L'Europa si
è da tempo presentata come una difensora della biodiversità e protettrice
dell'ambiente.
Ma in Europa si commettono ogni giorno crimini contro la natura, spesso
impunemente. Questi atti di distruzione (descritti in questa relazione come
"crimini contro la natura") non sono commessi con pistole e coltelli,
ma con bulldozer e motoseghe. Foreste secolari in Repubblica Ceca, foreste dei
Carpazi in Romania e Polonia, e le foreste boreali di Svezia e Finlandia -
tutte centrali nella lotta dell'Europa contro la crisi della natura e del clima
- vengono distrutte per produrre prodotti di breve durata in vendita in tutto
il mondo.
Questi "crimini naturali" si verificano legalmente, a volte anche
all'interno di aree Natura 2000, ma li stiamo chiamando crimini perché è uno
scandalo che la distruzione delle nostre ultime foreste ad alto valore di
conservazione sia ancora consentita.
Per molti
consumatori è importante non essere complici del disboscamento, ma con catene
di fornitura complesse, leggi contraddittorie e società situate in varie
giurisdizioni, diventa impossibile per i consumatori identificare i prodotti
della cupidigia aziendale che stanno distruggendo i nostri ultimi tesori
naturali. Il caso che segue fa parte di una serie che abbiamo chiamato 'The
Nature Crime Files - Declassified' - un richiamo a una corretta protezione
degli ecosistemi, che sono la base della nostra vita.
#1 Le
foreste europee - vitali per la nostra sopravvivenza - non sono protette in
modo efficace.
#2 L'estrazione di legno dalle foreste europee più antiche è un esempio del
fallimento dell'attuazione degli obiettivi comunitari in materia di protezione
della biodiversità.
#3 I prodotti in legno ricavati da foreste secolari possono finire nelle case
europee.
#4 Le imprese devono agire immediatamente per fermare l'approvvigionamento di
legname da tutte le foreste secolari e delle altre foreste ad alto valore
conservativo. Per essere protette efficacemente, queste foreste devono essere
lasciate indisturbate da attività dannose come il disboscamento.
LA FORESTA
DEI CARPAZI IN ROMANIA
Le foreste
secolari e altre foreste ad alto valore di conservazione sono particolarmente
vitali per la salute e il benessere del pianeta. Sono ricche di biodiversità e
svolgono un ruolo importante nella prevenzione e mitigazione degli effetti
della crisi climatica e naturale. Purtroppo, all'interno dell'UE, queste
foreste sono scarse, di dimensioni limitate e esistono solo in zone
frammentate. Le montagne dei Carpazi sono la patria della più grande area
d'Europa di foreste vergini e antiche al di fuori della Scandinavia e della
taiga russa. Sono la seconda catena montuosa più lunga d'Europa, che attraversa
otto paesi dell'Europa continentale (Austria, Repubblica Ceca, Polonia,
Slovacchia, Ucraina, Romania, Serbia, Ungheria).
La superficie totale del territorio è di 209.000 km 2 (1), più grande di quella
dell'Austria, dell'Ungheria e della Slovenia messe insieme. È anche uno degli
ecosistemi biologicamente più unici al mondo. Ma questa enorme area di grande
importanza ecologica e di bellezza naturale si riduce ogni giorno. Negli ultimi
100 anni, nuove attività industriali hanno modificato le foreste dei Carpazi e
persino ora si stanno costruendo nuove strade forestali per rendere sempre più
accessibile l'estrazione del legname (2).
Le foreste primarie e quelle di vecchia data non mappate stanno scomparendo
a ritmi estremi. Negli ultimi due decenni, sono stati distrutti più di 7350 km2
di alberi dei Carpazi a causa dell'estrazione del legname. In tutta la regione
dei Carpazi, ogni ora viene abbattuta un’area [forestale ampia come] cinque
campi di calcio (3).
