venerdì 10 dicembre 2010

Senatore Cappelli, il frumento

Il frumento "Senatore Cappelli" è una varietà di frumento creata da Nazareno Strampelli, che ebbe la maggior diffusione in Italia, fino al 1975, quando, attraverso una sua modificazione genetica, venne introdotta la varietà "creso", che pose a rischio di estinzione la Cappelli.

Negli ultimi anni il grano duro Cappelli è stato reintrodotto in alcune zone di poche regioni italiane, come la Basilicata che cercano di salvaguardare un prodotto di qualità.

Similmente a tutti i grani antichi, il grano Senatore Cappelli, con la sua altezza (160-180cm) e il suo apparato radicale sviluppato, soffoca le malerbe ed è quindi indispensabile in agricoltura biologica. Allo stesso tempo le spighe di questa varietà sono anche maggiormente soggette all'allettamento, cioè al piegamento e coricamento dovuti all'azione del vento e della pioggia…

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La linea di confine dove si combatte l’ultima, forse decisiva, guerra del grano sardo passa nei campi tra Turri e Tuili, cuore di Marmilla, tocca il Campidano, sale fino alla Trexenta e al Sarcidano, ex granai convertiti in campi incolti. Sotto la Giara la spiga del Senatore , quella che fa buono, profumato (e bianco) moddizzosu e coccoi, si piega al leggero maestrale. Distese dorate che sembrano non finire mai, all’ombra dei nuraghi-fortezza e delle colline-mammelle. I chicchi sono gonfi e consistenti, lo stelo rigido e flessuoso allo stesso tempo, ricercatissimo dalle cestinaie di Sinnai. Era il frumento d’Italia, un tempo razza eletta, abbandonato negli anni Sessanta- Settanta, colpevole di basse rese e di crescere troppo (in altezza). LA RIVINCITA. Ora il Senatore Cappelli si è preso la rivincita. Sotto l’uragano dei prezzi-choc che si è abbattuto sull’ex granaio sardo, su trigu de su senadori sta vincendo la sfida. Della qualità e dei prezzi. «Quest’anno lo pagheremo ai produttori almeno 40 euro il quintale, prezzo base, garantito», dice Santino Accalai, sementiere, titolare della Selet di Tuili. Quasi un miracolo, se si pensa che le altre varietà di grano - quelle che hanno soppiantato e condannato il Cappelli - spuntano nell’estate 2010 una media di 14 euro il quintale: prezzo da fame che spiega la grande fuga dai campi. Un trionfo per su trigu dei nonni. Che non ha mai subito manipolazioni genetiche, né raggi gamma né trattamenti ogm. Un duro di natura, all’antica, che contiene meno glutine, più vitamine e minerali, di ottima digeribilità. E soprattutto dà al pane un gusto e un profumo unici: moddizzosu, civraxiu e coccoi non temono confronti. Come dire: l’arretratezza di ieri diventa un valore anche commerciale. La sorpresa è che lo difende un piccolo esercito di coltivatori, sementieri, panificatori, pastai, molitori, persino produttori di birra. Un drappello di custodi dei sapori antichi che tre mesi fa si è costituito in Comitato di valorizzazione e recupero del grano Senatore Cappelli. Atto di battesimo presso la sede Laore di Suelli, l’agenzia regionale che ha promosso l’iniziativa. Una battaglia per salvare, grazie al grano degli antnati, le piccole economie locali altrimenti destinate a scomparire. Soprattutto ora che l’Unione europea ha chiuso i rubinetti dei premi e degli incentivi. I produttori sanno che questa varietà ha molte controindicazioni: una resa inferiore alle altre più moderne (25 quintali per ettaro contro 35), cresce fino a quasi due metri d’altezza, quindi si piega, si croccara : e questo complica la mietitura…

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Il nostro itinerario inizia nel centro di Orroli, presso il panificio kentos, un esempio di azienda moderna e funzionale ma con un forte legame alle tradizioni e al territorio. Qui verranno illustrate le fasi della panificazione e soprattutto verranno degustati i pani tradizionali preparati con semola di grano duro della varietà Senatore Cappelli proveniente da agricoltura biologica e lievito naturale. Quindi con una breve passeggiata ci sposteremo presso la casa-museo Omu Axiu, un’antica casa padronale appartenente alla famiglia Vargiu, in cui possiamo osservare gli utensili necessari per le attività quotidiano che si svolgevano in un passato nemmeno troppo lontano e che rivivono nelle stanze del museo etnografico allestito, seguendo la naturale vocazione e storia della casa. Dopo la visita al museo ci sarà un laboratorio sulla panificazione tradizionale, quindi il pranzo con i prodotti del territorio. Nel pomeriggio ci trasferiremo nel vicino centro di Nurri presso il mulino “la pietra e il grano”. Nel paese un tempo famoso per gli scalpellini che lavoravano le pietre per la costruzione dei mulini, Angelo Anedda continua la tradizione della sua famiglia, e ancora macina solo il grano duro sardo della varietà Senatore Cappelli certificato biologico…

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