Anche questa è un po’ la scoperta dell’acqua calda.
La mafia,
anzi, le mafie in Sardegna esistono
e fanno affari.
Lo testimoniano le indagini svolte e in corso da
parte della Direzione distrettuale antimafia, nonché provvedimenti
giudiziari.
Lo testimonia la recente (2013)
relazione conclusiva dei lavori della Commissione
parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni
criminali, anche straniere.
Lo testimoniano, purtroppo, i recenti procedimenti penali riguardanti
i soldi ripuliti dai Casalesi sulle
coste, ma non mancano gli investimenti di organizzazioni
criminali locali.
La Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, la Polizia
di Stato, la Guardia di Finanza hanno effettuato
complessivamente 27 arresti (tra il marzo e
il dicembre 2016), sequestri di immobili e
di un resort sulle coste ogliastrine (l’Ogliastra Beach)
per un valore di circa 15 milioni di euro ritenuti provenienti da attività
criminali di un’organizzazione made in Sardinia.
Tutto frutto di un abbaglio?
Gruppo d’Intervento
Giuridico onlus
A.N.S.A., 19 dicembre 2016
Quattro
persone arrestate e 15milioni di euro di beni sequestrati. È il colpo messo a
segno dalla Polizia di Cagliari e dalla Guardia di finanza di Nuoro a carico
della banda dei portavalori. Il sequestro nei confronti di due capibanda, già
arrestati il 20 marzo scorso. Sotto chiave è finito anche un favoloso resort
sul mare. I quattro arrestati, invece, sono accusati di aver riciclato il
denaro delle rapine.
Fra i
destinatari del provvedimenti restrittivi, eseguiti da Squadra mobile e Fiamme
gialle, ci sono amici e parenti dell’ex vicesindaco di Villagrande Strisaili,
Giovanni Olianas, già finito in manette a marzo. Le misure cautelari sono state
emesse dal Gip Cristina Ornano, su richiesta del sostituto procuratore presso
la Direzione Distrettuale antimafia di Cagliari, Danilo Tronci, che ha
coordinato le indagini.
GLI
ARRESTATI – C’è
anche la moglie dell’ex vicesindaco di Villagrande Strisaili, nel nuorese,
Giovanni Olianas, fra le persone arrestate questa mattina nell’ambito
dell’indagine sugli assalti ai portavalori condotta dalla Polizia e dalla
Guardia di finanza.
Ai
domiciliari con l’accusa di riciclaggio sono finiti Silvana Conti, di 41 anni,
moglie dell’ex vicesindaco arrestato nel marzo scorso; Roberto Serra, di 52, di
Quartu, imprenditore intestatario del complesso alberghiero Ogliastra Beach a
Cardedu; Tania Serra, di 32, di Loiri Porto San Paolo, compagna di Luca Arzu
(già arrestato per gli assalti ai portavalori nel marzo scorso) e Nicolò
Pasquale Bellu, di 48, di Aggius, commercialista di Luca Arzu, l’uomo che si
sarebbe occupato di investire anche all’estero il denaro delle rapine e che
avrebbe addirittura assunto come ragioniere lo stesso Arzu per dimostrare che
non era nullatenente.
ECCO COME
VENIVA RICICLATO IL DENARO – Un resort da favola acquistato da un nullatenente di 24 anni nel
1988 in Ogliastra, sei appartamenti sulla costa gallurese, auto, moto, ma anche
conti correnti bancari, polizze assicurative. E’ il patrimonio da circa 15
milioni di euro sequestrato oggi dalle Squadre mobili di Cagliari e Nuoro e dal
Nucleo di Polizia tributaria della Gdf di Nuoro.
I beni sono
riconducibili all’ex vicesindaco di Villagrade Strisaili, nel nuorese, Giovanni
Olianas, e a Luca Arzu, considerati i capi della banda che assaltò portavalori
a Irgoli nel 2016 e il caveau della Vigilanza Sardegna di Nuoro nel 2015: banda
sgominata il 19 marzo scorso con 23 arresti. Da quel momento la Polizia e la
Guardia di finanza non hanno mai smesso di lavorare, nel tentativo di
individuare i complici che li aiutavano a riciclare il denaro.
L’ex
vicesindaco, secondo quanto accertato dagli investigatori, non ha mai ostentato
un tenore di vita alto. Aveva uno stipendio fisso da impiegato forestale e un
gettone di presenza per la sua attività politica. Ma del denaro percepito
regolarmente non avrebbe utilizzato nemmeno un euro, senza mai prelevare denaro
dai conti correnti, nonostante fosse sposato e padre di tre figli. Usava,
invece, i soldi in contanti delle rapine. Roberto Serra (imprenditore arrestato
questa mattina) gli aveva detto più volte, comunque, di prelevare soldi almeno
una volta al mese per non destare sospetti. Proprio Serra, secondo quanto
accertato dalle indagini, avrebbe gestito per conto di Olianas il resort
Ogliastra Beach.
La società
Calalunas, invece, che apparteneva alla moglie di Olianas, Silvana Conti,
gestiva il resort. Poco dopo l’arresto del marito la donna ha rigirato la
Calalunas ad una terza persona, per non destare sospetti.
Luca Arzu
sarebbe stato, invece, meno attento di Olianas: a fronte di redditi
inesistenti, infatti, spendeva ingenti somme di denaro per settimane bianche,
vacanze a Venezia e viveva nel lusso. Il suo commercialista, Pasquale Nicolò
Bellu, aveva investito per lui denaro in una società Lettone. Inoltre lo
avrebbe assunto come ragioniere per non farlo risultante nullatenente. Tania
Serra, compagna di Arzu, infine, si sarebbe occupata di far arrivare i soldi al
commercialista ed effettuare i bonifici all’estero.
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