giovedì 24 luglio 2014

asilo politico per Camilla

Nella notte fra il 15 e il 16 luglio una mucca evade da un allevamento di Vinci (FI). Camilla – questo il suo nome – viene dichiarata “pericolosa” dall’allevatore, e sui giornali si parla di lei come di una “mucca che si crede un toro”, come se oltre ad aver superato un recinto e ad aver rifiutato il ruolo di produttrice di vitelli (future bistecche…) avesse anche osato superare gli “steccati” di genere: un ribelle è già uno scandalo, una ribelle lo è doppiamente.
Il Comune di Vinci emette un’ordinanza che prevede, fra le possibilità, l’abbattimento, ma Camilla è ancora latitante. Sembra sia stata avvistata in diversi posti, ma non viene catturata.
Appena saputo della ribellione di Camillla, abbiamo espresso la nostra solidarietà, una solidarietà attiva e concreta, facendo pressione sulle istituzioni locali affinchè rinunciassero all’abbattimento. Questa prima e urgente richiesta ha trovato un’eco inaspettata fra le tante persone e associazioni che hanno subito capito che Camilla, con la sua evasione, chiede a tutt* di schierarsi chiaramente contro ogni sfruttamento.
Non è del resto la prima volta che succede: ogni giorno, in tutto il mondo, gli schiavi animali resistono come possono alla segregazione e alla violenza, fuggendo dai mattatoi, dagli allevamenti, dagli zoo e dai circhi. Spesso senza successo. Talvolta trovano dei compagni umani pronti a lottare al loro fianco, come è stato in questo caso. Telefonate e e-mail hanno inondato il Comune di Vinci per giorni. La stampa ha dato risalto al coraggio di Camilla.
E’ sempre più improbabile che Camilla, se verrà trovata, venga abbattuta.
La nostra speranza è che possa vivere libera in un territorio che dovrebbe essere ospitale per tutti, umani e non.
Se venisse catturata, però, non possiamo accettare che finisca la sua vita come fattrice in un allevamento. Quello che chiediamo è che, in tal caso, venga ceduta ad un luogo in cui gli animali come lei possono vivere senza essere sfruttati. Abbiamo trovato un posto che potrebbe accoglierla degnamente.
Quello che chiediamo per Camilla è l’asilo politico…
da qui


Eticamente inaccettabile e giuridicamente illegittima. Non si può definire altrimenti l’Ordinanza numero 11 con la quale il Sindaco di Vinci (Firenze), Giuseppe Torchia, dispone l’uccisione a vista di una mucca scappata il 14 luglio da un allevamento.
Così, accogliendo l'appello di Resistenza animale, abbiamo deciso di inviare una diffida legale con la quale chiediamo l’immediata sospensione e il ritiro in autotutela dell’Ordinanza, poiché non basata sugli accertamenti tecnico-scientifici necessari e quindi espone alla violazione dell’articolo 544 bis del Codice penale, uccisione ‘non necessitata” di animale, che prevede la reclusione fino a due anni.
Facciamo appello agli Organi di Polizia: l'Odinanza non deve essere eseguita. E al Prefetto chiediamo un intervento che faccia tornare il Sindaco sui suoi passi.

Camilla può avere una vita serena: abbiamo già comunicato al Sindaco di Vinci la nostra disponibilità ad individuare una sistemazione alternativa, che la salvi definitivamente dalla morte, nonché accurate visite fisiche e comportamentali al fine di evitarne l’abbattimento.


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