domenica 29 ottobre 2023

Venezia, l’addio mai detto alle grandi navi - Giada Santana

  

La costruzione di un porto temporaneo a Venezia per accogliere le grandi navi ha riaperto un dibattito che lacera la città da decenni, tra chi si batte per la salvaguardia della laguna e chi spinge per la crescita economica a tutti i costi

 

Se dalle finestre arcuate del campanile di San Marco vedeste un uomo su un piccolo motoscafo che sfreccia verso l’orizzonte, non lo riconoscereste. Sebastiano Bergamaschi, cofondatore del movimento Fridays for Future di Venezia, 24 anni, è coperto dalla testa ai piedi da un passamontagna nero e da una pesante giacca scura. Solo i suoi occhi si muovono, contro il vento freddo che gli sferza il viso. Intanto, la barca attraversa il canale Malamocco Marghera, a pochi chilometri dal centro di Venezia. È il 27 Novembre 2022 e l’attivista è in missione per verificare la presenza di anomalie: lavori edilizi non annunciati, o il passaggio non autorizzato di crociere. «Vedete, è da qui che passano ora le navi», dice mentre ci mostra i contorni sfocati di una imbarcazione all’orizzonte. «I giganti non sono più dentro casa, li hanno spostati lontano dagli occhi», aggiunge Ruggero Tallon, attivista del Comitato No Grandi Navi che ci accompagna nel viaggio.

 

L'inchiesta in breve

·         Per proteggere il business delle grandi navi a Venezia, l’Autorità portuale sta costruendo un sistema di approdi provvisori che richiederà interventi sull’ecosistema lagunare

·         Le crociere passeranno per il canale Malamocco Marghera, che già versa in condizioni critiche dovute all’impatto del traffico marittimo degli anni sessanta

·         Parallelamente, le casse di colmata, un biotopo naturale nell’area, verranno rinforzate con barriere rigide e sopra vi verranno depositati chili di fanghi dragati dal canale

·         L’ultima volta che il canale è stato dragato, negli anni Sessanta, la città ha vissuto la più grande acqua alta di sempre (194 cm)

·         L’Autorità Portuale vuole alzare il numero di crocieristi ad un milione al 2027.
Scienziati, organizzazioni ambientali e la Commissione europea hanno espresso preoccupazione per l’effetto che questo progetto avrà sulla sopravvivenza della città

Come la maggior parte dei residenti della città, giovani attivisti come Tallon e Bergamaschi hanno un attaccamento quasi religioso a Venezia. Entrambi si sono dati all’attivismo politico da studenti e si sono subito uniti al movimento per il clima. «La prima volta che sono saltato davanti a una barca avevo diciassette anni», racconta Sebastiano. Una volta terminato il liceo, i due sono passati da essere compagni di scuola a organizzatori di proteste, mentre i sindaci diventavano via via più indifferenti alla causa ambientale, secondo Ruggero.

I due sono in allerta a causa dell’espansione del porto “provvisorio” che aprirà una nuova strada alle grandi navi nella Laguna di Venezia…

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