“Il Ministero
dell’Ambiente e la Conferenza delle Regioni si apprestano a varare il nuovo
Piano di conservazione e gestione del lupo che, dopo ben
45 anni, consentirà gli abbattimenti di lupi e ibridi e renderà addirittura
possibile dare la caccia e uccidere i cani vaganti, contro il divieto fissato
per legge nel 1991! Un piano predisposto per la gestione del lupo, ma che di
fatto sconfina nella gestione del randagismo, con la previsione di “soluzioni
finali” anche per i cani, cosa assolutamente vietata nel nostro ordinamento – dichiara la LAV, che aggiunge – si tratta di un atto inaccettabile, sotto il
profilo scientifico e ancor più sotto quello morale, che riporta indietro
l’Italia di mezzo secolo.”
Un
ritorno al passato debolmente argomentato dai tecnici del Ministero che, nel
documento in via di approvazione, chiedono la riapertura della caccia ai lupi come risposta alle tensioni sociali: un
vero e proprio paradosso! Infatti, come dimostrano le esperienze di
altri Paesi europei, gli abbattimenti non fanno diminuire le predazioni e l’apertura della caccia non arresta il
bracconaggio, che potrebbe invece beneficiare di maggiore tolleranza sociale,
all’interno di un sistema che avalla l’uccisione del lupo.
A
ciò si aggiunga che, mentre nella bozza
inizialmente diffusa dal Ministero l’abbattimento di cani vaganti era limitato
alle sole “aree protette”, in una successiva versione non inviata ufficialmente
alle associazioni, questa possibilità viene estesa anche alle “aree rurali”,
attraverso un’esplicita richiesta di revisione
urgente della legge 281/91 (Legge quadro in materia di animali di
affezione e prevenzione del randagismo). Una modifica che permetterebbe di intervenire con piani di abbattimento sui
cani vaganti delle aree rurali e sugli ibridi cane-lupo, secondo quanto
previsto dall’articolo 19 della legge 157/92, che già oggi consente lo
sterminio delle nutrie.
“A fronte di modifiche così invasive e drastiche,
il coinvolgimento delle associazioni portatrici di interessi è stato del tutto
bypassato: un vulnus considerevole e un’occasione mancata” – commenta LAV, che ha fatto predisporre
da esperti internazionali e sottoposto al Ministero, un dossier tecnico-scientifico che illustra tutte le ragioni per cui
l’abbattimento dei lupi è inutile e non deve essere consentito:
perché non esistono dati precisi e attendibili sulla popolazione di lupi in
Italia;
perché lo stato di conservazione del lupo potrebbe essere pericolosamente
compromesso;
perché non sono possibili abbattimenti realmente selettivi e gli effetti sono
sempre imprevedibili;
perché non diminuirebbe comportamenti predatori ma potrebbe aggravarli, come in
altri Paesi;
perché non avrebbe effetti positivi sulle tensioni sociali e, anzi, potrebbe
comportare una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di “giustizia”
privata.
Alla
mancanza di un adeguato coinvolgimento delle parti - le
associazioni non hanno mai ricevuto formale riscontro alle proprie osservazioni
sulla prima bozza di Piano, né sono state convocate in preparazione del
prossimo Comitato paritetico Stato - Regioni del 16 febbraio, come previsto da
un Decreto dello stesso Ministero dell’Ambiente - si sommano le anomalie in materia di competenze, sia sul piano
istituzionale che tecnico.
“Sulla questione del randagismo, la competenza
spetta infatti al solo Ministero della Salute, che è stato soltanto
marginalmente consultato – commenta la LAV –
il tutto in un quadro in cui si
rimanda esplicitamente a un parere dell’ISPRA (Genovesi e Dupré, 2000), che
oltre a non essere l’ente competente a intervenire su questioni di randagismo,
nel parere citato prevedeva addirittura la possibilità di reintrodurre
l’eutanasia per i cani e l’abbattimento dei cani vaganti”.
“Fino ad oggi abbiamo atteso una riformulazione
radicale della bozza di Piano, ma senza successo – prosegue la LAV - Preoccupati
che si voglia dare un’incredibile accelerazione all’approvazione, chiediamo che il Ministro dell’Ambiente Gian
Luca Galletti e il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini,
dicano esplicitamente se sottoscriveranno l’abbattimento di cani, ibridi e lupi
e se intendano procedere alla convocazione delle associazioni interessate,
come previsto dal Decreto ministeriale. Analoga
interrogazione rivolgiamo al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin,
per quanto riguarda l’abbattimento dei cani vaganti, su cui il Ministero è
stato chiamato a dare parere”.
“Ci auguriamo vivamente che i Presidenti di Regione
e gli Assessori all’Ambiente, assumano una netta posizione contro un Piano che
consente l’uccisione, non solo di lupi e ibridi, ma anche dei cani randagi o lasciati incustoditi, persino
dei cani ‘di proprietà’ che si fossero smarriti! Fatti, questi,
gravissimi e che siamo certi i cittadini non tollererebbero. Ministro Galletti, Ministro Lorenzin, volete
davvero essere ricordati come quelli che, dopo 45 anni per il lupo e 25 anni
per il cane, hanno dato via libera alla caccia e alle uccisioni?”
E’ la domanda
aperta che la LAV rivolge ai vertici dei due dicasteri e l’occasione per
l’Italia di non cedere terreno, né la sua posizione di avanguardia, sul piano
della tutela di una specie particolarmente protetta come il lupo e dei diritti
di tutti gli animali.
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