Luoghi comuni – 1 . Sul tema dello
sfruttamento dei migranti in agricoltura si sono imposti numerosi luoghi
comuni. Il peggiore tra tutti è la necessità dello sfruttamento. Secondo quanto
riportano i media, i piccoli produttori sarebbero “costretti” a pagare poco i
braccianti.
Luoghi comuni – 2. “In Africa sono
abituati così”. È uno dei commenti più frequenti, da parte di italiani poco
informati, di fronte a ghetti, accampamenti e luoghi degradati in cui vivono i
migranti. Diventa così normale associare gli africani alle bidonville delle
campagne italiane. E qualcuno finisce col pensare che gli africani non siano in
grado di vivere in normali appartamenti.
Luoghi comuni – 3.
Politici, media o semplici commentatori dei social network continuano a parlare
di “clandestini”. Anche quando si riferiscono a rifugiati sottoposti a grave
sfruttamento nelle campagne. Ma basta osservare la realtà per scoprire una
situazione del tutto diversa.
Luoghi comuni 4 –
Ancora tanti italiani lavorano in agricoltura. Ma le loro condizioni sono
difficili perché la manodopera ricattabile, in gran parte migranti, è stata
usata per abbassare il costo del lavoro. Ma proprio gli stranieri hanno
protestato e scioperato. Perché dunque contrapporre italiani e no?
Luoghi comuni 5 – La
ricerca di soluzioni per il grave sfruttamento lavorativo in agricoltura è
centrata sui caporali. Come se fossero l’unica causa. In realtà sono un anello
della catena produttiva. E neppure il più importante. In questo modo, si
oscurano le responsabilità delle aziende e si trovano soluzioni consolatorie.
Ma inefficaci.
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