LA FORESTA
DEI CARPAZI ROMENA IN CIFRE:
# Il 43,7% delle foreste carpatiche sono in Romania e di queste solo il 2,4%
(1700 km 2) attualmente sono sotto stretta protezione (4).
# Circa il 7% delle foreste rumene hanno più di 120 anni (5).
• 120 - 140 anni = 4.7% [2640km² ]
• 140 - 160 anni = 2.4% [1120km²]
• >160 anni = 0.7% [450km²]
# Si stima che negli ultimi 20 anni, la Romania abbia perso più del 50% delle
sue foreste primarie (6) intatte a causa delle attività di taglio.
Se
distrutte, le foreste dei Carpazi porteranno via con loro un patrimonio
naturale fondamentale e importanti reti di sicurezza per il clima e la
biodiversità in Europa centrale e orientale. Queste non sono aree che possono
essere sostituite o rigenerate con foreste gestite, e il loro sfruttamento deve
cessare immediatamente. Nella strategia sulla biodiversità per il 2030, l'UE si
è impegnata a estendere la protezione rigorosa delle sue aree più biodiverse al
10% (7).
L'Unione
Europea, che è brava a promuoversi come paladina della biodiversità, non ha
finora saputo proteggere le sue foreste più antiche. Circa il 93% delle foreste
secolari cartografate sono incluse nella rete Natura 2000 (8), un sistema di
aree protette istituito dal l'UE, e l'87% delle foreste secolari sono sotto la
protezione rigorosa da interferenza umana (9). Questo suona benissimo, ma la
realtà non potrebbe essere più differente. Le foreste secolari 'protette' sono
spesso protette solo su carta (10) e rimangono esposte al disboscamento.
Nel frattempo, le foreste rimanenti non sono nemmeno ufficialmente riconosciute
come secolari dalle autorità e quindi sono esposte allo sfruttamento. Secondo
il rapporto del Joint Research Centre report dell'UE, l'Europa presenta un
deficit cartografico di 4,4 milioni di ettari di foreste secolari, che è
un’area più grande dei Paesi Bassi (11). La mancanza di una mappatura adeguata,
unita a un quadro giuridico poco chiaro su una protezione rigorosa (12), sta
consentendo a queste foreste vitali di essere sfruttate dall’industria del
legno. Un chiaro esempio del mancato rispetto da parte dell'UE di impegni
efficaci in materia di biodiversità.
COSA SUCCEDE
COL LEGNO DELLE FORESTE SECOLARI?
Il team di investigazione di Greenpeace Central and Eastern Europe
(CEE) ha iniziato con queste semplici domande:
Chi sta distruggendo le ultime foreste vergini in Europa?
Dove va a finire il legno?
A cosa serve questa preziosa risorsa?
Il nostro team di investigatori ha seguito le tracce e ci ha portato ai
fornitori di aziende di mobili, come il molto amato e ampiamente celebrato
marchio europeo, IKEA. IKEA gestisce quasi 500 negozi al dettaglio in tutto il
mondo, per più della metà in Europa. Come uno dei maggiori consumatori mondiali
di legno (13), IKEA ha la responsabilità globale di rispettare i propri impegni
in materia di sostenibilità. Secondo alcune stime, per la produzione di mobili
IKEA un albero viene abbattuto ogni due secondi (14).
"Stiamo
promuovendo metodi forestali responsabili. Lo facciamo per influenzare il
settore e anche per contribuire all'importante lavoro di porre fine alla
deforestazione." Mikhail Tarasov, Global Forestry Manager, IKEA
Svezia.
Ma è davvero
così?
Nonostante tutti i loro sforzi sulla sostenibilità, IKEA, come una lunga lista
di imprese, sta facendo affari con le aziende che si procurano il legno da
foreste secolari che non sono efficacemente protette. Secondo IKEA, quasi il
98% del legno utilizzato è certificato Forest Stewardship Council (FSC) (15).
