giovedì 9 giugno 2016

I luoghi comuni su migranti e agricoltura




Luoghi comuni – 1 . Sul tema dello sfruttamento dei migranti in agricoltura si sono imposti numerosi luoghi comuni. Il peggiore tra tutti è la necessità dello sfruttamento. Secondo quanto riportano i media, i piccoli produttori sarebbero “costretti” a pagare poco i braccianti.

Luoghi comuni – 2. “In Africa sono abituati così”. È uno dei commenti più frequenti, da parte di italiani poco informati, di fronte a ghetti, accampamenti e luoghi degradati in cui vivono i migranti. Diventa così normale associare gli africani alle bidonville delle campagne italiane. E qualcuno finisce col pensare che gli africani non siano in grado di vivere in normali appartamenti. 

Luoghi comuni – 3. Politici, media o semplici commentatori dei social network continuano a parlare di “clandestini”. Anche quando si riferiscono a rifugiati sottoposti a grave sfruttamento nelle campagne. Ma basta osservare la realtà per scoprire una situazione del tutto diversa. 

Luoghi comuni 4 – Ancora tanti italiani lavorano in agricoltura. Ma le loro condizioni sono difficili perché la manodopera ricattabile, in gran parte migranti, è stata usata per abbassare il costo del lavoro. Ma proprio gli stranieri hanno protestato e scioperato. Perché dunque contrapporre italiani e no? 

Luoghi comuni 5 – La ricerca di soluzioni per il grave sfruttamento lavorativo in agricoltura è centrata sui caporali. Come se fossero l’unica causa. In realtà sono un anello della catena produttiva. E neppure il più importante. In questo modo, si oscurano le responsabilità delle aziende e si trovano soluzioni consolatorie. Ma inefficaci. 


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