Paolo Biondani ha scritto per L’Espresso attualmente in
edicola Cemento Mori, un reportage ragionato
e documentato sul nuovo rischio di ulteriore cementificazione che
corrono le coste della Sardegna a
causa della proposta di nuova legge regionale urbanistica presentata
dalla Giunta Pigliaru.
Da leggere, per informarsi.
Nessuno potrà dire che non sapeva…
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da L’Espresso, 15 luglio 2017
Cemento Mori.
«Assalto al litorale della Sardegna. Addio legge salvacoste. La giunta vara
la controriforma dell’edilizia. Renato Soru insorge:” Il Pd ha tradito”». (Paolo Biondani)
Il Pd di Berlusconi, pardon, il Pdl ha varato nel 2009 il famoso piano
casa: più cemento per tutti, senza regole e senza piani urbanistici, sfruttando
un sistema di aumenti automatici di volume per la massa dei fabbricati
esistenti. Ora la giunta del Pd che governa la Sardegna progetta un inatteso
bis, sotto forma di piano alberghi: via libera con un’apposita legge a nuove
costruzioni turistiche, ecomostri compresi, perfino nella fascia costiera
finora considerata inviolabile, cioè spiagge, pinete, scogliere e oasi verdi a
meno di trecento metri dal mare.
Il programma di questo presunto centrosinistra sardo è di applicare proprio
il sistema berlusconiano degli aumenti di volume in percentuale fissa (che
premia con maggiori quantità di cemento i fabbricati più ingombranti) a tutte
le strutture ricettive, belle o brutte, piccole o enormi, presenti o future,
compresi ipotetici hotel non ancora esistenti. Una deregulation edilizia in
aperto contrasto con la legge salva-coste approvata dieci anni fa dall’allora
governatore Renato Soru e dal suo assessore all’urbanistica Gianvalerio Sanna,
cioè con una riforma targata Pd che nel frattempo è stata presa a modello da
una generazione di studiosi, architetti, urbanisti e amministratori pubblici
non solo italiani.
La contro-riforma odierna è nascosta tra i cavilli del disegno di legge
approvato il 14 marzo scorso dalla giunta regionale presieduta da Francesco
Pigliaru, il professore di economia eletto nel 2014 alla testa del Pd. La
normativa ora è all’esame finale della commissione per il territorio:
l’obiettivo della maggioranza è di portare in consiglio regionale un testo
blindato, da approvare in tempi stretti, senza modifiche, subito dopo l’estate.
Sulla carta avrebbe dovuto trattarsi della nuova legge urbanistica che la Sardegna attendeva da un decennio per completare la riforma di Soru, con impegni precisi: stop all’edilizia speculativa, obbligo per tutti i comuni di rispettare limiti chiari anche fuori dalla fascia costiera, per difendere tutto il territorio, fermare il consumo di suolo e favorire il recupero o la ristrutturazione dei fabbricati già esistenti.
All’articolo 31, però, spunta il colpo di spugna: «al fine di migliorare qualitativamente l’offerta ricettiva», si auto-giustifica il testo di legge, «sono consentiti interventi di ristrutturazione, anche con incremento volumetrico, delle strutture destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive». Il concetto chiave è l’incremento volumetrico: la norma approvata dall’attuale giunta di centrosinistra, proprio come il piano-casa del governo Berlusconi, autorizza aumenti di cubatura del 25 cento «anche in deroga agli strumenti urbanistici» in vigore, compresa la legge salvacoste. Insomma, se siete in vacanza in una spiaggia immacolata della Sardegna, fatevi un bel bagno: potrebbe essere l’ultimo.
Sulla carta avrebbe dovuto trattarsi della nuova legge urbanistica che la Sardegna attendeva da un decennio per completare la riforma di Soru, con impegni precisi: stop all’edilizia speculativa, obbligo per tutti i comuni di rispettare limiti chiari anche fuori dalla fascia costiera, per difendere tutto il territorio, fermare il consumo di suolo e favorire il recupero o la ristrutturazione dei fabbricati già esistenti.
