Si chiama Servizio di consulenza clinica antiterrorismo (Counter
Terrorism Clinical Consultancy Service) e detto così suona pure bene. In
pratica, vuol dire che la polizia del Regno Unito ha accesso alle informazioni
mediche riservate dei pazienti attraverso un nuovo programma di condivisione
dei dati concordato con il Servizio sanitario nazionale lanciato nell’aprile
scorso. Bello, no? Fa piacere a tutti sapere che la polizia conosce gli esiti
dei tuoi esami o dei tuoi disturbi, anche quelli più intimi e delicati.
È l’ultima novità britannica, dove un tempo il rispetto della privacy era
un obbligo, un must della vita sociale. Adesso tre centri
della polizia situati a Londra, Manchester e Birmingham, analizzano i dati che
psichiatri, psicologi e infermieri di trasmettono, ovviamente all’insaputa dei
loro pazienti, agli agenti di polizia antiterrorismo. il tutto attraverso tre trust
del servizio sanitario nazionale che hanno vinto un bando da 17 milioni di
sterline (21,8 milioni di dollari) lanciato lo scorso anno dalle agenzie di
sicurezza. “Lo scopo della squadra”, diceva l’annuncio, “è quello di lavorare
con gli agenti antiterrorismo nella valutazione e nella gestione dei rischi
posti da individui con gravi malattie mentali”.
Il fatto è che il programma, in realtà, non si occupa degli “individui con
gravi malattie mentali”, i quali sono già scrutinati per ragioni sanitarie ma
soprattutto di persone che non hanno alcuna “malattia”, al massimo disturbi di
lieve entità, e quasi sempre privi di qualunque precedente penale. E non
raramente persino di bambini.
L’organizzazione non governativa Medact ha provato ad
analizzare la questione. Ha ammesso che è troppo presto per avere una
rilevazione statistica credibile sui risultati del programma varato nello
scorso aprile. Però ha ripubblicato i dati relativi a una
sua precedente ricerca, centrata sul programma prima attivo,
chiamato Prevent. Nel 2015 Prevent ha cominciato a chiedere ai lavoratori del
settore pubblico, compresi i medici e il personale del servizio sanitario
nazionale, di segnalare le persone che a loro giudizio potevano essere
“suscettibili alla radicalizzazione”. Un programma di delazione sociale,
insomma, i cui dati hanno mostrato che gli inglesi di fede msusulmana avevano
23 volte più probabilità di essere segnalati rispetto agli individui di pelle
bianca. Secondo gli ultimi dati delle fonti ufficiali governative, le
segnalazioni arrivate a Prevent dal settore sanitario sono state, nel solo
periodo 2022-2023, 606 su 6.817 segnalazioni totali.
Insomma, la polizia britannica ha monitorato attraverso Prevent decine di
migliaia di persone. E il nuovo programma, secondo gli attivisti di Medact,
rischia di trasformare gli operatori della salute in una sottospecie di spia.
Charlotte Heath-Kelly, docente di Politica e Studi internazionali
all’Università di Warwick e autrice del rapporto di Medact, ha scritto che il
programma consente alla polizia di accedere alle cartelle cliniche delle
persone di interesse senza il loro consenso e di “gestirle di nascosto… Questo
rapporto di lavoro segreto tra la polizia antiterrorismo e gli enti fiduciari
del servizio sanitario nazionale solleva profonde preoccupazioni sul fatto che
il personale del servizio sanitario nazionale venga cooptato in una funzione di
polizia, sorvegliando i pazienti e agendo al di fuori del loro mandato di
operatori sanitari”.
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