Eutanasìa, in greco antico, significa letteralmente buona morte. Oggi con questo termine si definisce correntemente l’intervento medico volto ad abbreviare l’agonia di un malato terminale.
Si parla di eutanasia passiva quando il medico si astiene dal praticare cure volte a tenere ancora in vita il malato; di eutanasia attiva quando il medico causa, direttamente, la morte del malato; di eutanasia attiva volontaria quando il medico agisce su richiesta esplicita del malato.
Nella casistica si tende a far rientrare anche il cosiddetto suicidio assistito, ovvero l’atto autonomo di porre termine alla propria vita compiuto da un malato terminale in presenza di - e con mezzi forniti da - un medico…
…Secondo l’Istituto Mario Negri di Milano, circa 90 mila malati terminali muoiono ogni anno. Il 65% di questi pazienti, aggiunge l’Associazione Luca Coscioni, si fa aiutare dai medici per smettere di soffrire. Gli inglesi la chiamano euthanasia by the back door, della porta sul retro. Da noi gli è stata affibbiata un’etichetta ancora più infamante: eutanasia clandestina. «L’ipocrisia è che si tratta solo di una questione terminologica. Se parli di eutanasia ti mettono in galera», spiega a pagina99 un medico rianimatore. «Tanti pazienti mi chiedono di farla finita. Li tranquillizzo, faccio finta di non vedere ma li aiuto a esaudire le loro volontà. Il personale sanitario viene colpevolizzato, siamo considerati assassini. Viviamo il dramma di queste scelte in solitudine…
Come possiamo definirla? "Eutanasia silenziosa". Per noi è un fatto di tutti i giorni. Lo affrontiamo con grande difficoltà, ma sicuri di fare sempre la cosa più giusta", dice Michele (lo chiameremo così). Una laurea, la specializzazione, il master, la carriera infermieristica, oggi è caposala all'ospedale Careggi di Firenze. Ha voglia di raccontare quello di cui, chissà se per pudore o se per una congiura del silenzio, nessuno parla mai. E di farlo evitando la politica, "ma con il buonsenso di chi sta in prima linea".
Premessa: Michele non è ateo, anzi, è un cattolico praticante, va a messa due volte alla settimana. Sorride di questa apparente contraddizione, "ma qui Dio non c'entra nulla. Sono un professionista, ho studiato. Se teniamo in vita artificialmente un paziente, siamo noi che ci stiamo sostituendo a Dio...".
Ogni anno, in un grande reparto come quello dove lavora Michele, medici, infermieri e operatori sanitari hanno a che fare con almeno 30-40 casi di persone sospese in una terra di mezzo dove il confine tra cosa è eutanasia e cosa no è sottilissimo. "Dal punto di vista normativo siamo obbligati a nutrire e idratare anche un vegetale. In queste condizioni un paziente può andare avanti per mesi, o anni", spiega…
Premessa: Michele non è ateo, anzi, è un cattolico praticante, va a messa due volte alla settimana. Sorride di questa apparente contraddizione, "ma qui Dio non c'entra nulla. Sono un professionista, ho studiato. Se teniamo in vita artificialmente un paziente, siamo noi che ci stiamo sostituendo a Dio...".
Ogni anno, in un grande reparto come quello dove lavora Michele, medici, infermieri e operatori sanitari hanno a che fare con almeno 30-40 casi di persone sospese in una terra di mezzo dove il confine tra cosa è eutanasia e cosa no è sottilissimo. "Dal punto di vista normativo siamo obbligati a nutrire e idratare anche un vegetale. In queste condizioni un paziente può andare avanti per mesi, o anni", spiega…
"Al malato terminale che negli ultimi giorni di vita con dolori violentissimi chiede l'iniezione per morire serenamente gli viene negata" e "se il medico la fa può essere accusato di omicidio. Molti pero' la fanno, e' un movimento sott'acqua che si trova a lavorare in maniera clandestina". L'oncologo e fondatore dello Ieo, l'Istituto europeo di oncologia, Umberto Veronesi, scende in campo ancora una volta per parlare di eutanasia a margine del convegno "Uniti per i pazienti" all'Università Statale.
"Oggi la magistratura riesce a correggere ciò che il legislatore ha malamente costruito, ma non sempre ci riesce", ha aggiunto Veronesi che ha poi ricordato il suicidio del regista Mario Monicelli. "Tutti parlano di una soluzione, ma il povero Monicelli, che aveva chiesto ripetutamente in ospedale una puntura letale per un trapasso dolce, e' stata negata e si e' buttato dalla finestra. Questa è civiltà ?"…
continua qui"Oggi la magistratura riesce a correggere ciò che il legislatore ha malamente costruito, ma non sempre ci riesce", ha aggiunto Veronesi che ha poi ricordato il suicidio del regista Mario Monicelli. "Tutti parlano di una soluzione, ma il povero Monicelli, che aveva chiesto ripetutamente in ospedale una puntura letale per un trapasso dolce, e' stata negata e si e' buttato dalla finestra. Questa è civiltà ?"…
La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.(Lucio Anneo Seneca)
RispondiEliminadice Epicuro : "Il male, dunque, che più ci spaventa, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c'è lei, e quando c'è lei non ci siamo più noi."
RispondiElimina