All’articolo 31, però, spunta il colpo di spugna: «al fine di migliorare qualitativamente l’offerta ricettiva», si auto-giustifica il testo di legge, «sono consentiti interventi di ristrutturazione, anche con incremento volumetrico, delle strutture destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive». Il concetto chiave è l’incremento volumetrico: la norma approvata dall’attuale giunta di centrosinistra, proprio come il piano-casa del governo Berlusconi, autorizza aumenti di cubatura del 25 cento «anche in deroga agli strumenti urbanistici» in vigore, compresa la legge salvacoste. Insomma, se siete in vacanza in una spiaggia immacolata della Sardegna, fatevi un bel bagno: potrebbe essere l’ultimo.
Hotel, alberghi, pensioni, residence, multiproprietà e lottizzazioni
turistiche di ogni tipo vengono infatti autorizzati non solo a gonfiarsi di un
quarto, cementificando nuovi pezzi di costa, ma anche a sdoppiarsi, spostando
gli aumenti di volume in «corpi di fabbrica separati». «In pratica si può
costruire un secondo hotel o residence in aggiunta al primo anche nella fascia
costiera in teoria totalmente inedificabile», denuncia l’avvocato Stefano
Deliperi, presidente del Gruppo d’intervento giuridico (Grig),
che per primo ha lanciato l’allarme. «Ma non basta: i nuovi aumenti di volume
si possono anche sommare agli incrementi autorizzati in passato, ad esempio con
il piano casa o con le famigerate 235 deroghe urbanistiche che furono approvate
tra il 1990 e il 1992 dall’allora giunta sarda», sottolinea il legale, che
esemplifica: «Un hotel di 30 mila metri cubi che deturpa una spiaggia, per
effetto dei due aumenti cumulativi del 25 per cento ciascuno, sale quasi a
quota 50 mila: per l’esattezza, si arriva a 46.875 metri cubi di cemento».
L’ex presidente della Regione, Renato Soru, spiega all’Espresso di essere
«molto preoccupato per la cecità di una classe dirigente che sta mettendo in
pericolo il futuro della Sardegna». «Con l’assessore Sanna eravamo partiti da
una constatazione pratica», ricorda Soru: «Grazie ad anni di studi e ricerche
abbiamo potuto far vedere e dimostrare che più di metà delle coste della
Sardegna, parlo di circa 1.100 chilometri di spiagge, erano già state
urbanizzate e cementificate. Di fronte a una situazione del genere, in una
regione come la nostra, qualsiasi persona di buonsenso dovrebbe capire che i
disastri edilizi del passato non devono più ripetersi.
Oggi tutti noi abbiamo il dovere morale e civile di difendere un territorio straordinario che è la nostra più grande risorsa e la prima attrattiva turistica: le bellissime spiagge della Sardegna sono la nostra vera ricchezza, che va conservata e protetta per le generazioni future. Per questo la nostra legge prevede una cosa molto semplice e logica: nella fascia costiera non si costruisce più niente. Zero cemento, senza deroghe e senza eccezioni per nessuno. E in tutta la Sardegna bisogna invece favorire la riqualificazione dell’edilizia esistente, il rifacimento con nuovi criteri di troppe costruzioni orrende o malfatte. Quindi via libera alle ristrutturazioni, alle demolizioni e ricostruzioni, al risparmio energetico. Con regole certe e uguali per tutti, perché l’edilizia in Italia può uscire veramente dalla crisi solo se viene tolta dalle mani della burocrazia e della politica».
