domenica 11 agosto 2024

Il profumo della ricchezza - Umberto Rapetto

 

La povertà ha un suo odore, quello che impregna non il naso ma il cuore di chi – nonostante i tempi – si ostina ad avere un minimo di sensibilità.

Ben altra cosa sono gli aromi e le flagranze, roba per chi ha altri stili di vita e non conosce (né gli interessa conoscere) altri olezzi socialmente diversi.

Premessa la simpatia per gli animali e una certa preferenza per i gatti, continuo a dar precedenza agli umani e ai sentimenti che questi suscitano e meritano.

Non riesco a gioire, quindi, per la sensazionale notizia dell’essenza che Dolce e Gabbana hanno ideato per la gioia dei cani e soprattutto dei loro benestanti proprietari.

Devo la scoperta in questione al sito di CNN dove la novità trovava spazio tra le poco eleganti facce dei profughi palestinesi e le tutt’altro che snob macerie di Gaza. L’articolo mi ha rincuorato perché che, mentre c’è chi lotta per la sopravvivenza (e di questi temi basta fare un tuffo nel degrado della periferia per capacitarsene), fortunatamente c’è chi può sfruttare i sapienti dosaggi del maestro profumiere Emilie Coppermann e titillare le proprie narici con “un “capolavoro olfattivo caratterizzato dalle note avvolgenti e calde di Ylang, dal tocco pulito e avvolgente del Muschio e dalle sfumature legnose e cremose del Sandalo”.

A dispetto dei volgari sacchetti del pane con cui i clochard avvolgono birre o alcolici per blindare la privacy su quel che tracannano, Dolce e Gabbana hanno scelto per gli affettuosi amici a quattro zampe un packaging di estrema sobrietà: la bottiglia di vetro laccato verde presenta una zampa placcata in oro 24 carati.

Anche il testo affidato ad un fine dicitore che, nello spot con sottofondo di musica classica, declama un memorabile “Sono delicato, carismatico, autentico, sensibile, enigmatico, ribelle, fresco, irresistibile, pulito. Perché non sono solo un cane. Sono Fefé”.

L’ispirazione per il prodotto di cui il mondo non sapeva di aver bisogno è arrivata dall’ “amore incondizionato” che Domenico Dolce, metà del famoso duo di stilisti, ha per il suo “fedele cane Fefé”.

Grazie dunque a Domenico Dolce che ci ha regalato l’opportunità di capire cosa davvero servisse a questo pianeta ormai fuori dall’orbita della generosità o semplicemente del buon senso e della proporzione.

 

(Umberto Rapetto Generale GdF – Fondatore e per dodici anni comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico)


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