lunedì 25 luglio 2011

tutti lo sanno


"Le inchieste condotte in molte procure distrettuali antimafia ci consentono di affermare che la criminalità organizzata sta acquisendo quote sostanziose del mercato del gioco, i cui introiti, anche quelli legali, sono in crescita. Questa sta diventato la nuova frontiera delle mafie". Lo afferma il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso...
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«Il sistema è fuori controllo – spiega il senatore Luigi Li Gotti, coordinatore del comitato antiriciclaggio – visto che le macchinette in funzione illegalmente sarebbero almeno 200mila. Senza contare i cosiddetti magazzini virtuali». Ogni apparecchio dotato di nulla osta per la messa in esercizio e non ancora collegato alla rete telematica dovrebbe essere obbligatoriamente collocato in magazzino. La Sogei ha scoperto che un concessionario in provincia di Catania avrebbe immagazzinato in un esercizio pubblico circa 27mila apparecchi. Tutti insieme e nello stesso giorno.

Più si punta e più renderende. Cifre pazzesche, sempre più alte. Li Gotti prova a quantificarle. «Il mercato parallelo del gioco illegale – dichiara – vale almeno 30 miliardi e anche la Guardia di finanza informalmente parla di questa cifra».

Il business per le mafie è dunque pari alla metà delle entrate da scommesse e giochi legali. Nel 2010 il settore legale – che dà lavoro a 5mila aziende e 120mila addetti – ha raccolto infatti 61,4 miliardi, il 13% in più dell’anno precedente. Una cifra che equivale al 4% del Pil italiano o, se si preferisce, che è pari alla somma del debito finanziario dei Comuni a fine 2010. Il 52% delle entrate proviene dagli apparecchi. Il resto è frazionato tra lotterie, lotto, vari giochi di abilità, bingo e ippica...

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"Io non l'avrei fatta". Il presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, si riferisce all'ultima manovra del governo ed in particolare alle norme che puntano a fare cassa attraverso le scommesse e il gioco d'azzardo. Pisanu, impegnato per un'audizione della commissione a Torino sul fenomeno della criminalità organizzata in Piemonte, lancia un allarme preciso contro macchinette, slot machine e siti on-line: "Per ogni euro che entra nelle casse dello Stato proveniente dal gioco lecito, ce ne sono almeno altri dieci che finiscono nelle casse della criminalità organizzata, da gioco lecito e illecito". E ha aggiunto: "Lo stato biscazziere esiste dall'XI secolo - ha dice Pisanu - bisogna però sottoporre il settore a controlli più severi. Non siamo in grado di sanzionare le società che promuovono giochi che arrivano via internet su piattaforme dall'estero. In Francia non è consentito. Occorre disciplinare in modo molto più severo questo settore senza dimenticare le conseguenze sociali: le ludopatie sono una malattia sociale che colpisce soprattutto i più deboli e i giovani. Noi abbiamo i picchi più alti delle scommesse nei giorni a ridosso del ritiro delle pensioni. E nei casi di crisi questi fenomeni si accentuano".

Quella del gioco d'azzardo è l'ultima frontiera dell'investimento delle mafie, oltre all'usura, al racket, alla droga. È uno dei canali del riciclaggio del denaro sporco, anche in Piemonte, dove la 'ndrangheta "ha un fortissimo insediamento, rappresenta il 90 per cento dell'attività della criminalità organizzata con sinergie con nuclei storici di Cosa nostra"...

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