Oggi tutti noi abbiamo il dovere morale e civile di difendere un territorio straordinario che è la nostra più grande risorsa e la prima attrattiva turistica: le bellissime spiagge della Sardegna sono la nostra vera ricchezza, che va conservata e protetta per le generazioni future. Per questo la nostra legge prevede una cosa molto semplice e logica: nella fascia costiera non si costruisce più niente. Zero cemento, senza deroghe e senza eccezioni per nessuno. E in tutta la Sardegna bisogna invece favorire la riqualificazione dell’edilizia esistente, il rifacimento con nuovi criteri di troppe costruzioni orrende o malfatte. Quindi via libera alle ristrutturazioni, alle demolizioni e ricostruzioni, al risparmio energetico. Con regole certe e uguali per tutti, perché l’edilizia in Italia può uscire veramente dalla crisi solo se viene tolta dalle mani della burocrazia e della politica».
A questo punto Soru confessa di essere uscito dai palazzi della regione,
alla fine della sua presidenza, proprio «a causa dei continui scontri
sull’urbanistica». E dall’altra parte della barricata, a tifare per il cemento,
non c’era solo il centrodestra, ma anche «quella parte del Pd che ora è al
potere». Da notare che Soru, per eleganza o per imbarazzo, evita di fare il
nome dell’attuale presidente, anche se sarebbe legittimato ad accusarlo di
tradimento politico, visto che Pigliaru era stato suo assessore ai tempi della
legge salva-coste.
Oggi però lo stop al cemento sulle spiagge più belle d’Italia rischia di trasformarsi in un bel ricordo. Gli avvocati del Grig hanno già catalogato «ben 495 strutture turistico-ricettive della fascia costiera che potrebbero approfittare dell’articolo 31. Stiamo parlando di milioni di metri cubi di cemento in arrivo», rimarca Deliperi, evidenziando che il disegno di legge ha una portata generale, per cui si applica anche, anzi soprattutto alle strutture più contestate, quelle che si sono meritate l’epiteto di ecomostri. Come il residence-alveare “Marmorata” di Santa Teresa di Gallura, l’albergone “Rocce Rosse” a picco sugli scogli di Teulada, la fallimentare maxi-lottizzazione turistica “Bagaglino” a ridosso delle spiagge di Stintino, i turbo-hotel “Capo Caccia” e “Baia di Conte” ad Alghero e troppi altri. Il premio percentuale infatti non dipende dalla qualità del fabbricato, ma dalla cubatura: più l’ecomostro è grande, più è autorizzato a occupare terreno vergine con nuove colate di cemento.
Oggi però lo stop al cemento sulle spiagge più belle d’Italia rischia di trasformarsi in un bel ricordo. Gli avvocati del Grig hanno già catalogato «ben 495 strutture turistico-ricettive della fascia costiera che potrebbero approfittare dell’articolo 31. Stiamo parlando di milioni di metri cubi di cemento in arrivo», rimarca Deliperi, evidenziando che il disegno di legge ha una portata generale, per cui si applica anche, anzi soprattutto alle strutture più contestate, quelle che si sono meritate l’epiteto di ecomostri. Come il residence-alveare “Marmorata” di Santa Teresa di Gallura, l’albergone “Rocce Rosse” a picco sugli scogli di Teulada, la fallimentare maxi-lottizzazione turistica “Bagaglino” a ridosso delle spiagge di Stintino, i turbo-hotel “Capo Caccia” e “Baia di Conte” ad Alghero e troppi altri. Il premio percentuale infatti non dipende dalla qualità del fabbricato, ma dalla cubatura: più l’ecomostro è grande, più è autorizzato a occupare terreno vergine con nuove colate di cemento.
Il progetto di legge, per giunta, equipara agli alberghi da allargare, e
quindi trasforma in volumi gonfiabili di cemento, addirittura le «residenze per
vacanze», sia «esistenti» che ancora «da realizzare», cioè quelle montagne di
seconde case che restano vuote quasi tutto l’anno, arricchiscono solo gli
speculatori edilizi, ma deturpano per sempre il paesaggio. Con la nuova
dirigenza del Pd, insomma, il vecchio piano casa è diventato un piano seconde
case, secondi alberghi e seconde lottizzazioni. E tutto questo in Sardegna, la
regione-gioiello che tra il 2004 e il 2006 aveva saputo cambiare il clima
politico e culturale sull’urbanistica, spingendo decine di amministrazioni
locali di mezza Italia a imitare la legge Soru, fermare il consumo di suolo e
limitare finalmente uno sviluppo edilizio nocivo e insensato.
