Ogni
domenica mattina, poche ore dopo aver salutato i più nottambuli, il Szimpla Kert, il bar più famoso di
Budapest, si trasforma in un
mercato di prodotti locali. Circa 40 produttori/venditori e un migliaio
di visitatori danno vita a questo mercatino nel quale tutto ciò che viene
venduto è stato prodotto a non più di 50 chilometri dalla capitale. Un gruppo
di volontarie che prepara cibo per raccogliere fondi a scopo di beneficenza e
un trio musicale completano la scena che Vincent Liegey, attivista del
movimento per la decrescita, definisce come “decrescente”.
Spiega
Liegey: “La gente qui è gentile e
felice, tutti si conoscono e comprano cibo sano e biologico di produzione
locale“. Liegey, che ha scritto un libro dal titolo Proyecto
Decrecimiento, assicura che sempre più persone vogliono riappropriarsi della
propria vita perché non sono soddisfatte del modello di vita attuale. Accanto a
lui, Logan Strenchock, responsabile per l’ambiente e la sostenibilità presso
l’Università Centroeuropea di Budapest, vende ortaggi dell’azienda agricola
biologica Zsámboki Biokert . Nel frattempo, risponde anche
alle domande di una giornalista interessata al suo progetto e saluta parecchie
persone che passano vicino alla sua bancarella. Come dice Liegey, nel mercatino
tutti si conoscono. Levente Erös, che sta lì con loro, è il creatore di Kantaa,
un’impresa che effettua consegne in maniera sostenibile, usando come mezzo la
bicicletta; in questa attività lavorano nove persone. Tutti e tre collaborano
al progetto denominato Cargonomia che
a Budapest prevede la consegna in
bicicletta di alimenti biologici.
L’idea di decrescita è alla base di questo progetto comune, tuttavia Erös ha dei dubbi se
definire sé stesso come attivista della decrecita. “La gente dice che sono un
attivista della decrescita, ma non lo so, non è mia intenzione esserlo, voglio
solo mostrare alle persone come si può vivere in altro modo”, si difende questo
ingegnere elettrico, mentre elude le domande sulla politica, sostenendo che
questo è un argomento per Vincent e che lui è solo un esperto di biciclette.
Vincent
Liegey, che tiene conferenze sulla decrescita in tutta Europa, spiega che
quella che stiamo vivendo “non è una crisi ambientale, un’altra economica,
un’altra sociale…ma che tutte le
crisi sono interconnesse e non si può cercare di risolvere un solo problema a
prescindere dal resto. La decrescita collega diverse discipline per
comprendere i problemi in forma globale e trovare una soluzione alla radice
degli stessi “. La soluzione che propone si basa sul “decostruire” la fede nel
progresso, nello sviluppo, nella scienza e nell’economia per cominciare una
transizione democratica verso nuovi modelli per una società sostenibile,
piacevole, autonoma, democratica e giusta.
Liegey fa
parte del gruppo di persone che sta preparando la prossimaconferenza internazionale sulla decrescita
che si terrà a Budapest dal 30 agosto al 3 settembre 2016. Secondo lui,
Budapest è una sede eccellente per l’evento perché già si vive una certa
atmosfera di decrescita. La bassa densità di popolazione nel centro città, la
tradizione creativa nel risolvere i problemi e le numerose iniziative sorte in
manera indipendente e decentralizzata, danno forza al movimento.
Una delle iniziative più interessanti è Wekerle Estate. Quasi alla fine della linea 3
della metropolitana, accanto alla fermata di Hátar út, si trova questo
quartiere che è stato creato agli inizi del XX° secolo per dare alloggio agli
operai giunti in città dai paesi e rendere più facile il loro adattamento alla
vita di città. Difatti, entrare a Wekerle è come uscire dalla città e
addentrarsi in un villaggio. Le basse case unifamiliari con un orto per
coltivare ortaggi, continuano ad essere l’immagine tipica del quartiere.
Negli ultimi
anni, in questo particolare quartiere che attualmente fa parte della rete delle
città in transizione, due associazioni di quartiere assieme alle associazioni
WTE e Átalakuló Wekerle, hanno
dato impulso a iniziative ecologiche e solidali come, ad esempio,
un mercatino di produttori locali, l’isolamento termico gratuito delle finestre
delle abitazioni per le persone più povere, il compostaggio negli orti delle
case, l’uso di cibi locali nelle mense scolastiche o corsi di agricoltura
biologica. Krisztian Kertesz, membro della direzione di WTE, sottolinea che “ci
sono molte persone che potrebbero pagare affitti più cari in altre zone della
città ma preferiscono vivere a Wekerle per il tipo di vita che abbiamo qui”.
A Budapest, la decrescita ha anche il suo aspetto accademico. Miklós Antal è un ricercatore
della Eötvös Loránd University e sebbene non si consideri un “decrescente”,
studia come abbandonare l’attuale paradigma economico e ridurre la dipendenza
dalla crescita. Oltre a fornire una base scientifica a molte idee di questo
movimento, Antal applica la semplicità volontaria alla sua vita quotidiana. Non
viaggia in aereo perché lo considera uno spreco e in città usa sempre la
bicicletta; è vegetariano, non mangia alcun cibo prodotto da società che non
gli vanno a genio, non compra prodotti testati sugli animali né quelli che
contengono prodotti chimici inutili e cerca di essere moderato nei consumi.
Antal difende la sua posizione spiegando che nei paesi sviluppati si potrebbe
raggiungere lo stesso livello di felicità con la metà del PIL attuale, perché
“un maggior consumo non ci rende più felici”.
Antal
aggiunge: “Faccio molte cose diverse
dal resto delle persone, ma in fondo ho una vita normale: è solo un modo per
dimostrare che si può vivere in maniera sostenibile e allo stesso tempo avere
una vita normale“. Poi indica sé stesso e commenta dicendo che il suo
aspetto è simile a quello di qualsiasi altra persona dell’università. Ed è
così. Così come è del tutto normale il ristorante accanto all’università dove
si reca a mangiare anche se in questo caso, confessa che già da tempo ha
convinto i cuochi a proporre ogni giorno un menù vegetariano. Prende la
bottiglia vuota del succo che ha bevuto mentre mangiava, perché sa che lì,
tuttavia, non effettuano il riciclo.
Prima di
incamminarsi, dice che è fiducioso che in futuro il sistema cambierà e ricorda
che i suoi genitori pensavano che avrebbero trascorso tutta la loro vita in un
pase socialista, ma alla fine non è stato così.
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