…“La chiamano festa ma si chiama mattanza – hanno spiegato
gli ambientalisti – è questo quello che viene celebrato ogni anno
a Carloforte, un macabro rituale la cui celebrazione nel contesto di
una festa lo rende ancor più grottesco, paradossale e fuori luogo: si
tratta di un
rito brutale di sopraffazione, violenza, sofferenza e morte.
I pesci arrivano in banchi dall’Atlantico per depositare le uova in un
ambiente più caldo. I tonni vengono costretti a entrare nella prima
‘grande camera’. Poi non essendo in grado di tornare indietro entrano
nelle camere vicine, disposte in fila e comunicanti fra loro per mezzo di
porte costituite da un sistema di reti fisse. Quando il rais (il
capo della tonnara) ritiene che il numero di tonni sia
sufficiente, dalla sua piccola barca, la ‘musciara‘, fornisce le istruzioni perché i tonni
vengano indotti ad entrare nella ‘camera della morte’. Vengono quindi
brutalmente uncinati, arpionati e lasciati morire asfissiati e agonizzanti
in un mare di sangue”.
Animal Equality –
hanno sottolineato gli ecologisti – ha realizzato di recente
“un’investigazione con riprese video e numerose immagini, anche
sott’acqua, smascherando la mattanza dei tonni a Carloforte. Una pratica
cruenta che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno di ogni anno causa
la morte di migliaia di tonni rossi. Le istantanee mostrano la triste
realtà e la sofferenza dei tonni durante la loro cattura ed uccisione.
un tonno salva Pinocchio e Geppetto:
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