Gianvalerio Sanna, l’ex assessore regionale oggi relegato a fare politica nel suo comune d’origine, ama parlar chiaro: «Questo disegno di legge è una vera porcata. La giunta del Pd sta facendo quello che non era riuscito a fare il governo di centrodestra. Le nostre norme, ancora in vigore, favoriscono con incentivi e aumenti di volume solo la demolizione e lo spostamento dei fabbricati fuori dalla fascia costiera dei 300 metri. Questo vale già adesso anche per gli alberghi e i campeggi. Per allargarli e rimodernarli con criterio non c’è nessun bisogno di cementificare le spiagge».
Gianvalerio Sanna, l’ex assessore regionale oggi relegato a fare politica nel suo comune d’origine, ama parlar chiaro: «Questo disegno di legge è una vera porcata. La giunta del Pd sta facendo quello che non era riuscito a fare il governo di centrodestra. Le nostre norme, ancora in vigore, favoriscono con incentivi e aumenti di volume solo la demolizione e lo spostamento dei fabbricati fuori dalla fascia costiera dei 300 metri. Questo vale già adesso anche per gli alberghi e i campeggi. Per allargarli e rimodernarli con criterio non c’è nessun bisogno di cementificare le spiagge».
I dati sono allarmanti già oggi. «Le coste della Sardegna sono invase da
oltre 210 mila seconde case: appartamenti sfitti, che mediamente restano
disabitati per 350 giorni all’anno», enumera Sanna: «Il nostro obiettivo,
condiviso da migliaia di cittadini che proprio per questo hanno votato Pd alle
elezioni regionali, era di liberare dal cemento, gradualmente e armonicamente, tutta
la zona a mare, che è la più preziosa. La nuova giunta sta facendo il
contrario. L’edilizia è tornata merce di scambio: il piano casa, che fu
giustificato da Berlusconi come rimedio eccezionale contro la crisi
dell’edilizia, diventa la norma. La deroga diventa la regola. Così la politica
si mette al servizio delle grandi lobby, degli interessi di pochi, a danno
della cittadinanza e di tutte le persone che amano la Sardegna».
Quando allude a scambi, Sanna non usa parole a caso. Nella minoranza del Pd rimasta fedele a Soru sono in molti a evidenziare una singolare coincidenza: la controriforma urbanistica sta nascendo proprio mentre gli sceicchi del Qatar, i nuovi padroni miliardari della Costa Smeralda, annunciano l’ennesima ondata di progetti edilizi per super ricchi, per ora bloccati proprio dalla legge Soru. Per ingraziarsi la classe politica sarda, lo stesso gruppo arabo ha comprato dal crac del San Raffaele anche il cantiere fallimentare del nuovo ospedale di Olbia. E ora gli sceicchi sembrano aspettarsi che i politici, in cambio, aboliscano proprio i vincoli ambientali sulla costa.
Quando allude a scambi, Sanna non usa parole a caso. Nella minoranza del Pd rimasta fedele a Soru sono in molti a evidenziare una singolare coincidenza: la controriforma urbanistica sta nascendo proprio mentre gli sceicchi del Qatar, i nuovi padroni miliardari della Costa Smeralda, annunciano l’ennesima ondata di progetti edilizi per super ricchi, per ora bloccati proprio dalla legge Soru. Per ingraziarsi la classe politica sarda, lo stesso gruppo arabo ha comprato dal crac del San Raffaele anche il cantiere fallimentare del nuovo ospedale di Olbia. E ora gli sceicchi sembrano aspettarsi che i politici, in cambio, aboliscano proprio i vincoli ambientali sulla costa.
