...Secondo l'Oms ogni anno nell'Unione europea 25mila persone muoiono per infezioni da batteri antibiotico-resistenti. Il motivo è arcinoto: il nostro uso eccessivo di antibiotici. Quelli che consumiamo direttamente, anche quando non è necessario, e soprattutto quelli dati agli animali che poi mangiamo: l'uso massiccio di antibiotici negli allevamenti è riconosciuto dall'Oms come una delle principali cause della comparsa di batteri resistenti.
Per questo è allarmante la notizia pubblicata ieri dal quotidiano britannico The Independent: negli allevamenti del Regno unito l'uso di antibiotici è aumentato negli ultimi dieci anni. In particolare, è aumentato di otto volte l'uso sugli animali di tre classi di antibiotici considerate dall'Oms «di importanza critica nella medicina», le cefalosporine, i fluorochinoloni e i macrolidi (l'aumento è ancora più impressionante perché si tratta di quantità assolute, mentre nel frattempo la popolazione animale negli allevamenti è calata: del 27% i suini, 10% i bovini e 11% il pollame). Solo un mese fa scienziati britannici hanno individuato nel latte bovino un nuovo batterio Mrsa, ovvero Staffilococco aureo meticillino-resistente: per il momento questo viene ucciso nella pastorizzazione del latte, ma si teme che prima o poi passi agli umani, come già molti altri . In generale, è attribuito all'uso di antibiotici la comparsa negli allevamenti di ceppi di e-coli e di salmonelle resistenti.
I dati dell'Independent si riferiscono al Regno Unito, ma danno da pensare. Gli antibiotici sono conseguenza dell'allevamento sempre più intensivo (più le bestie sono sovraffollate, più si ammalano, più tonnellate di farmaci sono aggiunte ai loro mangimi), ma è ben questo che permette agli allevatori di mantenere basso il prezzo della carne (o pesce) e restare «competitivi»: le «forze del mercato» spingono per gli antibiotici. La Gran Bretagna è l'unico caso in Europa dove le case farmaceutiche possono reclamizzare e vendere direttamente agli allevatori. Anche altrove però non si va oltre le «raccomandazioni». Solo l'uso di antibiotici come «promotori della crescita» degli animali è vietata, dal 2006, in tutta l'Unione europea. Ma solo Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia hanno limitato l'uso di antibiotico negli animali ai casi di effettiva malattia, con l'obbligo di prescrizione medica. Dobbiamo concluderne che le «forze del mercato» minacciano la salute della specie umana?
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