mercoledì 28 maggio 2014

24 maggio 1962: la Saras arriva a Sarroch

qualche anno fa Massimiliano Mazzotta ha fatto un documentario, anche se alla Saras e ai suoi avvocati non è piaciuto molto.




E’ il 1962 quando Angelo Moratti sbarca in Sardegna e fonda la Saras, società anonima raffinerie sarde, ponendo le basi per quello che poi nel corso degli anni sarebbe diventato un polo petrolchimico di imponente rilievo e la più grande raffineria del Mediterraneo.
La raffineria venne inaugurata nel 1966 dall’allora ministro dell’Industria Giulio Andreotti che si congratulò con il fondatore per avere avviato la “rinascita” della Sardegna, “rinascita”  che di fatto ha segnato la morte di un territorio e della sua gente. Ed e’ il 1962 quando gli anziani di Sarroch definiscono in modo quanto mai profetico, lo scellerato progetto di distruzione di una porzione della invidiabile della Costa Degli Angeli, con l’appellativo di Sa Rovineria: una rovina sotto tutti i punti di vista.
Purtroppo gli anziani ci avevano visto giusto.
Se ci si affaccia dal viale Buoncammino sa rovineria è visibile ad occhio nudo, cosi come sono visibili i fumi e quella fiamma sempre viva; allo stesso modo se si percorre la strada statale 195 di notte si viene illuminati dalla miriade di luci riflettenti i tubi e le cisterne che quasi richiamano lo spettrale e apocalittico paesaggio della città di Conan: Indastria.
Un vero e proprio scempio perpetrato in una porzione di territorio a vocazione agricola e dedito alla pesca.
Nel 1962 il Signor Angelo Moratti pensa bene di sfruttare la posizione strategica della zona, nel cuore del Mediterraneo, acquisendo le terre alla popolazione di Sarroch per l’irrisoria cifra di 340 lire a metro quadrato; il progetto iniziale prevedeva l’occupazione di un’area di 180 ettari per arrivare agli attuali 800 ettari…

…nel 2006 la Saras ha fatturato 5.196 milioni di euro, con un utile netto di 293 milioni di euro.
IN UN ANNO OLTRE 500 MILIARDI DELLA VECCHIE LIRE SOLO DI UTILE.
L’utile, nel 2000 era ‘solo’ di 36 milioni di euro. Ma come hanno fatto? Aumentare gli utili di quasi 10 volte in pochi anni e’ da maghi degli affari.
Ma c’e’ il barbatrucco. Non sono stati i bravi manager Saras a fare svettare questi introiti: e’ stato il magico Cip6 !! Elementare Watson. Ma come fa la Saras a ricevere i soldi del Cip6, che in teoria e’ per industrie che producono energia rinnovabile?
Facciamo un passo indietro. Prima del 2004, gli scarti della raffineria Saras andavano smaltiti, a caro prezzo, come rifiuti speciali. Nel 2004 allora l’idea brillante dei Moratti: bruciamoli quei rifiuti. E nel farlo ci ricaviamo un po’ di energia che facciamo passare per alternativa. Nessuno se ne accorgerà, avranno pensato.
E siccome l’hanno fatto passare per un metodo nuovo e ‘alternativo’ per produrre energia ecco che arriva il Cip6. Non ha importanza quanto schifo immettono in aria. Gli diamo la dicitura di ‘assimilata’ e siamo apposto. Lo Stato italiano (noi) abbiamo dunque regalato 200 milioni di euro alla famiglia Moratti. Neanche fossimo tutti interisti.
Furbo Mr Moratti, eh?
Così accanto alla raffineria vera e propria (completa di desolforatore come vogliono fare ad Ortona) hanno costruito questo inceneritori di rifiuti petroliferi, dal nome luminoso, e intriso di virilita’ sarda: Sarlux.
Ogni giorno, 3500 tonnellate di scarti della raffineria, fangosi e puzzolenti (immaginate voi di che robaccia si tratta) arrivano alla Sarlux e vengono bruciati. Dietro di se lasciano una scia di anidride carbonica, ossidi di azoto, solfati e concentrati di vanadio e il nichel che vanno dritti dritti nelle case, nei pesci, nell’aria di Sarroch.
Ma non e’ finita qui. L’energia viene venduta poi ad enti pubblici, e non a prezzo di mercato, ma ad un prezzo che e’ il DOPPIO del suo valore effettivo. Questo perché, di nuovo, la Sarlux e’ un impianto di energia “alternativa”.
In più come parte degli accordi per il Cip6 si sarebbero dovuti creare dei nuovi posti di lavoro anche in industrie non petrolifere. Dei tanti progetti vaporosi presentati dalla Saras a tuttoggi non ne e’ stato realizzato neanche uno. Solo i lavori riguardanti la raffineria sono stati portati a termine. La Repubblica calcola che ogni nuovo posto di lavoro sia costato fra i 400mila e il milione di euro…

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