L’esame periodico universale, da parte dell’Onu, EPU / Universal Periodic
Review, UPR è uno dei principali strumenti del Consiglio dei diritti umani
dell’ONU (CDH) e permette di stilare un bilancio della situazione dei diritti
umani in tutti i Paesi membri, secondo un calendario fisso. Il 4° CICLO – 48a
SESSIONE UPR, si terrà a gennaio-febbraio 2025.
In quell’occasione sarà verificato lo stato di attuazione dei diritti umani
in Italia. A novembre 2024 sono previste a Ginevra una serie di audizioni che
riguarderanno il Governo italiano ma anche associazioni di abitanti.
In vista di tale occasione l’Alleanza internazionale degli Abitanti e
l’Unione Inquilini hanno già inviato un Rapporto e saranno chiamati in
audizione a novembre 2024 a Ginevra. Il Rapporto si riferisce alle violazioni
dell’Italia sul diritto alla casa recato dall’articolo 11 del Patto internazionale
sui diritti economici, sociali e culturali (Pidesc).
Il Rapporto presenta una analisi dettagliata delle violazioni ai Trattati e
alle Convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese e ratificate dal
Parlamento e si riferiscono, in particolare:
All’articolo 11 del PIDESC, che afferma “il diritto a un livello di vita
adeguato per sé e la propria famiglia che includa un alloggio adeguato e il
diritto al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita.”; e
all’art. 2 PIDESC che impegna l’Italia ad operare con il massimo delle risorse
di cui dispone al fine di assicurare progressivamente con tutti i mezzi
appropriati, compresa l’adozione di misure legislative, la piena attuazione dei
diritti riconosciuti dal PIDESC.
Il quadro che delinea il Rapporto si riferisce a un ciclo lungo di governo
del Paese, che investe gli ultimi 40 anni e che ha accumulato una serie di
violazioni e inadempienza che hanno determinato la condizione di sofferenza
abitativa strutturale. A
llo stesso tempo, il Rapporto mette in luce gli aspetti fortemente
peggiorativi messi in atto dall’attuale governo e conseguiti nella presente XIX
Legislatura, con un concetto di sicurezza che mostra l’obiettivo di assumere
come paradigma della sicurezza la repressione delle forme della protesta e
della solidarietà sociali e la criminalizzazione della povertà, invece di nuove
politiche pubbliche che ne affrontino le radici strutturali.
Il Rapporto delle due associazioni per quanto riguarda il mercato locativo
evidenzia come pur in una condizione di recessione e/o stagnazione, non ha dato
segnali di raffreddamento, anzi di ulteriori incrementi (+ 14,6% solo tra
gennaio 2023 e gennaio 2024).
Tale tendenza è determinata da due fattori: la scarsità relativa delle case
messe sul mercato delle locazioni da parte dei proprietari (a fronte di oltre
700.000 richieste di locazione, l’11% delle abitazioni disponibili non viene
concesso in locazione); il crescente peso degli affitti brevi e in clamorosa
espansione a causa dell’aspettativa di maggiore redditività e dall’assenza di
efficaci misure di regolamentazione.
Questi fattori, sottolinea il Rapporto, causano la diffusa morosità, dovuta
alla crisi economica e sociale e alla dinamica inflazionistica: quasi un terzo
dei locatori ha dichiarato di non aver percepito alcuni canoni mentre il 13%
degli inquilini ha affermato di aver saltato almeno una rata.
Questo in un contesto in cui aumenta la povertà assoluta certificata
dall’ISTAT in maniera molto netta. Le famiglie in affitto in condizione di
povertà assoluta sono 983.000, circa 100.000 in più rispetto alle 889.000 del
2021. Una famiglia con minori su quattro, che vive in affitto, è in una
condizione di povertà assoluta a fronte di 1 su 14 nel complesso della
popolazione residente.
Per quanto riguarda l’abbandono dell’edilizia residenziale pubblica
Federcasa ha fornito i seguenti dati rispetto all’ERP, riferiti al 2024: Totale
alloggi ERP: 769.745, Alloggi ERP sfitti: 60.217 sfitti. Nel 2016, Federcasa
affermava di contare in 806.000 alloggi in assegnazione A fine degli anni 80,
il patrimonio ERP in assegnazione effettiva era intorno a un milione di
alloggi.
Il Rapporto si riferisce anche alla condizione dei senza tetto e delle
politiche discriminatorie. Con dati parziali e sottostimati, si segnala negli
ultimi 10 anni un raddoppio del fenomeno, giungendo a circa 100 mila persone.
Secondo una indagine della Federazione Italiana Organismi per le Persone
Senza Dimora (fio.PSD): il 62% dei senzatetto ha infatti un reddito mensile
proveniente da attività lavorativa (anche informale e saltuaria) con un
guadagno medio mensile tra le 100 e le 499 euro, mentre il 30 % vive di
espedienti e collette. Il 17% non ha alcuna fonte di reddito. Permangono
politiche discriminatorie nei confronti delle popolazioni Rom, Sinti e
Camminanti d) Sfratti, pignoramenti.
Dopo la pausa della pandemia è ripresa la corsa pazza degli sfratti: nel
2022 sono state emesse quasi 42 mila nuove sentenze di sfratto, di cui 33.522
per morosità. Nel 2022 si è assistito anche alll’esplosione, con una crescita
del 199,07% delle richieste di esecuzione con l’Ufficiale Giudiziario, e del
numero degli sfratti eseguiti con la forza pubblica, aumentati di ben il
218,60%.
A fronte di questa drammatica situazione, la normativa dell’Italia non ha
stabilito in nessun caso il passaggio da casa a casa, cioè ad “abitazione
alternativa adeguata” per le persone non in grado di provvedere autonomamente,
come precisato dai Commenti generali del Comitato ONU sui diritti N. 4 (1991)
on the right to adequate housing e N. 7 (1997) on forced evictions.
Questi dati dimostrano da parte dell’Italia non solo una sottovalutazione
se non indifferenza rispetto alla questione abitativa ma anche le continue e
strutturali violazioni del diritto alla casa.
Passaggi interessanti del Rapporto riguardano l’impatto dell’intelligenza
artificiale sul comparto abitativo e della turistificazione.
In ultimo ma non di minore importanza il Rapporto segnala come ulteriore e
gravissimo elemento di violazione incrementale del diritto alla casa, il
provvedimento ancora in corso di esame al Senato, dopo il passaggio alla
Camera, definito “DDL Sicurezza”.
Secondo il Rapporto il governo italiano, invece di affrontare i nodi della
sofferenza abitativa strutturale e i guasti provocati dalle leggi approvate in
questa legislatura, agisce nella direzione di criminalizzare la povertà e di
reprimere le organizzazioni sindacali, le associazioni e i movimenti che
offrano qualsiasi forma di “utilità”, quindi anche forme di solidarietà e di aiuto,
per resistere fino al passaggio da casa a casa, come trattati e convenzioni
internazionali obbligano.
Il Rapporto si conclude invitando le istituzioni e agli organismi
internazionali, nonché alla comunità internazionale e agli Stati che
partecipano alla sessione UPR, affinché appoggino le 19 raccomandazioni che il
Rapporto pone alla attenzione dell’UPR, rivolte al Governo italiano, al
Parlamento, alle Regioni e alle Amministrazioni locali, ciascuno nell’ambito
della propria giurisdizione, che prevedono un profondo cambiamento rispetto a
quanto (non) fatto fino ad oggi in materia di politiche abitative.
Qui il testo integrale del Rapporto inviato da Alleanza Internazionale
degli Abitanti e Unione Inquilini
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