domenica 28 novembre 2010

orti sociali

Gli orti sociali sono una realtà che comincia a svilupparsi anche nelle grandi metropoli del Nord del mondo tra cui Londra e New York. Ha fatto scalpore la notizia che Michelle Obama abbia creato un orto biologico per fornire cibo fresco e sano alle proprie figlie (e al consorte) dentro i giardini della Casa Bianca. In generale gli orti sociali potrebbero essere una delle vie per rivitalizzare socialmente le metropoli e riappropriarsi come citoyens dei non-luochi spersonalizzati che esse rappresentano. Questo nel momento in cui la maggioranza assoluta della popolazione mondiale, sia del Nord (paesi ex-sviluppati) sia del Sud del mondo, vive in grandi aggregati urbani, che definire città sarebbe eufemistico.
A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno di robinia locale, una grande pianta di gelso sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Il terreno è stato regalato dalle Ferrovie Federali Svizzere ed ammonta a 2000 metri quadrati. La progettazione è curata dall'architetto Sophie Agata Ambroise dell'Officina del paesaggio di Lugano. Le coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica…
da qui


…fra grandi tangenziali a quattro corsie, giganteschi e alienanti centri commerciali e uffici popolati da stuoli di frenetici impiegati si possono trovare scorci di vita che, pur nella loro apparente semplicità, costituiscono uno spiraglio di sopravvivenza non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello comunitario, sociale e - perché no? - anche economico.
Stiamo parlando degli orti urbani. Di primo acchito si potrebbe pensare a questo tipo di strutture come il rifugio dell’umarell- l’omarello, il pensionato, il vecchietto - ma dietro a questo microcosmo urbano c’è molto di più. Un punto di vista ambientale, dicevamo; l’orto può costituire infatti, un’alternativa su piccola scala alla grande agricoltura intensiva, basata su ritmi di coltivazione innaturali, sull’ampio utilizzo di pesticidi, fitofarmaci, fertilizzanti, strumenti atti a conseguire - secondo la logica capitalistica della “crescita a ogni costo” - il massimo rendimento per ettaro in termini di produzione, merce e quindi guadagno…
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Nati nel 2000 da un’esigenza espressa da una buona parte della popolazione, gli orti sociali rappresentano un’importante sito di aggregazione sociale.
Questa proposta organizzativa rappresenta un’ importante occasione di aggregazione e riscoperta dei legami con la terra e con i frutti che essa produce.
I ritmi che caratterizzavano l’ambiente rurale possono essere nuovamente assimilati solo se vissuti in prima persona attraverso la cura di una coltura. Inoltre il legame terra-uomo risulterà rafforzato e valorizzato nel caso vengano consumati prodotti agricoli la cui crescita è stata assistita e favorita dal consumatore stesso.
La sfera della socialità ha un importanza preponderante in un questo contesto: l’orto diventa infatti luogo non solo di produzione ma anche di svago e di ritrovo: accanto alle proposte formative (come ad esempio la scuola di compostaggio e di agricoltura biologica) si possono organizzare feste campestri dal sapore antico, che potranno coinvolgere però tutte le generazioni…
…Chi si occupa di un piccolo appezzamento di terreno è inoltre responsabilizzato nei confronti di tutto il territorio pubblico, l’allestimento di orti sociali infatti è una delle occasioni più importanti per consentire ad ogni cittadino di percepire il terreno come bene comune che va salvaguardato e tutelato; per queste ragioni oltre alla funzione ricreativa per gli ortolani gli orti sociali rappresenteranno un centro di cultura agricolo-socio-ambientale di notevole interesse.
da qui


protocollo fra Anci e Italia Nostra sugli orti urbani



2 commenti:

  1. Ciao, super-prolifico, prismatico e ubiquo blogger...ti segnalo questa interessantissima conversazione, non so se l'avevi notata:

    http://www3.lastampa.it/cucina/sezioni/notizie/primo-piano/articolo/lstp/377795/

    Davide G.

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