venerdì 26 luglio 2013

dal parlamento



Mica solo per Matteo Dall’Osso, professione ingegnere e deputato. Chi ha sghignazzato in Parlamento dovrebbe avere il coraggio di scusarsi pubblicamente, cospargersi il capo davanti a quelli che si portano a passeggio una ghigliottina, una lama che non sanno quando deciderà di cadere. Loro che ridevano perché pensavano fosse un grillino, e lo è, certo. Ma è anche malato. Per quello le difficoltà nel leggere durante l’intervento in aula, la goffaggine nel tenere in mano i fogli. Non perché sia un deputato acerbo e (a detto di lor signori) un radiocomandato. Il signor Dall’Osso da Bologna un giorno è andato in ospedale perché sentiva uno strano formicolio alla mano. E alla pancia. I suoi genitori l’hanno visto piangere quando è stata firmata una diagnosi:sclerosi multipla.
Ma si è rialzato, combatte tutti i giorni la malattia con la fiera dignità di chi vuole giocarsela, anche se è persa perché qualcuno ha truccato le carte contro il suo destino. Ma accidenti se cammina a testa alta. Dal 2007 che va in giro a raccontare quello che gli è capitato. Uno così doveva farsi ridere in faccia dai colleghi parlamentari? Non credo.
E non parlo di Dall’Osso, non lo conosco. Parlo della malattia, genetica e degenerativa. Anni fa mi capitò di chiedere a un medico di cui mi fido, Gian Ugo Berti, neurochirurgo, e lui mi disse: “Non c’è una guarigione, fai finta che il paziente sia su una scala mobile, c’è da augurarsi che il piano sotterraneo non arrivi mai”…
da qui

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