1 kg di proteine di carne di manzo
occorrono mediamente 16 kg di proteine vegetali. Di conseguenza per ottenere 1
kg di proteine di carne vaccina occorre coltivare una superficie agricola 16
volte maggiore di quella necessaria a ottenere i kg di proteine vegetali. Il
rapporto tra la soia e la carne di manzo è invece di 20 a 1. Usando lo stesso
tempo e la stessa superficie necessari a produrre 1 kg di carne, si possono
produrre 200 kg di pomodori o 160 kg di patate.
(Andrea Bertaglio, estratto da
“L’insostenibile pesantezza della carne”, pubblicato da “Il Fatto Quotidiano”
l’8 ottobre 2012).
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