«Con questa legge vergognosa il presidente Pigliaru sta contraddicendo
anche se stesso», commenta amaramente Maria Paola Morittu, la combattiva
avvocata di Cagliari che oggi è vicepresidente nazionale di Italia Nostra: «Per
smentire la sua giunta, al professor Pigliaru basterebbe rileggere le proprie
pubblicazioni accademiche, in cui scriveva e dimostrava che il consumo di suolo
è disastroso non solo per l’ambiente, per il paesaggio, ma anche per lo
sviluppo economico».
Carte alla mano, l’avvocata di Italia Nostra e il suo collega Deliperi passano in rassegna la successione di leggi edilizie della Sardegna, per concludere che oggi il Pd sardo sta facendo indietro tutta. La buona urbanistica insegna come e dove costruire case sicure in luoghi vivibili senza distruggere il territorio. In Italia se ne parla solo quando si contano le vittime evitabili di alluvioni, frane, valanghe, terremoti e altri disastri che di naturale hanno solo le cause immediate.
Carte alla mano, l’avvocata di Italia Nostra e il suo collega Deliperi passano in rassegna la successione di leggi edilizie della Sardegna, per concludere che oggi il Pd sardo sta facendo indietro tutta. La buona urbanistica insegna come e dove costruire case sicure in luoghi vivibili senza distruggere il territorio. In Italia se ne parla solo quando si contano le vittime evitabili di alluvioni, frane, valanghe, terremoti e altri disastri che di naturale hanno solo le cause immediate.
In Sardegna, dopo decenni di edilizia selvaggia, la legge Soru e il
conseguente piano paesaggistico regionale – studiato da un comitato
tecnico-scientifico presieduto da Edoardo Salzano, un gigante dell’urbanistica
– hanno fissato per la prima volta due principi fondamentali: basta cemento a
meno di 300 metri dal mare; solo edilizia regolata e limitata in tutta la
restante fascia geografica costiera, che di norma si estende fino a tre
chilometri dalle spiagge. «In campagna elettorale il Pd guidato da Pigliaru
aveva promesso di estendere la legge Soru a tutta la Sardegna, obbligando anche
i comuni interni ad applicare i piani paesaggistici», osservano desolati i due
avvocati. Passate le elezioni, il vento è cambiato.
In Italia, prima della recessione, venivano cementificati a norma di legge oltre 45 milioni di metri quadrati di terra all’anno. Nel 2015, nonostante la crisi, si è continuato a costruire nuovi appartamenti e capannoni per oltre 12 milioni di metri quadrati (dati Istat). «Con la legge salvacoste la Sardegna ha saputo lanciare un nuovo modello di sviluppo sostenibile», rivendica Soru. Ora la grande retromarcia della giunta seduce le lobby dei grandi albergatori, che organizzano convegni esultanti contro «l’ambientalismo che danneggia il turismo». Resta però da capire se, alle prossime elezioni, la maggioranza dei cittadini sardi si fiderà ancora di un Pd che imita il berlusconismo, col rischio di riabilitarlo.
In Italia, prima della recessione, venivano cementificati a norma di legge oltre 45 milioni di metri quadrati di terra all’anno. Nel 2015, nonostante la crisi, si è continuato a costruire nuovi appartamenti e capannoni per oltre 12 milioni di metri quadrati (dati Istat). «Con la legge salvacoste la Sardegna ha saputo lanciare un nuovo modello di sviluppo sostenibile», rivendica Soru. Ora la grande retromarcia della giunta seduce le lobby dei grandi albergatori, che organizzano convegni esultanti contro «l’ambientalismo che danneggia il turismo». Resta però da capire se, alle prossime elezioni, la maggioranza dei cittadini sardi si fiderà ancora di un Pd che imita il berlusconismo, col rischio di riabilitarlo.
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