Tuttavia, come dimostrato dai casi di distruzione della natura, il sistema di
certificazione FSC non sempre riconosce le foreste secolari per il loro vero
valore di biodiversità. Questo, a sua volta, consente pratiche di silvicoltura
industriale e di taglio sotto la certificazione FSC, anche in foreste che
dovrebbero essere strettamente protette. Nel frattempo, le ultime foreste secolari
del l'UE vengono decimate, con tanto di permesso, e questi alberi secolari
appaiono nei salotti, cucine e camere per bambini in tutta l'Unione Europea e
oltre.
IKEA acquista la maggior parte del suo legno da Polonia, Lituania e Svezia.
Dichiara che nelle sue
catene di approvvigionamento solo il 4% del
legno vergine proviene dalla Romania (16). Secondo
l'analisi di Greenpeace Central and Eastern Europe,
dei 15 maggiori produttori romeni di mobili, sette rifornisco IKEA, e il loro
fatturato complessivo per il 2022 è stato di circa 480 milioni di euro (17).
In questo rapporto ci concentriamo su un sistema di approvvigionamento del
legno, dove le aziende produttrici di mobili trasformano tronchi e/o legno
segato direttamente dalle foreste, o (più spesso) proveniente da fornitori
intermedi e dai loro depositi. Greenpeace CEE ha
visitato foreste secolari in tutta la Romania, dove l'età media degli alberi
era compresa tra 120 e 180 anni, in base ai piani di gestione forestale
pubblicamente disponibili (18).
Esaminando
attentamente l’intera catena di approvvigionamento, dai siti di disboscamento
ai depositi di legname, esaminando i permessi di trasporto con attribuzioni di
geolocalizzazione e visitando gli impianti di lavorazione, Greenpeace CEE ha
scoperto la distruzione sistematica di foreste secolari, tra cui due siti
protetti Natura 2000. La distruzione di foreste secolari o di altro alto valore
di conservazione è stata collegata ad almeno sette diversi fornitori IKEA in
Romania.
La maggior parte di questi fornitori dell’IKEA produce prodotti per numerose
aziende europee e internazionali. Tuttavia, stando ai siti web dei produttori,
agli articoli online e ad altre informazioni disponibili al pubblico, IKEA è
senza dubbio il principale cliente della maggior parte delle aziende che
l’indagine di Greenpeace CEE ha collegato alla distruzione delle foreste
secolari. Uno dei produttori, Plimob, produce praticamente esclusivamente per
IKEA.
Partendo da
uno dei mobili IKEA più iconici, l'amata culla e struttura letto per bambini
SNIGLAR, le sedie INGOLF, lo sgabello BEKVÄM, i divani KIVIK fino agli articoli
per la casa più piccoli come il tagliere PROPPMÄTT o le grucce in legno
BUMERANG - Greenpeace ha visitato i negozi IKEA in tutta Europa tra settembre
2023 e marzo 2024 e ha trovato prodotti di produttori associati a legno
proveniente da foreste secolari in 13 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca,
Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Polonia, Svezia,
Svizzera e Regno Unito.
Data la
diffusa presenza di legno proveniente da foreste secolari nella catena di
fornitura di IKEA, sembra estremamente probabile che questo legno finisca in
questi prodotti identificati. Greenpeace CEE ha dato a IKEA l'opportunità di
commentare i risultati di questa indagine. IKEA non ha contestato le
informazioni. Una delle collezioni iconiche di IKEA, SNIGLAR, che offre culle e
strutture per letti per bambini, è pubblicizzata (19) come una collezione di
prodotti durevoli e realizzati con materiali naturali rinnovabili che fanno
bene sia al portafoglio che al pianeta.
Dalle
foreste ai negozi. I risultati dell’indagine
Le indagini
di Greenpeace CEE hanno collegato i letti con reti a doghe e le culle in legno
massello di faggio a due produttori rumeni, Masifpanel SRL e Iris Service Ciuc
SA. Entrambi i produttori erano collegati alla distruzione delle foreste
secolari.
