Un rapporto dell’Ocse punta il dito contro l’inquinamento: i decessi
potrebbero triplicare nei prossimi decenni. E i costi economici esploderanno.
Se il mondo non agirà in modo efficace per contrastare il problema,
l’inquinamento atmosferico potrebbe arrivar a causare da sei a nove milioni di
morti premature all’anno nel 2060. E – in termini di cure mediche, calo dei
rendimenti agricoli e giorni di malattia dei lavoratori – potrebbe costare
circa l’1 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Ovvero circa 2.600
miliardi di dollari all’anno.
L’inquinamento dell’aria costerà 2.600
euro a testa
A fornire la fotografia delle drammatiche conseguenze dell’inquinamento
dell’aria è un nuovo rapporto dell’Ocse, intitolato The Economic Consequences of Air Pollution,
secondo il quale (tenuto conto delle stime demografiche), la perdita in termini
di Pil procapite sarà nel 2060 pari a 330 dollari. A ciò vanno aggiunti i circa
2.600 dollari che ciascun abitante della Terra, in media, dovrà sborsare ogni
anno per difendersi in vario modo dalle conseguenze dell’inquinamento. Cifra
che attualmente non supera i cinquecento dollari.
In particolare, i costi annuali sostenuti dagli stati per le cure di
patologie legate agli agenti tossici respirati in tutto il mondo potrebbe
raggiungere i 176 miliardi di dollari (contro i ventuno miliardi del 2015).
Mentre il numero di giorni di lavoro persi a causa delle malattie potrebbe
passare da 1,2 a 3,7 miliardi a livello globale…
Nessun commento:
Posta un commento