lunedì 13 giugno 2011

L’insalata del vicino è sempre la migliore - Carlo Petrini

«Prego Dio ogni giorno affinché non succeda nel nostro mercato, anche perché può accadere a tutti, per sfortuna o per semplice distrazione. Ma so che se capitasse a noi, io dopo un secondo saprei esattamente da che fattoria e da quale contadino proviene l'infezione, e allora così mi tranquillizzo un po'». Bisogna conoscere la provenienza del cibo per poter controllare e intervenire in fretta.

Così, tre giorni fa, il direttore del farmers' market di Union Square a New York commentava i fatti europei relativi alla diffusione del batterio E. Coli. Questa storia di psicosi collettiva ci insegna quanto possano essere irrazionali le paure e quanto un sistema come quello attuale, che dovrebbe essere il massimo dell'avanguardia in tema di sicurezza alimentare, in realtà abbia l'effetto collaterale di fomentarle, perché in casi di emergenza rivela tutta la sua debolezza. Sono paure che si rivelano sempre in grande parte eccessive, con il torto di mettere alla gogna interi settori produttivi senza colpe.
Pensiamo soltanto ai cetrioli, il cui mercato è crollato in tutta Europa dopo il primo allarme che li metteva al centro del focolaio infettivo senza che lo fossero mai stati. I produttori e i distributori di verdura del nostro continente stanno registrando milioni di euro di perdite, molte aziende rischiano il tracollo finanziario: pensate a cosa vuol dire mantenere tonnellate di prodotti freschi in magazzino, a marcire invenduti. Parliamo di cibo in piena stagione e non di scarpe o bulloni: c'è un limite alla sua possibilità di stare fermo in attesa che le previsioni di mercato si rasserenino. E magari, adesso che i maggiori indiziati sembrano dei germogli di soia tedeschi da produzione biologica, toccherà al grande e importante settore del biologico sentirsi ingiustamente nel mirino. Qualcuno, animato di malafede, coglierà sicuramente l'occasione per criticare le sue tecniche agricole più rispettose dei terreni e della natura, senza che abbiano alcun legame con la diffusione di un batterio che avviene per altri motivi, dall'esterno.
Stiamo per caso pensando di rinunciare a mangiare verdura nella sua stagione migliore?...


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