Masifpanel ha acquistato il legno di faggio dalla S.C Colcear Servcom SRL, a
cui è stata concessa la concessione per l'abbattimento di 3150 m3 di foresta
(principalmente) di faggio a Caraș-Severin, 500 km a ovest di Bucarest. Si tratta di un'area quasi incontaminata di
straordinaria bellezza, in una foresta di almeno 120 anni che fa parte della
rete di aree protette dell'UE Natura 2000.
Iris Service Ciuc SA dispone di una rete diversificata di fornitori, con
legname proveniente da almeno 15 entità diverse e numerosi siti di disboscamento
in tutta la Romania. Accettano anche legname direttamente da una bellissima
foresta di 160 anni gestita da Ocolul Silvic Moinesti. Culle e strutture letto
per bambini, prodotte da Masifpanel o Iris Service Ciuc SA (20), sono state
trovate nei negozi IKEA in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia,
Francia, Ungheria, Italia, Israele, Polonia e Svezia. Masifpanel, quando ha
avuto la possibilità di commentare, ha riconosciuto di aver ricevuto legname
dall'area Natura 2000 indicata, affermando che la distruzione non è illegale.
Iris Service Ciuc SA non ha risposto.INGOLF è una delle collezioni di sedie più
riconoscibili di IKEA. È realizzata in legno massello, che secondo IKEA è uno
dei loro materiali preferiti e parte della loro eredità scandinava. Le sedie
INGOLF sono prodotte dalla Plimob SA, con sede nella regione di Maramureș, che
vanta una lunga tradizione nella lavorazione del legno. La contea di Maramureș,
nel nord della Romania, è un centro di produttori di mobili (quattro produttori
su cinque producono prodotti per IKEA). Si stima che il 20% dei mobili rumeni
venga prodotto qui, a causa della presenza di grandi volumi di risorse di
legname (21).
Una delle
cinque unità di produzione gestite da Plimob in Romania è un moderno
stabilimento di produzione di mobili poco durevoli con una capacità di
produzione di 2,5 milioni di sedie all'anno (22). Secondo le indagini di
Greenpeace CEE basate su dati disponibili al pubblico, il legno della Plimob SA
proviene da una rete di aziende che si sovrappone in gran parte ad altri
fornitori IKEA.
Il più grande fornitore di questi è Silva Grup, che ha trasportato almeno 8000
m3 di legno proveniente principalmente dalla Romania centrale tra l'inizio del
2023 e febbraio 2024. Una delle aree in cui Silva Grup ha una concessione per
tagliare 1600 m3 presenta alberi con un'età media di 140 anni. Le sedie INGOLF
prodotte dalla Plimob SA sono state trovate nei negozi in Austria, Repubblica
Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Israele, Polonia, Svezia
e Svizzera.
Metodologia
della ricerca
L'indagine
di Greenpeace CEE si è basata su:
1. Analisi
dei dati disponibili al pubblico forniti da SUMAL
(https://inspectorulpadurii.ro/#/) ed all'Agenzia di Ricerche Ambientali (EIA
NGO), un sistema gestito dal Ministero dell'Ambiente della Romania che offre
l'accesso alle informazioni pubbliche come i confini amministrativi delle
foreste, i permessi di taglio e i permessi di trasporto con attributi di
geolocalizzazione.
2. Analisi delle immagini satellitari ad alta risoluzione provenienti da vari
fornitori.
3. Analisi dei piani di gestione forestale, parzialmente disponibile sui siti
web del ministero dell'ambiente.
4. Visite multiple in loco a siti di taglio ed agli impianti di lavorazione del
legno, nonché ai fornitori diretti di IKEA.
5. Visite ai negozi IKEA in tutta Europa
Sul dossier
sono disponibili le analisi dei seguenti casi:
- NATURE DESTRUCTION CASE #1
Masifpanel SRL
- NATURE DESTRUCTION CASE #2
Aramis Invest SRL
- NATURE DESTRUCTION CASE #3:
Taparo SA
- NATURE DESTRUCTION CASE #4 CH
Industrial Prod SRL
- NATURE DESTRUCTION CASE #5 IRIS
Service Ciuc SA
- NATURE DESTRUCTION CASE #6
Plimob SA
- NATURE DESTRUCTION CASE #7:
AVIVA SRL
(1.
