Su La Nuova Sardegna online del 5 novembre 2015 campeggiava in bella evidenza un
articolo dal titolo quasi sinistro: “Alluvionati e assetati: in Gallura e Baronia è
emergenza idrica. Bacini quasi vuoti nelle zone più colpite dalle piogge.
Ma anche nel resto dell’isola il livello di allerta è alto“.
L’argomento è uno di quelli da trattare
con attenzione e rigore, perché attiene alla disponibilità di un bene pubblico
essenziale e ha risvolti diretti su una questione, quella della capacità
complessiva d’invaso della Sardegna, la cui presunta (ma inesistente)
insufficienza viene periodicamente indicata come la giustificazione per la
realizzazione di nuove inutili dighe.
Vediamo i dati allora.
Si nota innanzitutto che quelli
riportati da La Nuova Sardegna hanno un significativo disallineamento
temporale: le cifre riportate, infatti, si riferiscono alla situazione degli invasial 30 settembre e non al 31 ottobre. Dunque manca all’appello proprio il contributo
dell’evento alluvionale del 1 ottobre e questo inficia tutte le considerazioni
svolte nell’articolo sugli asseriti mancati effetti sulle scorte idriche.
Effetti che in realtà ci sono stati,
come dimostra il notevole incremento della percentuale di riempimento del
bacino di Maccheronis passata dal 19% di fine settembre a un tranquillizzante
44% di fine ottobre.
E in ogni caso, anche il dato complessivo di fine settembre (riportati anch’essi nella tabella riassuntiva di ottobre) – un
coefficiente di riempimento pari al 58% – non è allarmante in quanto riferito
ad un periodo stagionale in cui tipicamente si registrano i minimi annuali e
che coincide con l’inizio del semestre statisticamente più piovoso.
L’unica sofferenza significativa si
registra nel bacino del Coghinas, con livelli di riempimento pari a circa il
50%, tuttavia ben lontani dalla allarmante definizione di “quasi vuoti” che si
legge nell’articolo.
E allora, il vero allarme da lanciare
non è quello su una presunta scarsa piovosità (che in questi anni è stata
generalmente nella media o oltre la media, tranne alcune aree) e neppure nella
quantità d’acqua invasata ad oggi (ben 1.049 milioni di metri cubi) ma nello
spaventoso spreco
di risorse idriche che di quest’acqua invasata
ne fa andare a ramengo oltre la metà, come denunciato in mille occasioni.
A questo link tutti i dati storici sul
livello degli invasi
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