martedì 30 ottobre 2012

La giornata self service ventiquattro ore fai-da-te - Ettore Livini

"Inserire la chiavetta". Bip. "Credito: 2,53 euro, selezionare il numero". Bip. Il buongiorno - nell'era della vita self-service - si vede dal mattino. Le tecnologie - diceva quel povero illuso di John Maynard Keynes - libereranno l'uomo dalla schiavitù del lavoro ("massimo 15 ore alla settimana") regalandogli una ricca vita di relazioni. Ha sbagliato in pieno: oggi produciamo in 9 ore quello che nel 1950 si faceva in 40. In ufficio però ci restiamo di più. E quanto alle relazioni, la novità è solo una: abbiamo imparato a farne a meno.

Dal cappuccino delle sette al distributore automatico nel metrò - "Erogazione conclusa, ritirare la bevanda. Credito residuo 2,08 euro". Bip - fino alla cena, dal matrimonio fino alla toelettatura del cane, nel terzo millennio va di moda l'esistenza fai-da-te. Le macchine ci hanno liberato dal più faticoso degli esercizi, quello del rapporto con il resto del genere umano. E oggi, volendo, si possono vivere 24 ore da sogno (senza privarsi di nulla) interloquendo solo con display azzurrognoli, schermi di computer e consulenti - per l'anima e per il cuore - del tutto virtuali. Il glorioso "Time" l'aveva predetto nel 2008: "Le nuove tecnologie faranno del mondo un gigantesco self-service". Ci ha preso più di Keynes. La macchina del cappuccino da 0,45 euro nel mezzanino del metrò - la qualità è quella che è, per carità - è solo la punta dell'iceberg...

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