Continua)
(*)
Traduzione di Ecor.Network.
Nature crime
files. Assemble the truth: old-growth forest destruction in the Romanian
Carpathians
Greenpeace
Greenpeace Central and Eastern Europe, April 2024 - 18 pp.
Note:
1. Cyglicki,
R., Hoffmann, M., Hrynyk, Y., Cibor, K., Galusca, C. (2022), The
Carpathian forests. Europe’s natural heritage under attack, Vienna, Greenpeace
Central and Eastern Europe.
2. Ibid.
3. Ibid.
4. Ibid.
5. National Forest Inventory. Forest resources assessment in Romania, Forest area by region.
6. Brisis, I.A., Veen, P. (2005), Virgin
forests in Romania. Inventory and strategy for sustainable management and
protection of virgin forests in Romania, Royal Dutch Society for Nature
Conservation (KNNV) in co-operation with Romanian Forest Research and
Management Institute (ICAS).
7. European Commission (2020), Communication
from the Commission to the European Parliament, the Council, the European
Economic and Social Committee and the Committee of the Regions. EU Biodiversity
strategy for 2030. Bringing nature back into our lives, 20 maggio 2020.
8. Mays Barredo, J., Brailescu, C., Teller, A., Sabatini, F.M., Mauri, A. and
Janouskova, K. (2021), Mapping
and assessment of primary and old-growth forests in Europe, Luxembourg,
Publications Office of the European Union.
9. European Commission (2021), Earth
Day: New report shows there are still pristine forests in Europe and calls for
their mapping and strict protection, 22 April 2021.
10. Mikolāš, M., Piovesan, G., Ahlström, A., Donato, D.C., Gloor, R.,
Hofmeister, J., Keeton, W.S., Muys, B., Sabatini, F.M., Svoboda, M., Kuemmerle,
T. (2023), Protect
old-growth forests in Europe now, Science, Vol. 380, Issue 6644, p.466.
11. Barredo, J., Brailescu, C., Teller, A., Sabatini, F.M., Mauri, A. and Janouskova,
K. (2021), Mapping
and assessment of primary and old-growth forests in Europe, Luxembourg,
Publications Office of the European Union.
12. Ibid.
13. Ikea Museum (n.d.), The
story of Ikea. Good for the forest. Good for people.
14. Kerfriden, M., Deleu, X., Schmidt, R., Abdelilah, A. (2024), Ikea,
the tree hunter: Our documentary is now live, 27 February 2024, Disclose
Films et Premières Lignes.
15. Ikea (n.d.), People
& planet. The wood we use.
16. Ibid.
17. ListaFirme (n.d.), Lista firmelor din
România (Romanian version)/ Romanian companies (English version).
18. Tutti i dati relativi all'età media degli alberi in questo rapporto
provengono da: Ministerul Mediului, Apelor și Pădurilor, Serviciul de
telecomunicații speciale (n.d.), SUMAL
2.0 - Inspectorul Pădurii.
19. Ikea (n.s.), Products:
SNIGLAR Crib.
20. Greenpeace è stata in grado di identificare i produttori IKEA con prodotti
specifici basandosi sul sistema di identificazione univoco dei produttori IKEA,
con ogni prodotto che riporta un'etichetta che identifica i suoi produttori.
21. CSIL Market Research. Industry Studies and Market Research for the
Furniture, Lighting and Furnishings sector (2018), Romania.
A promising hub for upholstered furniture companies.
22. Revista din Lemn/ PLIMOB S.A. (2023), Scaune IKEA
fabricate la PLIMOB Sighetu Marmatiei.
https://ecor.network/estrattivismo/la-distruzione-delle-antiche-foreste-dei-carpazi-romeni/
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