sabato 11 dicembre 2010

Se niente importa - Jonathan Safran Foer


se lo leggerai non ti farà diventare vegetariano, non avere paura;
magari mangerai la carne in modo diverso - francesco



Mr. Foer, che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
«Credo che molti di noi non si pongano il problema di ciò che arriva in tavola. Non che non gliene importi. Preferiscono non farlo. Io ho capito di volerlo fare dopo la nascita di mio figlio. E più approfondivo le mie ricerche, più mi rendevo conto che ciò che stavo scrivendo aveva sì a che fare col dolore e la sofferenza degli animali, ma anche con altre cose: la qualità dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo, gli antibiotici che assumiamo senza saperlo, il riscaldamento globale, la fame nel mondo. Mangiare animali significa toccare tutte queste questioni. Che riguardano ciascuno di noi, e il futuro dei nostri figli».
Dopo aver letto il suo libro, l’attrice Natalie Portman, vegetariana da vent’anni, è diventata un’attivista vegana, rifiutando anche uova e latte. Lei invece è stato criticato per non averlo fatto. Se l’aspettava?
«Io e la mia famiglia facciamo la spesa biologica nei mercati dei contadini e sappiamo da dove proviene ciò che mangiamo, ma diventare vegetariani è una decisione molto complicata. Posso capire che qualcuno sia rimasto deluso perché non ho fatto una scelta ancora più radicale, ma non credo serva a qualcosa dire: noi vegani siamo dalla parte della ragione, tutti gli altri no. Penso invece sia utile far riflettere la gente sul fatto che occorre ridurre i consumi. Sia per tutelare la nostra salute, sia per i danni che il nostro stile di vita arreca alla biosfera, e nel caso della carne anche per via delle sofferenze che arrechiamo agli animali. Ma non è una questione di identità. Si tratta delle scelte che facciamo ogni giorno. Noi abbiamo la possibilità di scegliere ogni volta che entriamo in un supermercato o al ristorante. Il problema a monte è che non sappiamo che cosa avviene nell’industria zootecnica»…
da un’intervista


…Il discorso contro gli allevamenti industriali non riguarda solo il benessere degli animali ma anche quello dell’uomo: mangiare un pollo cresciuto in gabbia e imbottito di sostanze chimiche, oltre a essere moralmente discutibile è ancheprofondamente pericoloso per la nostra salute: secondo alcune indagini, la carne proveniente da allevamenti industriali renderebbe i nostri antibiotici meno efficaci, e sarebbe un fattore decisivo nella generazione della febbre aviaria e suina.
Inoltre, secondo Foer, non mangiare carne è una scelta che va anche a vantaggio dell’ambiente: gli allevamenti intensivi sarebbero responsabili dell’inquinamento del nostro pianeta e costituirebbero addirittura la prima causa del surriscaldamento globale.
Da non sottovalutare, infine, anche il fattore economico: si calcola infatti che con le produzioni di verdura e cereali destinate all’alimentazione del bestiame si potrebbe addirittura risolvere il problema della fame nelmondo, con un apporto proteico superiore a quello fornito dalla carne…
da una recensione




1 commento:

  1. c'è molto buon senso. alla fine bisogna rassegnarsi all'idea che l'uomo è onnivoro e non è in grado di nutrirsi di materia inorganica. se vogliamo anche le piante hanno una vita, la percezione della sofferenza, ecc... per questo cambiai idea. resta vero appunto che essere attenti e giudiziosi negli acquisti è la migliore forma di indirizzo che si può dare a chi gli alimenti li produce.
    occorre Educazione nel senso alto del termine

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