martedì 1 aprile 2014

Oggi siamo tutti agricoltori – Una storia di accaparramento di terra - Silvia Passetti, Cèdric Hevraud

L’agricoltore può assaporare l’aroma della terra, mentre cammina nel campo. Sono le quattro del mattino.  Il raccolto danza nel vento e così il suo fragile futuro. Questo agricoltore locale conosce come rendere fertile il suo campo e condivide con esso un forte legame.
Lavora in un’organizzazione no profit, il centro per lo sviluppo rurale di Kishantos in Ungheria che porta avanti insieme agricoltura biologica ed educazione.  Il centro è stato fondato vent’anni fa dagli sforzi congiunti del Governo Ungherese e di quello Tedesco.  Da allora ogni anno ha educato centinaia di agricoltori all’agricoltura sostenibile. Il centro comprende due parti: la Folk High School Centre e 452 ettari fattoria biologica. La sua missione principale è quella di diffondere i principi della sostenibilità in ecologia e della democrazia.
Fondata dagli agricoltori locali nel 1998 quest’iniziativa di base si era aggiudicata un contratto valido fino all’ottobre del 2013. Piuttosto che rinnovarlo, il Fondo terra ungherese (che rappresenta lo Stato come proprietario) ha emesso un bando di gara per l’affitto delle terre in dieci lotti. Il Centro di Sviluppo Rurale ha presentato 10 domande, ma non ha ottenuto un centimetro quadrato di terra.
Kishantos rischiava di perdere la sua terra e il certificato di agricoltura biologica Suisse. Questo avrebbe significato la fine del centro, dove per vent’anni la terra non era stata trattata con agenti chimici o fertilizzanti.  La comunità locale ha reagito e lanciato una campagna per fermare l’operazione di acquisizione di terreno. “Salva Kishantos”, lo slogan della campagna diffuso su Internet. Róbert Fidrich coordinatore di  “Friends of the Earth Hungary ha raccontato , “tanti attivisti sono venuti a dimostrare il loro supporto… L’associazione ha rifiutato di dare la terra allo Stato e due settimane dopo il Centro per lo sviluppo rurale ha ottenuto la protezione istituzionale, è stata una grande vittoria per noi”.
Storie con il lieto fine, quindi, esistono.
L’Ungheria ha terre fertili e a buon mercato, come molti Stati dell’Est – due aspetti che nel passato hanno reso questo Stato molto attraente nei confronti degli investitori stranieri. Secondo la relazione intitolata “Land Grabbing, Land Concentration and People’s Struggles in Europe” pubblicata nel giugno 2013 dal Movimento internazionale degli agricoltori Via Campesina negli anni novanta il prezzo di un ettaro di terra in Ungheria era 100 volte meno che in Austria.
Casi di land grabbing o concentrazione della terra accadono anche nel Sud dell’Europa dove le maggiori forzi direttrice sono gli investimenti in energie rinnovabili.
Suolo e vento sono risorse chiave in questo tipo di economia.
Archeologi ad esempio stanno protestando contro un piano di costruzione di un gigantesco impianto eolico a Creta…
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